7a edizione Film Festival Diritti Umani Lugano

Dal 14 al 18 ottobre appuntamento con la settima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano, che quest'anno sarà presente in diverse località del Canton Ticino per proporre al pubblico le pellicole selezionate. Film che vogliono essere uno stimolo alla riflessione su alcuni aspetti dei diritti fondamentali, in un anno particolare come il 2020. Continua la collaborazione con Amnesty International, che sostiene il Film Festival Diritti Umani Lugano dalla sua prima edizione e dal 2019 è ufficialmente ONG partner del Festival.

La pandemia di Covid-19 non ha fermato il Film Festival Diritti Umani Lugano, che nel 2020 si presenta in veste diffusa e sarà presente con il suo programma in diverse località della Svizzera Italiana. 

Giunto alla sua 7ma edizione il Festival è un appuntamento fisso anche per Amnesty International Svizzera, che è felice di collaborare con questa importante iniziativa di sensibilizzazione della popolazione ticinese all'importanza dei diritti umani in Svizzera e nel mondo.

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Per l'edizione 2020, con il documentario di Evans Chan "We have boots", Amnesty International propone al pubblico del Festival di scendere per le strade di Hong Kong e ripercorrere la strada del grande movimento popolare che ha segnato il 2019, portando milioni di persone a protestare e chiedere maggiore libertà e democrazia nella regione amministrativa speciale della Cina.

We have boots sarà proiettato domenica 18 ottobre, alle 14.45 al Cinema Corso di Lugano. Si consiglia di prenotare qui!  

Il documentario

Il Movimento degli Ombrelli del 2014, ha spianato la strada alle proteste che dalla primavera 2019 hanno scosso Hong Kong, ma si è svolto in modi significativamente diversi. Questo documentario creativo si concentra sui fondamenti intellettuali, politici e discorsivi delle azioni sociali e politiche del 2014, prima di passare rapidamente al 2019. Una serie di intellettuali, studenti, studiosi, attivisti e artisti, tra cui Benny Tai, Chan Kin-man, Ray Wong e Agnes Chow (molti dei quali devono affrontare il carcere per il loro attivismo democratico) articolano una serie di filosofie, punti di vista ed emozioni, ambientati nello spettacolare sfondo urbano di Hong Kong fatto di grattacieli, luci notturne e movimenti di massa che occupano le strade.

Negli anni Novanta, il regista Evans Chan è stato un pioniere della narrativa sperimentale a Hong Kong. Il suo recente lavoro ambienta interviste incisive e rivelatrici in un contesto artistico provocatorio e affascinante che combina musica, arte e poesia. Una storia intellettuale di grande forza, lo stile hongkonghese: impegnato, vibrante, abile e fortemente commovente.