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Accordi di Dublino Tribunale Federale: detenzione di una famiglia giudicata contraria ai diritti umani

Comunicato stampa - 16 maggio 2017
Detenendo una coppia di afghani e affidandone i figli a un foyer per l’infanzia, le autorità del Can-ton Zugo hanno violato la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il Tribunale federale ha accolto la denuncia della famiglia di profughi per la violazione del diritto al rispetto della vita privata e famigliare, statuito dall’articolo 8 della CEDU. Il verdetto stabilisce dei chiari limiti alle detenzioni in attesa dei rinvii Dublino.

“Questa decisione del Tribunale federale ha valore di precedente,” ha dichiarato Denise Graf, esperta di asilo di Amnesty International Svizzera. “Si può sperare che in Svizzera non ci saranno più detenzioni in attesa di un rinvio Dublino, con l’allontanamento dei figli dai genitori per permettere l’espulsione di una famiglia.” Una misura così drastica è legittima solo come “ultima ratio”, quando tutte le alternative – come una collocazione in appartamento comune – si rivelano impraticabili.

“Le tre settimane di detenzione dei genitori e l’affido di tre figli a terzi, con un divieto parziale di contatto, erano chiaramente contrarie al diritto,” ha dichiarato l’avvocato della famiglia, Guido Ehrler.

“Il Canton Zugo è scampato in extremis a un richiamo ufficiale per trattamenti disumani e degradanti, ai sensi dell’articolo 3 della CEDU.”

Metodi di espulsione discutibili

La coppia afghana e i suoi figlie erano arrivati in Svizzera, dove vivevano già altri membri della loro famiglia, nel 2016. Provenienti dalla Russia, sono entrati in Europa dalla Norvegia, dove hanno chiesto asilo. La Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha ritenuto che la Norvegia sia responsabile della procedura di asilo della famiglia, ordinandone l’espulsione.

Poiché la madre rifiutava di rientrare volontariamente in Norvegia, da dove temeva di essere poi espulsa verso l’Afghanistan, la polizia del Canton Zugo ha arrestato la coppia e i figli, il 3 ottobre scorso. Le autorità avevano ingannato la famiglia, facendo credere in un trasferimento dal centro per richiedenti asilo verso un appartamento. Per questo motivo la famiglia, composta dai genitori, tre figli dell’età di 3, 6 e 8 anni e un bebè di 4 mesi, aveva preparato i propri bagagli. Dopo una notte in una prigione di Zugo, l’indomani alle quattro del mattino sono stati portati all’aeroporto di Zurigo, dove dovevano imbarcare un volo diretto a Oslo. Siccome le autorità non avevano consegnato alla famiglia tutti i documenti di identità dei bambini, il padre si è rifiutato di salire a bordo.

Le autorità di Zugo hanno usato le maniere forti fatto che, secondo il Tribunale federale, “è stato al limite di un trattamento disumano e degradante, ai sensi dell’articolo 3 della CEDU.”

Le alternative non sono state considerate

L’ufficio della migrazione di Zugo ha collocato la madre con i figlio di quattro mesi da una parte, e il padre dall’altra in due prigioni amministrative distinte. Con la collaborazione dell’autorità per la protezione dei minori e degli adulti (APMA), gli altri bambini sono stati collocati in una struttura di accoglienza. Una soluzione alternativa all’incarcerazione dei genitori e alla separazione dei figli non è stata minimamente valutata dalle autorità di Zugo, come ha sottolineato il Tribunale federale nel suo verdetto. Il 25 ottobre la famiglia è stata espulsa verso la Norvegia con un volo speciale.

Sentenza obbligatoria per tutti i Cantoni

Il verdetto del Tribunale federale ha un valore obbligatorio per tutti i Cantoni. Le famiglie non dovrebbero essere separate nell’ambito dell’esecuzione degli accordi di Dublino se non come “ultima ratio” e dopo un’accurata valutazione di tutte le alternative. Le autorità incaricate della migrazione e della protezione dell’infanzia devono inoltre fare tutto il possibile per proteggere i diritti dell’infanzia e il rispetto della vita di famiglia in Svizzera.

“In questo caso, l’autorità per la protezione dei minori e degli adulti (APMA) ha autorizzato l’affido dei bambini in due strutture successive, senza nominare un curatore. Così facendo, hanno violato due volte la Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti dell’infanzia,” ha precisato Denise Graf.

Al momento dell’esecuzione dei rinvii, la SEM deve pure verificare che tutti i documenti presentati dai candidati nell’ambito della procedura d’asilo siano consegnati per tempo alle autorità cantonali competenti. Tutti i richiedenti asilo hanno il diritto di ricevere la totalità dei documenti d’identità consegnati alle autorità nell’ambito della procedura. La famiglia deve inoltre ricevere un giusto indennizzo per le mancanze da parte delle autorità di Zugo.

Contro l’applicazione cieca del regolamento Dublino

“Questo caso mostra a che punto i metodi utilizzati nell’ambito dei rinvii siano oggi drastici. Il regolamento Dublino viene applicato in modo eccessivamente rigido,” ha dichiarato Denise Graf. La Svizzera avrebbe potuto entrare in materia per questa richiesta di asilo adducendo motivi umanitari. La madre, il fratello e la sorella della richiedente asilo, così come altri membri della sua famiglia (zii, zie, cugini e cugine) vivono in Svizzera e la maggior parte di loro hanno già acquisito la nazionalità svizzera.

In un appello nazionale lanciato con Solidarité Tattes, Collectif R, Solidarité sans frontières, Droit de rester e l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), Amnesty International chiede al Consiglio federale che la Svizzera prenda a carico un maggior numero di domande di asilo Dublino quando si tratta di casi di rigore e/o per motivi umanitari.

Le espulsioni nell’ambito degli accordi di Dublino devono essere evitate se i richiedenti asilo hanno a carico dei bambini piccoli o in età scolastica, se hanno famigliari che già vivono in Svizzera o se la presa a carico medica all’estero è insufficiente. Le autorità cantonali devono inoltre rispettare il diritto internazionale, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti dei fanciulli.

La Svizzera è il paese che espelle il maggior numero di richiedenti asilo in virtù degli accordi di Dublino. Nel corso degli ultimi 8 anni (inizio 2009 a fine 2016), ha rinviato 25'728 persone verso un altro paese europeo, il che rappresenta il 13,6 percento del totale delle domande di asilo depositate in Svizzera. In Germania questa percentuale è del tre percento.