Le immagini e le segnalazioni di condizioni igieniche precarie nei centri d'asilo ricevute da Amnesty mostrano che gli sforzi per attuare le prescrizioni dell'UFSP in materia di igiene e di distanza sociale devono essere intensificati in molti luoghi. Individuare e correggere le situazioni problematiche è reso molto più difficile dagli obblighi contrattuali di riservatezza dei dipendenti dei centri e dal divieto di scattare fotografie imposto nei centri che ospitano richiedenti asilo.
L'organizzazione per i diritti umani è consapevole del fatto che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), i responsabili dell'accoglienza dei richiedenti l'asilo nei Cantoni e nei Comuni e i diversi fornitori di servizi si trovano ad affrontare una situazione inedita e molto problematica. Nei nuovi Centri federali d'asilo, le camerate con 10 o 12 posti letto, sotto forma di letti a castello stretti (comunque problematici rispetto al diritto alla privacy) presentano condizioni particolarmente difficili per applicare la "distanza sociale". Anche nella maggior parte degli alloggi collettivi cantonali e comunali lo spazio è limitato e le condizioni igieniche sono difficili.
Negli ultimi giorni, tuttavia, Amnesty International ha ricevuto diverse immagini anonime che indicano condizioni igieniche allarmanti, nonché rapporti sulla mancata attuazione delle procedure sanitarie emanate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) in alcuni centri di asilo. Inoltre, l'organizzazione per i diritti umani è a conoscenza di casi in cui il proseguimento della procedura d'asilo ha comportato inutili oneri per il sistema sanitario e rischi legati alla diffusione della pandemia. È ad esempio il caso laddove la trasferta fino agli uffici della SEM a Berna per le udienze avviene tuttora con i mezzi pubblici. Nell'ambito dell’esame del dossier per l’ammissione provvisoria, alle persone viene ancora richiesto di documentare il proprio stato di salute e quindi di ottenere i referti medici dal loro medico o dall'ospedale.
Il Consiglio federale ha presentato oggi un'ordinanza che prevede gli adeguamenti nel settore dell'asilo per la durata della pandemia di COVID-19. I punti principali dell'ordinanza riguardano l'uso di alloggi militari, il prolungamento dei termini di partenza e di ricorso nell’ambito della procedura accelerata e gli adeguamenti per lo svolgimento delle audizioni. Amnesty International accoglie con favore queste misure, ma si rammarica che Consiglio federale non abbia stabilito la sospensione delle audizioni come pure introdotto una moratoria sulle decisioni negative e su altre decisioni che avviano dei termini legali – fatto che può causare direttamente un ulteriore onere per il sistema sanitario già estremamente sollecitato.
La decisione del Consiglio federale di continuare a procedere, in determinate regioni, con le audizioni di richiedenti asilo anche in assenza del rappresentante legale in seguito alle misure di lotta contro il Coronavirus è particolarmente preoccupante rispetto al diritto di essere sentito. Questa misura non può essere compensata dal prolungamento dei termini di ricorso.
Amnesty International esprime le seguenti richieste al Consiglio federale, alla SEM, alle autorità cantonali competenti per la migrazione e alle autorità competenti per l'accoglienza dei richiedenti l'asilo:
Alloggi
- Occorre proseguire e, se necessario, intensificare gli sforzi per ridurre il tasso di occupazione degli alloggi per richiedenti asilo. Questo vale sia per l'occupazione dei dormitori che per l'uso degli spazi comuni. Le famiglie dovrebbero avere la loro stanza, e se necessario va fornito un alloggio supplementare.
- Le persone con sintomi e/o con un risultato positivo al tampone devono essere isolate.
- Le persone appartenenti ai gruppi a rischio devono essere sistemate in luoghi separati.
- Gli alloggi collettivi devono essere completamente attrezzati con prodotti per l'igiene e regolarmente puliti, le spazzature vuotate e gli spazi disinfettati. Il personale incaricato deve essere completamente equipaggiato con i necessari dispositivi di protezione.
- Gli obblighi contrattuali di riservatezza per il personale e i divieti di fare fotografie negli alloggi per richiedenti asilo dovrebbero essere riconsiderati alla luce del ruolo centrale delle segnalazioni e delle immagini nell'individuazione e nella risoluzione dei malfunzionamenti.
- I residenti dei centri d'asilo dovrebbero essere informati in modo proattivo e personale e non solo attraverso poster e volantini sull'assistenza sanitaria in relazione alla pandemia di Covid-19.
- Particolare attenzione deve essere prestata alla situazione dei bambini e, in generale, alla situazione già particolarmente precaria nei centri d'urgenza, dove un aumento temporaneo - per motivi di salute - delle indennità giornaliere pagate ai richiedenti asilo è necessario.
Procedura d'asilo
- Tutte le procedure di asilo devono essere sospese fino a nuovo avviso, tranne nei casi in cui i fatti sono stati accertati e può essere presa una decisione positiva in materia di asilo. Ciò vale in particolare per le audizioni che richiedono spostamenti con i mezzi di trasporto pubblico e per le sentenze e le decisioni che potrebbero comportare un onere per il sistema sanitario.
- La Confederazione ha deciso di rallentare la ripartizione dei richiedenti l'asilo tra i Cantoni. Poiché attualmente non è possibile rimpatriare i richiedenti l'asilo, questa distribuzione rallentata potrebbe portare a medio termine a un sovraffollamento delle strutture cantonali. Si pone la questione se non si debba rinunciare ai trasferimenti per tutta la durata della pandemia, poiché la Confederazione potrebbe essere in una posizione migliore per fornire una sistemazione supplementare, ad esempio in strutture militari.
Diritto all'asilo
- La chiusura delle frontiere svizzere non deve in nessun caso comportare che ai richiedenti asilo venga negata l'effettiva possibilità di presentare domanda di asilo. Anche in tempi di pandemia, il diritto di asilo e il principio del non-refoulement devono essere rispettati.
Detenzione per espulsione
- Poiché attualmente non è possibile effettuare l'espulsione dalla Svizzera, tutti i richiedenti l'asilo e i migranti respinti che si trovano in stato di detenzione in attesa di espulsione devono essere immediatamente rilasciati.
Persone senza stato di residenza
- Le persone senza status di residenza (i cosiddetti "sans papiers") sono particolarmente esposte nell'attuale situazione pandemica (perdita del lavoro, spesso nessuna assicurazione sanitaria, nessuna possibilità di tornare a casa). Dovrebbero quindi avere accesso incondizionato alle cure mediche/ospedaliere gratuite.