Moschea distrutta e quartiere bombardato di Taiz, agosto 2018. © Anasalhadj / shutterstock.com
Moschea distrutta e quartiere bombardato di Taiz, agosto 2018. © Anasalhadj / shutterstock.com

Yemen Quattro anni di guerra e nessuna fine in vista

Comunicato stampa, 25 marzo 2019, Londra/Lugano– Contatto media
A quattro anni dall’inizio dell’intervento militare in Yemen da parte di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, la guerra continua a causare indicibili sofferenze alla popolazione civile. Amnesty In-ternational rinnova il proprio appello per una sospensione di tutte le forniture di armi alle parti in conflitto.

Quattro anni fa, il 25 marzo 2015, una coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU) ha iniziato a bombardare obiettivi nello Yemen. Da allora, Amnesty International ha ripetutamente documentato gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti in conflitto - il governo yemenita, la coalizione e le milizie da esse sostenute, nonché i ribelli di Huti e i loro alleati. 

La lista delle violazioni è lunga: bombardati di obiettivi civili, arresti arbitrari e sparizioni forzate, torture e maltrattamenti (incluse violenze sessuali), come pure il blocco dell'importazione di beni di prima necessità. Una raccolta esaustiva delle gravi violazioni dei diritti umani commesse nel paese, e una ricostruzione delle principali tappe del conflitto, si trova sul sito web "Yemen war: No end in sight".

"Dopo quattro anni di spargimenti di sangue, la popolazione civile dello Yemen - il paese più povero della penisola arabica – è stremata e non può più sostenere le catastrofiche conseguenze della guerra. Ora basta! La comunità internazionale deve impegnarsi molto di più per garantire che la popolazione civile sia protetta e che gli aiuti umanitari e i beni di prima necessità possano raggiungere lo Yemen senza ostacoli. Inoltre è necessario mettere fine all'impunità per i crimini di guerra e le altre violazioni dei diritti umani", ha dichiarato Reto Rufer, responsabile della campagna per il Medio Oriente per Amnesty Svizzera.  

Numerosi Stati occidentali continuano a fornire armi all'Arabia Saudita.

Numerosi Stati occidentali - tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia - continuano a fornire armi all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti nonostante le prove schiaccianti di crimini di guerra. La Svizzera, come i Paesi Bassi, la Norvegia, la Danimarca e la Finlandia, ha sospeso le forniture di armi all'Arabia Saudita. Negli ultimi anni, tuttavia, gli Emirati Arabi Uniti sono rimasti un importante acquirente di armi svizzere e il costruttore di aerei Pilatus non ha interrotto i suoi contratti di supporto estremamente problematici con le Forze aeree saudite e quelle degli Emirati, e questo nonostante le indagini in corso da parte del DFAE. 

Negli ultimi anni, tuttavia, gli Emirati Arabi Uniti sono rimasti un importante acquirente di armi svizzere

"La fornitura di armi e di servizi di supporto a tutte le forze armate coinvolte nel conflitto deve essere interrotta - questo vale in particolare per le attività quali l'addestramento di piloti da combattimento, che non sono coperte dalla legge sul materiale bellico", ha detto Reto Rufer.

- Maggiori informazioni sulla guerra nello Yemen nella rivista Amnesty (marzo 2019), in francese e in tedesco.