Russia Repressione contro l’opposizione sempre più dura

Comunicato stampa - 15 marzo 2018
Alla vigilia delle elezioni presidenziali del 18 marzo le autorità russe violano sistematicamente i diritti dei militanti politici con arresti e detenzioni arbitrari. Un clima di repressione che dovrebbe far riflettere la FIFA, che organizza i Mondiali di calcio in Russia tra tre mesi.

Invocando la Legge sull’organizzazione di pubblici raduni, le autorità prendono di mira gli attivisti che chiedono il boicottaggio delle elezioni. I raduni elettorali dell’opposizione sono così vietati mentre noti rappresentanti dell’opposizione vengono arrestati e diventano oggetto di accuse politicamente motivate.

“Le intenzioni del Cremlino sono inequivocabili: mettere a tacere le voci critiche e i sostenitori del boicottaggio dell’elezione in questa fase finale della campagna presidenziale,” ha dichiarato Denis Krivosheev, direttore aggiunto del programma Europa dell’Est e Asia Centrale di Amnesty International. “Le autorità ricorrono a metodi diversi per raggiungere il loro obiettivo, ma sembrano prediligere la detenzione arbitraria dei dissidenti.”

Alexei Navalny, noto dissidente che lotta contro la corruzione, è un ardente difensore del boicottaggio poiché gli è stato vietato candidarsi avanzando motivazioni ampiamente contestate. Da qualche settimana i suoi sostenitori sono nel mirino di numerose sanzioni punitive – arresti e detenzioni arbitrarie in particolare.

Leonid Volkov, responsabile della campagna elettorale di Alexei Navalny, è stato arrestato il 22 febbraio in un aeroporto di Mosca, quando era diretto a Ufa. Lo stesso giorno è stato condannato a 30 giorni di detenzione amministrativa perché sospettato di organizzare una “riunione non autorizzata”.

L'accusa nei confronti di Volkov era riferita alle manifestazioni di “sciopero elettorale” tenutesi il 28 gennaio in oltre 100 città russe a sostegno della proposta di boicottaggio delle elezioni fatta da Navalny. A Mosca, a quest’ultimo è stato arbitrariamente impedito di partecipare alla manifestazione. Navalny e decine di suoi sostenitori sono stati brevemente arrestati e in seguito rilasciati.

Secondo la polizia, il ruolo di Leonid Volkov nell’organizzazione della manifestazione di Mosca si è limitato a due messaggi ritwittati. Un primo riprendeva un tweet postato da Alexei Navalny durante il suo arresto alla manifestazione di Mosca, e un secondo messaggio con un link verso uno streaming in diretta dell'evento.

Il 31 gennaio Denis Mikhailov, coordinatore della campagna di Navalny a San Pietroburgo, è stato detenuto per 30 giorni dopo lo “sciopero degli elettori” organizzato in città, e vietato dalle autorità. Arrestato per aver invitato a partecipare un “raduno non autorizzato”, è stato liberato il 2 marzo, prima di venir nuovamente fermato il giorno stesso, questa volta per aver “partecipato” a un evento a San Pietroburgo. È stato condannato a 25 giorni di carcere.

“Denis Mikhailov è stato arbitrariamente privato della libertà non una, ma due volte. Questa misura abusiva illustra perfettamente il clima sempre più ostile nei confronti di manifestanti pacifici all’avvicinarsi del voto”, ha dichiarato Danis Krivosheev.

Altri militanti arrestati

Almeno altri due militanti sono stati arrestati a San Pietroburgo in circostanze analoghe. Il coordinatore del movimento Open Russia in città, Andrei Povovarov, è stato condannato a 25 giorni di detenzione amministrativa, il 28 febbraio. Qualche giorno prima del suo arresto aveva scritto su Facebook di avere l’impressione di essere sorvegliato.

Il 26 febbraio Artiom Gontcharenko, membro di un altro movimento d’opposizione, Vesna (Primavera), è stato condannato a 25 giorni di detenzione amministrativa per aver esposto una papera gonfiabile gigante alla finestra del suo appartamento al passaggio della manifestazione. Dal 2017 le papere gialle sono diventate un simbolo molto popolare dell’opposizione.

“Questa campagna elettorale è segnata da attacchi che prendono di mira i detrattori del presidente Putin, e le rappresaglie il cui obiettivo è mettere a tacere gli oppositori si fanno più dure all’avvicinarsi delle elezioni,” ha dichiarato Denise Krivosheev.

Un pessimo segnale per i Mondiali di calcio

Tenendo in considerazione del clima repressivo che regna nel paese alla vigilia delle elezioni presidenziali, Amnesty International si dice preoccupata per l’organizzazione della Coppa del mondo in Russia.

“Il presidente Putin ha già dimostrato a più riprese di non avere paura di incarcerare le persone critiche se il suo paese deve brillare sotto i riflettori dell’attenzione internazionale. La FIFA dovrebbe prendere a cuore questa situazione e mettere in atto con serietà la sua nuova politica in materia di diritti umani,” ha dichiarato Lisa Salza, specialista per l’Europa e l’Asia centrale per Amnesty Svizzera.

Un caso come quello di Evgeny Vitishko deve assolutamente essere evitato. L’ecologista era stato arrestato all’avvicinarsi dei Giochi Olimpici di Sochi per aver protestato contro questo mega evento sportivo. In seguito a un processo iniquo era stato condannato a tre anni di carcere, ed ha beneficiato di una liberazione anticipata nel novembre 2015.

La messa in atto rigorosa di leggi drastiche come quella che limita la libertà d’opinione e di riunione o la legge contro la propaganda omosessuale dovrebbe incoraggiare la FIFA a rimanere all’erta. Amnesty International esaminerà da vicino se la FIFA sarà in grado di mantenere la propria promessa di proteggere i difensori dei diritti umani e i rappresentanti dei media nel contesto della Coppa del Mondo.