Nel corso dell'ultimo anno sono emersi numerosi movimenti di denuncia di violenze e abusi contro le donne: #MeToo, #TimesUp, #Quellavoltache, #NonUnaMenos, e #Balancetonporc per citare solo i più conosciuti. La presa di parola è un passo fondamentale verso la parità. Questa deve però essere sostenuta da una rete professionale di informazione ed aiuto alle vittime, da un sistema giuridico che protegga le denuncianti e non gli imputati, e dalle necessarie risorse per permettere alle vittime di violenza di ricostruirsi.
Il 2018 è l’anno del 70esimo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un anniversario importante, che deve essere l’occasione per realizzarne finalmente l'essenza, affermata sin dai primi due articoli: i diritti umani valgono per ogni persona, indipendentemente dal genere o dal sesso.
Molestie ed abusi rappresentano solo una parte delle discriminazioni alle quali sono confrontate le donne anche al giorno d’oggi. Il progresso verso la parità deve essere globale e sistematico: è necessario superare tutte le forme di discriminazione, siano esse sessuali, professionali, economiche, famigliari o formative. In Svizzera e nel mondo, sono urgenti misure concrete e immediate: basi legali e fondi, prevenzione e protezione.
In Svizzera e in Ticino sono infatti ancora molti gli in molti ambiti in cui le donne e i loro diritti sono ignorati. Un Consiglio di Stato senza donne è comunemente accettato senza criticità, un Consiglio federale con una donna è già ipotizzato, la trasparenza salariale per le grandi imprese rischia di essere respinta perché ritenuta non urgente.T utti gli spazi politici, economici culturali e sportivi delle donne sono trattati con superficialità.
Il Gruppo Donne di Amnesty International della Svizzera Italiana (DAISI) sarà in Piazza Dante, a Lugano, giovedì 8 marzo 2018 dalle 11.30 alle 14.00 per sensibilizzare l’opinione pubblica. L’azione vuole dare visibilità alle disuguaglianze ed evidenziare l'indifferenza nei confronti delle donne a partire dallo sport. Questo è infatti uno degli ambiti più discussi da media e popolazione, ma l'attenzione e le risorse vanno quasi esclusivamente agli sportivi uomini. Tutti e tutte conoscono le squadre maschili locali di calcio, hockey, basket, pallanuoto o anche rugby. Ma delle equivalenti femminili nessuno parla.
La possibilità teorica di ottenere il diritto di esistere e di esprimersi non basta. È necessario conoscere e vivere questi diritti, che devono essere protetti, sostenuti e promossi con spazi e risorse equi.