© Pogonici / shutterstock.com
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Amnesty Apéro Economia e diritti umani: una strada percorribile?

Comunicato stampa - 4 marzo 2019
120'000 firme, il sostegno di più di un centinaio di organizzazioni e da numerose personalità, anche dell’economia. Sono molti in Svizzera a credere che il nostro paese possa impegnarsi concretamente per un’economia che non sia volta al solo profitto ma che si preoccupi anche della protezione dell’ambiente e dei diritti umani. Per questo sostengono l’Iniziativa multinazionali responsabili, depositata il 10 ottobre 2016. Tra le personalità ticinesi che credono in questo progetto di legge anche Laura Sadis, economista e già Consigliera di Stato incaricata dei dossier economici.

Grazie alla globalizzazione le aziende hanno acquisito un potere e un’influenza senza precedenti, procurando dei vantaggi a consumatrici e consumatori: scaffali dei negozi sempre pieni, prodotti di ogni genere proposti in molteplici varietà, merci che viaggiano da un capo al altro del mondo vendute a prezzi stracciati.

Uno sviluppo economico il cui prezzo è alto in termini di diritti umani e di danni ambientali: durissime condizioni di lavoro nelle fabbriche tessili che si trovano in Europa dell’Est o in Asia, bambini al lavoro nelle piantagioni di cacao in Africa, processi di produzione che devastano terre e fiumi indispensabili per la sopravvivenza delle comunità locali.

La Svizzera ha un ruolo importante in questo sistema: secondo la classifica 2018 di Fortune 500, il nostro paese si colloca al 20o posto della classifica delle potenze economiche mondiali. Un piccolo paese in cui la concentrazione di imprese multinazionali per abitante è fra le più alte al mondo. Leggi e scelte politiche fatte in Svizzera possono quindi avere un impatto importante a livello internazionale e permettere a delle multinazionali di svilupparsi senza violazioni di diritti umani e senza causare danni all’ambiente.

Già oggi i dirigenti delle multinazionali hanno gli strumenti necessari per valutare i rischi che le attività aziendali comportano in termini di violazioni dei diritti umani o di danni ambientali. Molti di loro hanno però scelto di privilegiare il profitto.

Oltre 120'000 cittadini svizzeri vogliono che questo cambi e hanno firmato l’Iniziativa multinazionali responsabili. Chiedono di iscrivere nella Costituzione il dovere delle aziende di rispettare i diritti umani e di proteggere l’ambiente. Il non rispetto degli obblighi sanciti dalla legge deve essere sanzionato da un meccanismo di responsabilità civile.

Con la creazione di questa legislazione la Svizzera si adeguerebbe a numerosi altri paesi che hanno già legiferato in questo senso.

Laura Sadis ha conseguito la laurea in economia politica all’Università di Zurigo e in seguito il diploma federale d’esperto fiscale. 

Attiva in politica dal 1988 dapprima a livello comunale, poi cantonale e federale, è stata eletta in Consiglio Nazionale nel 2003.  Lascia il Parlamento federale dopo l’elezione nel Consiglio di Stato ticinese, e per 8 anni, dal 2007 al 2015, dirige il Dipartimento cantonale Finanze ed Economia.

Dal 1° gennaio 2016 fa parte dell'assemblea del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), chiamato a fissare gli obiettivi di politica generale e di budget dell’organizzazione.

Modera l’incontro il giornalista Lorenzo Erroi.

Iniziativa multinazionali responsabili

Sostenuta fino ad oggi da 110 organizzazioni svizzere della società civile, l’iniziativa ha raccolto oltre 120’000 firme ed è stata consegnata alla Cancelleria federale il 10 ottobre 2016.

Nel giugno 2018, contrariamente al Consiglio Federale, il Consiglio nazionale ha accettato il controprogetto all’iniziativa. Dal punto di vista degli iniziativisti questo compromesso contiene delle concessioni difficili: tocca un numero minore di imprese e una definizione di responsabilità civile fortemente limitata. Il comitato d’iniziativa si era però impegnato a ritirare l’iniziativa qualora il controprogetto indiretto proposto dalla maggioranza della Commissione degli Affari Giuridici del Consiglio Nazionale venisse approvato, poiché una tale legislazione permetterebbe un’entrata in vigore più rapida rispetto alla votazione popolare, e rappresenterebbe quindi un risultato positivo, migliorando la situazione delle persone vittime di violazioni dei diritti umani commesse da delle multinazionali svizzere all’estero. 

Il 19 febbraio 2019 la Commissione degli Affari Giuridici del Consiglio degli Stati ha però ulteriormente smussato la proposta di controprogetto, includendo una “clausola di sussidiarietà” che di fatto escluderebbe la possibilità che le multinazionali possano essere chiamate a rispondere di violazioni dei diritti umani o di danni ambientali.

Il Consiglio degli Stati discuterà l’Iniziativa multinazionali nel corso della sessione primaverile delle Camere.

Se la proposta di controprogetto, il comitato per l’Iniziativa multinazionali responsabili è pronto a mobilitarsi in vista di una votazione popolare. 

Appuntamento martedì 12 marzo 2019 allo Spazio 1929 (Via Ciseri 3, Lugano), dalle 19:00.

L’incontro sarà seguito da un aperitivo offerto.