“Le ostilità limiteranno l’accesso agli aiuti umanitari e porteranno la popolazione civile, già vittima di anni di violenze e di sfollamento, sull’orlo della disperazione”, ha dichiarato in una nota ufficiale Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa.
NECESSARIO PROTEGGERE LA POPOLAZIONE CIVILE
Secondo le Nazioni Unite, gli aiuti umanitari forniti dalle sue agenzie riguardano attualmente 700.000 persone che si trovano nel nordest della Siria, su un totale di un milione e 700.000 residenti.
“Per minimizzare l’impatto sulla popolazione civile delle loro operazioni militari, è fondamentale che le forze turche rispettino i loro obblighi di diritto internazionale umanitario. La Turchia deve assicurare che i civili in fuga dal conflitto possano trasferirsi in zone più sicure, anche all’interno del confine turco, per chiedere protezione internazionale“, ha aggiunto Struthers.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE IN TURCHIA
L’azione militare avviata dalla Turchia il 9 ottobre è stata accompagnata da un’ulteriore stretta, in Turchia, sui mezzi di informazione.
“L’offensiva militare è accompagnata da una durissima repressione del dissenso e dalle censura nei confronti dei media turchi. Sono stati eseguiti arresti e sono state aperte indagini, ai sensi delle leggi contro il terrorismo, nei confronti di chi ha criticato l’operazione militare. Stroncare le critiche e minacciare di arresti e processi i giornalisti e gli utenti dei social media è inaccettabile, costituisce una violazione del diritto internazionale dei diritti umani e non farà sparire per magia la brutale realtà dell’offensiva militare in corso“, ha concluso Struthers.
CONFLITTO IN SIRIA: LE VIOLAZIONI DENUNCIATE AI DANNI DELLA POPOLAZIONE CIVILE DI AFRIN
Lo scorso anno abbiamo denunciato attacchi indiscriminati da parte dell’esercito turco e dei gruppi armati alleati e anche, sebbene in misura minore, da parte delle forze curde nelle città di Afrin e Azaz, a nord di Aleppo, in cui sono state uccise decine di civili.
Le violazioni commesse dai gruppi locali, equipaggiati e armati dalla Turchia, comprendono arresti arbitrari, sparizioni forzate, confische e saccheggi di proprietà private. Non solo l’esercito turco ha chiuso un occhio ma ha anche preso parte attiva all’occupazione di istituti scolastici, impedendo l’istruzione a migliaia di bambini.