© AI/ Jacob Lundt, shutterstock
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Sciopero delle donne Violenza sessuale contro le donne in Svizzera: è tempo di agire!

Comunicato stampa, 11 giugno 2019, Berna/Lugano – Contatto media
Amnesty International è solidale con lo sciopero delle donne e, il 14 giugno, manifesterà a sostegno di una riforma radicale del diritto penale svizzero in materia di reati sessuali, ormai superato. Con varie azioni e discorsi, Amnesty richiamerà l'attenzione sulla scioccante portata della violenza sessuale e lancerà un appello al Parlamento e al governo affinché prendano finalmente misure per meglio proteggere le donne dalle aggressioni sessuali.

Il 14 giugno, le attiviste e gli attivisti di Amnesty saranno presenti in nove città svizzere (Lucerna, Neuchâtel, Losanna, Friburgo, Monthey, Ginevra, Berna, Zurigo e Winterthur), e nell’ambito dello sciopero delle donne daranno voce alla richiesta di un diritto penale moderno, che protegga efficacemente l'autodeterminazione sessuale.

"Bisogna mettere finalmente in atto le misure necessarie per combattere la violenza sessuale contro le donne e le ragazze. I politici hanno dormito troppo a lungo sulla questione. È ora che il governo e il Parlamento si sveglino: Ora basta! Bisogna agire!", ha dichiarato Manon Schick, direttrice della Sezione svizzera di Amnesty International.

Dopo lo sciopero delle donne del 1991, è stata adottata la legge sulle pari opportunità, è stato legalizzato l'aborto ed è stata introdotta l'assicurazione maternità. Amnesty International è impegnata affinché, a seguito dello sciopero delle donne del 2019, in Svizzera vanga applicata la Convenzione di Istanbul, e per una riforma radicale della legge sui reati sessuali. Nel testo di legge rivisto i rapporti sessuali non consensuali dovrebbero essere punibili come stupro. "Solo un “sì” è un “sì”: questo deve valere anche in Svizzera", ha detto Manon Schick.

Petizione alla consigliera federale Keller-Sutter

In una petizione, Amnesty International invita la Consigliera federale Karin Keller-Sutter e il Dipartimento federale di giustizia e polizia a presentare delle proposte per una riforma del diritto penale in materia di reati sessuali affinché tutti gli atti sessuali non consensuali possano essere puniti. La petizione chiede inoltre la formazione obbligatoria e continua dei magistrati, degli agenti di polizia e degli avvocati che si occupano di vittime di violenza sessuale, nonché la raccolta sistematica di dati e la realizzazione di ricerche sul perseguimento dei reati contro l'integrità sessuale in Svizzera.

All'appello si sono uniti 22 professori di diritto penale provenienti da tutta la Svizzera. Migliaia di firme sono già state raccolte del 21 maggio, giorno in cui è stata lanciata la campagna.

Livello sconvolgente di violenza

In Svizzera la violenza sessuale è molto più diffusa di quanto immaginiamo: almeno una donna su cinque di età uguale o superiore ai 16 anni ha subito atti sessuali contro la sua volontà, e più di una donna su dieci ha avuto rapporti sessuali non consensuali. Ma solo pochissime delle donne colpite hanno denunciato quanto avvenuto alla polizia. Questo è il risultato di un'indagine rappresentativa che ha coinvolto circa 4’500 donne residenti in Svizzera, condotta dall'istituto di ricerca gfs.bern per conto di Amnesty International. I giuristi e i centri di consulenza alle vittime identificano il diritto penale in materia sessuale obsoleto come ragione principale dell'alto tasso di impunità, insieme ai falsi miti sullo stupro diffusi nella società e nel sistema giudiziario.

Nota per i redattori:

- A Lucerna, Noemi Grütter, esperta di diritti delle donne per Amnesty Svizzera, prenderà la parola durante lo sciopero delle donne (ore 11.00 di Theaterplatz).

- A Losanna, Manon Schick, direttrice di Amnesty Svizzera, prenderà la parola e presenterà le rivendicazioni di Amnesty International (13.30, Place Saint-François).

- Maggiori informazioni sulla campagna: www.amnesty.ch/violenza-sessuale