©Amnesty International
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Svizzera - Nuove leggi federali in materia di lotta al terrorismo Lotta al terrorismo a scapito dei diritti umani

4 novembre 2019
I progetti di legge per la prevenzione e la lotta al terrorismo presentati dal Consiglio federale prevedono importanti violazioni dei diritti fondamentali e dei diritti umani. La Piattaforma svizzera delle ONG per i diritti umani invita il legislatore a rinunciare completamente alle misure di polizia preventiva e a cancellare le proposte problematiche dal punto di vista del diritto penale.

La Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani, che riunisce più di 80 organizzazioni non governative, si oppone fermamente a due progetti di legge attualmente in discussione in seno alla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati.

La Legge sulle misure di polizia: la speculazione come base per le misure di controllo

La nuova Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo mira a fornire alla polizia un maggior numero di misure contro le persone potenzialmente pericolose, al di fuori del procedimento penale, ossia nel campo della prevenzione. Per ordinare queste misure, le autorità hanno bisogno solo di alcuni indizi che indichino un'eventuale futura attività terroristica. In definitiva, semplici ipotesi e speculazioni sulle intenzioni e le azioni future degli individui potranno costituire la base dell'azione della polizia.

La polizia disporrà di un'ampia gamma di misure preventive contro le persone potenzialmente pericolose (sospetti terroristi). Lo strumento di gran lunga più radicale per ridurre il pericolo è l'assegnazione di proprietà, o arresti domiciliari.

"Questa privazione preventiva della libertà, volta a minimizzare il pericolo in generale, non è compatibile con i requisiti della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo", ha dichiarato Stefan Dietiker di grundrechte.ch.

Anche i limiti di età fissati nel progetto di legge sono sconvolgenti. Gli arresti domiciliari preventivi potrebbero essere utilizzati già a partire dall'età di 16 anni, mentre ai bambini di 13 anni potrebbero essere imposti divieti di contatto e divieti perimetrali. Secondo Valentina Stefanović di humanrights.ch, "questo è contrario agli obblighi della Svizzera in materia di diritti umani. Ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, il sistema giudiziario svizzero ha l'obbligo esplicito di promuovere il reinserimento sociale dei bambini. Al contrario, le misure di polizia previste condurranno alla stigmatizzazione e persino alla criminalizzazione dei giovani, senza che essi si siano resi colpevoli di un reato."

La piattaforma delle ONG chiede al Parlamento di deferire al Consiglio federale il disegno di legge sulle misure di polizia. In caso contrario, il Parlamento dovrebbe almeno eliminare la disposizione sugli arresti domiciliari e astenersi dall'applicare misure di polizia ai bambini e ai giovani. 

Diritto penale: una definizione evasiva e di ampia portata

La strategia antiterrorismo del Consiglio federale comprende anche un progetto intitolato "Terrorismo e criminalità organizzata", che prevede un inasprimento del diritto penale e di altre dieci leggi.

È particolarmente problematico che, per la prima volta, il Codice penale reprime la partecipazione ad una "organizzazione terroristica" senza stabilire una lista di gruppi proibiti. Mentre in precedenza, per motivi di chiarezza, il legislatore aveva redatto un elenco di organizzazioni terroristiche vietate, ora introduce nel diritto penale una definizione evasiva di "organizzazioni terroristiche", la cui interpretazione da parte dei tribunali potrebbe portare ad arbitrio e abusi.

"Infatti, i Tribunali cantonali decideranno a loro discrezione se un'organizzazione - e il sostegno che riceve - deve essere classificata come terrorista o meno. Il PKK curdo, ad esempio, potrebbe essere vietato in alcuni cantoni e non in altri. Questo disegno di legge è fonte di arbitrio e di grande incertezza giuridica", ha affermato Alain Bovard di Amnesty International.  "Le modifiche alla legge proposte indeboliranno la tutela giuridica individuale e comporteranno delle disposizioni inutili e sproporzionate."

La piattaforma delle ONG chiede al Parlamento di respingere diverse disposizioni del progetto di la legge "Terrorismo e criminalità organizzata" o come minimo di adattarle affinché rispettino i diritti fondamentali e i diritti umani.

La protezione della nostra sicurezza e della nostra libertà non può essere realizzata con mezzi che minano i principi di un sistema democratico e costituzionale.

Una strategia sostenibile per combattere il terrorismo non deve basarsi su misure contrarie ai diritti umani e sulle violazioni sistematiche dei diritti fondamentali. Al contrario, deve basarsi sul rispetto dei diritti di tutti in Svizzera, su misure di integrazione in campo educativo e sociale e sulla promozione della partecipazione politica.

Informazioni di base

Diverse organizzazioni della Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani - tra cui Amnesty International, grundrechte.ch e humanrights.ch - avevano già criticato le proposte sulla lotta al terrorismo durante la procedura di consultazione. Le loro obiezioni non sono state prese in considerazione dal Consiglio federale nei progetti attualmente in discussione.

La Piattaforma svizzera delle ONG per i diritti umani è un'associazione di oltre 80 organizzazioni non governative svizzere. Queste organizzazioni garantiscono il rispetto dei diritti umani in Svizzera e all'estero. 

 Documenti di approfondimento disponibili qui (in francese).