La Conferenza dei Direttori Cantonali dell’Economia Pubblica, ampi settori dell'economia come Coop, Migros, la federazione delle industrie alimentari svizzere FIAL e una parte considerevole dell'economia della Svizzera romanda avevano appoggiato un controprogetto ad hoc del Consiglio nazionale che avrebbe portato al ritiro dell'Iniziativa. Il “controprogetto alibi”, invece, non apporta alcun miglioramento, ma è utile ad ingannare gli elettori facendo loro credere che l'Iniziativa per multinazionali responsabili non sia più necessaria. Il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati decideranno la prossima settimana se confermare questo “controprogetto alibi”. La votazione sull'Iniziativa per multinazionali responsabili avverrà probabilmente nel mese di novembre.
Dick Marty commenta così la decisione odierna: «Il controprogetto alibi non ha alcuna efficacia. Sappiamo tutti che proprio le grandi multinazionali con meno scrupoli pubblicano con grande piacere i loro opuscoli patinati. Solo quando le violazioni dei diritti umani avranno anche delle conseguenze e sarà fatto obbligo di assumersene la responsabilità, tutte le multinazionali si comporteranno in modo corretto.» E aggiunge: «Il grande sostegno - ricevuto soprattutto proprio da parte di tanti ambienti economici - mi rende ottimista. Sono molto fiducioso, perché la nostra iniziativa chiede un'ovvietà: quando le multinazionali avvelenano l'acqua potabile oppure distruggono intere regioni, devono assumersene la responsabilità.»
L'ex membro del Consiglio nazionale Laura Sadis (PLR, TI) insieme a circa altri duecento esponenti dei partiti del centro e centro-destra, dà un contributo importante al «Comité bourgeois per multinazionali responsabili» (www.comite-bourgeois.ch). Laura Sadis commenta: «Mi dispiace che nonostante la disponibilità al compromesso dei promotori, non sia stata raggiunta una soluzione comune ed efficace con un controprogetto indiretto. Sarebbe di vitale interesse per la buona reputazione della Svizzera quale polo economico che le multinazionali con sede in Svizzera fossero legalmente obbligate a rispettare i diritti umani e a proteggere l'ambiente.»
Un ampio sostegno
L'Iniziativa gode già oggi di un ampio sostegno:
120 organizzazioni per i diritti umani, per la cooperazione internazionale, per l'ambiente, per lo sviluppo economico ed organizzazioni dei consumatori
www.iniziativa-multinazionali.ch
Comitato d’imprenditori con oltre 190 imprenditori e imprenditrici
www.verantwortungsvolle-unternehmen.ch
Oltre 190 esponenti politici di PBD, PPD, PEV, PVL, PLR e UDC appartenenti al “Comité bourgeois per multinazionali responsabili”
www.buergerliches-komitee.ch
La Conferenza episcopale svizzera, la Chiesa evangelica riformata in Svizzera, l'Alleanza evangelica svizzera (per tramite della sua associazione Interaction), l’associazione Freikirchen Svizzera e numerose altre organizzazioni ecclesiastiche
www.kirchefuerkonzernverantwortung.ch
350 comitati locali con migliaia di volontari
www.konzern-initiative.ch/lokalkomitees
Cosa chiede l’Iniziativa
L'Iniziativa vuole obbligare le multinazionali con sede in Svizzera a non violare i diritti umani e a non distruggere l'ambiente. Per garantire che tutte le multinazionali rispettino la nuova legge, in futuro le violazioni dovranno comportare delle conseguenze e le multinazionali dovranno pertanto assumersi la responsabilità delle violazioni dei diritti umani compiute dalle loro filiali.