Russia - Mondiali di calcio Difensori dei diritti umani in pericolo

Comunicato stampa - 7 giugno 2018
All’avvicinarsi della Coppa del Mondo di calcio in Russia, Amnesty International esprime la propria preoccupazione per la sicurezza dei difensori dei diritti umani, dei militanti ambientalisti e dei giornalisti nel paese che ospita la manifestazione. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani critica inoltre il divieto quasi totale di manifestare imposto durante lo svolgimento dell’evento.

Lontano dalla luce dei proiettori dei Mondiali di calcio, uomini e donne si impegnano coraggiosamente per il rispetto dei diritti fondamentali, contro la discriminazione e l’impunità, per la protezione dell’ambiente e per altri temi sociali legittimi in Russia. Tutte queste persone corrono gravi rischi, nonostante il loro impegno sia pacifico. 

«La pratica del governo, e dei media che gli sono vicini, di diffamare gli attivisti tacciandoli di essere «agenti stranieri» è particolarmente perfida. Con queste costanti denigrazioni e spesso perfino criminalizzando il lavoro dei difensori dei diritti umani, le autorità sono riuscite a far credere a una grossa fetta della società russa che si tratti di nemici della Russia ,» ha dichiarato Lisa Salza, responsabile delle campagne sulla Russia per Amnesty International Svizzera.

Criminalizzazione e intimidazione dei difensori dei diritti umani 

Nelle undici città che accoglieranno le partite vivono attivisti che si espongono alla repressione a causa del lavoro che svolgono in favore dei diritti fondamentali. Amnesty International esorta il presidente Putin a lasciare queste persone libere di esercitare la propria attività, e sfrutta l’occasione dei Mondiali per impegnarsi in sostegno di questi militanti.

Oyub Titiev, responsabile dell’organizzazione di difesa dei diritti umani « Memorial » in Cecenia, è stato arrestato il 9 gennaio 2018 per un presunto possesso di stupefacenti. Amnesty è persuasa si tratti di una messa in scena e che le autorità abbiano arrestato Oyub Titiev solo per metterlo a tacere. Non ci saranno partite a Grozny, la capitale della Cecenia, ma poiché la nazionale egiziana vi ha stabilito il suo quartier generale per i Mondiali di calcio, la Repubblica del Caucaso è coinvolta nell’evento.

Andrey Rudomakha, responsabile dell’organizzazione per la difesa dell’ambiente Watch for the North Caucasus si trovava nel suo ufficio quando è stato picchiato a tal punto da dover essere ricoverato in ospedale. Numerosi indizi mostrano che il suo pestaggio è da collegare con il suo impegno per l’ambiente, in particolare perché ha denunciato dei casi di deforestazione illegale e operazioni immobiliari nelle quali sarebbero implicati politici locali. Maggiori informazioni: https://www.amnesty.ch/fr/pays/europe-asie-centrale/russie/docs/2018/menaces-et-persecutes

Limitazioni della libertà di riunione a causa dei Mondiali di calcio

« Negli scorsi anni una serie di leggi repressive hanno notevolmente diminuito la libertà d’espressione e di riunione come pure il lavoro dei difensori dei diritti umani in Russia. La Coppa del mondo di calcio aumenta ancora i rischi per i difensori dei diritti umani, » ha messo in guardia Lisa Salza.

Nel maggio 2017 il presidente Putin ha emanato un decreto che rende quasi impossibile organizzare manifestazioni pacifiche nei luoghi in cui si svolgeranno i Mondiali di calcio.

« L’esperienza dei Giochi Olimpici di Sochi e della Confederations Cup del 2017, ci fa pensare che il decreto presidenziale n° 202 serva prima di tutto a prevenire le manifestazioni critiche nei confronti del regime, questo con il pretesto di rischi relativi alla sicurezza. »

Recentemente, in occasione dell’investitura del presidente Putin il 5 maggio 2018, le autorità hanno disperso con la forza delle manifestazioni pacifiche in numerose città. A Mosca dei delegati di Amnesty International hanno anche potuto osservare uomini vestiti con uniforme cosacche che frustavano manifestanti pacifici. Il presidente Putin ha annunciato l’ingaggio di «milizie cosacche » durante i Mondiali di calcio.

La FIFA riconosce la propria responsabilità in materia di protezione dei diritti umani

Accanto alle autorità russe, l’associazione organizzatrice, la FIFA, è pure tenuta ad impedire che siano commesse violazioni dei diritti umani in relazione con la competizione e a mettere in atto misure appropriate per proteggere i diritti fondamentali della popolazione locale.

Nel maggio 2017 la FIFA ha pubblicato una politica dei diritti umani e si è recentemente espressa sulla modalità con cui intendeva proteggere i militanti dei diritti umani e i rappresentanti dei media in Russia. Strumento centrale di questa politica è la messa in atto di un meccanismo di ricorso al quale gli attivisti dei diritti umani e i giornalisti possono rivolgersi per cercare sostegno e protezione. Amnesty International saluta la messa in atto di questo strumento che può realmente contribuire – se messo in opera correttamente – a proteggere delle persone minacciate.

« La Coppa del mondo è il banco di prova per le promesse della FIFA in materia di diritti umani. Al più tardi dopo il calcio d'inizio, sarà chiaro se l'associazione calcistica mondiale è seriamente impegnata a favore dei diritti umani o se la sua politica in materia è solo uno spauracchio", afferma Lisa Salza.

 

Per saperne di più sulla campagna di Amnesty International :

www.amnesty.ch/wm2018 (pagina in tedesco)

cm2018.amnesty.ch  (pagina in francese)