Lontano dalla luce dei proiettori dei Mondiali di calcio, uomini e donne si impegnano coraggiosamente per il rispetto dei diritti fondamentali, contro la discriminazione e l’impunità, per la protezione dell’ambiente e per altri temi sociali legittimi in Russia. Tutte queste persone corrono gravi rischi, nonostante il loro impegno sia pacifico.
«La pratica del governo, e dei media che gli sono vicini, di diffamare gli attivisti tacciandoli di essere «agenti stranieri» è particolarmente perfida. Con queste costanti denigrazioni e spesso perfino criminalizzando il lavoro dei difensori dei diritti umani, le autorità sono riuscite a far credere a una grossa fetta della società russa che si tratti di nemici della Russia ,» ha dichiarato Lisa Salza, responsabile delle campagne sulla Russia per Amnesty International Svizzera.
Criminalizzazione e intimidazione dei difensori dei diritti umani
Nelle undici città che accoglieranno le partite vivono attivisti che si espongono alla repressione a causa del lavoro che svolgono in favore dei diritti fondamentali. Amnesty International esorta il presidente Putin a lasciare queste persone libere di esercitare la propria attività, e sfrutta l’occasione dei Mondiali per impegnarsi in sostegno di questi militanti.
Oyub Titiev, responsabile dell’organizzazione di difesa dei diritti umani « Memorial » in Cecenia, è stato arrestato il 9 gennaio 2018 per un presunto possesso di stupefacenti. Amnesty è persuasa si tratti di una messa in scena e che le autorità abbiano arrestato Oyub Titiev solo per metterlo a tacere. Non ci saranno partite a Grozny, la capitale della Cecenia, ma poiché la nazionale egiziana vi ha stabilito il suo quartier generale per i Mondiali di calcio, la Repubblica del Caucaso è coinvolta nell’evento.
Andrey Rudomakha, responsabile dell’organizzazione per la difesa dell’ambiente Watch for the North Caucasus si trovava nel suo ufficio quando è stato picchiato a tal punto da dover essere ricoverato in ospedale. Numerosi indizi mostrano che il suo pestaggio è da collegare con il suo impegno per l’ambiente, in particolare perché ha denunciato dei casi di deforestazione illegale e operazioni immobiliari nelle quali sarebbero implicati politici locali. Maggiori informazioni: https://www.amnesty.ch/fr/pays/europe-asie-centrale/russie/docs/2018/menaces-et-persecutes
Limitazioni della libertà di riunione a causa dei Mondiali di calcio
« Negli scorsi anni una serie di leggi repressive hanno notevolmente diminuito la libertà d’espressione e di riunione come pure il lavoro dei difensori dei diritti umani in Russia. La Coppa del mondo di calcio aumenta ancora i rischi per i difensori dei diritti umani, » ha messo in guardia Lisa Salza.
Nel maggio 2017 il presidente Putin ha emanato un decreto che rende quasi impossibile organizzare manifestazioni pacifiche nei luoghi in cui si svolgeranno i Mondiali di calcio.
« L’esperienza dei Giochi Olimpici di Sochi e della Confederations Cup del 2017, ci fa pensare che il decreto presidenziale n° 202 serva prima di tutto a prevenire le manifestazioni critiche nei confronti del regime, questo con il pretesto di rischi relativi alla sicurezza. »
Recentemente, in occasione dell’investitura del presidente Putin il 5 maggio 2018, le autorità hanno disperso con la forza delle manifestazioni pacifiche in numerose città. A Mosca dei delegati di Amnesty International hanno anche potuto osservare uomini vestiti con uniforme cosacche che frustavano manifestanti pacifici. Il presidente Putin ha annunciato l’ingaggio di «milizie cosacche » durante i Mondiali di calcio.
La FIFA riconosce la propria responsabilità in materia di protezione dei diritti umani
Accanto alle autorità russe, l’associazione organizzatrice, la FIFA, è pure tenuta ad impedire che siano commesse violazioni dei diritti umani in relazione con la competizione e a mettere in atto misure appropriate per proteggere i diritti fondamentali della popolazione locale.
Nel maggio 2017 la FIFA ha pubblicato una politica dei diritti umani e si è recentemente espressa sulla modalità con cui intendeva proteggere i militanti dei diritti umani e i rappresentanti dei media in Russia. Strumento centrale di questa politica è la messa in atto di un meccanismo di ricorso al quale gli attivisti dei diritti umani e i giornalisti possono rivolgersi per cercare sostegno e protezione. Amnesty International saluta la messa in atto di questo strumento che può realmente contribuire – se messo in opera correttamente – a proteggere delle persone minacciate.
« La Coppa del mondo è il banco di prova per le promesse della FIFA in materia di diritti umani. Al più tardi dopo il calcio d'inizio, sarà chiaro se l'associazione calcistica mondiale è seriamente impegnata a favore dei diritti umani o se la sua politica in materia è solo uno spauracchio", afferma Lisa Salza.
Per saperne di più sulla campagna di Amnesty International :
www.amnesty.ch/wm2018 (pagina in tedesco)
cm2018.amnesty.ch (pagina in francese)