L’aiuto umanitario per i civili deve continuare ad essere convogliato. © Ali Haj Suleiman
L’aiuto umanitario per i civili deve continuare ad essere convogliato. © Ali Haj Suleiman

Siria L'ONU non deve sopprimere il legame vitale degli aiuti convogliati nel nord-ovest del paese, sullo sfondo di crimini di guerra commessi da Russia e Siria.

Comunicato stampa, 11 maggio 2020, Londra/Lugano – Contatto media
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU non sopprimere il legame vitale per i civili costituito dagli aiuti nel contesto dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità nel nord-ovest della Siria. Questa l'esortazione di Amnesty International, all’avvicinarsi dello scadere, nelle prossime settimane, di una risoluzione che permette all'assistenza umanitaria di raggiungere Idlib attraverso i confini siriani.

- Indagine dettagliata su 18 attacchi aerei e terrestri contro scuole e ospedali

- Russia e Siria hanno deliberatamente colpito gli ospedali inseriti nella lista dei luoghi protetti stilata dall'ONU

- Prove consistenti del coinvolgimento diretto della Russia in attacchi aerei illegali

Un nuovo rapporto di Amnesty International, "Nowhere is safe for us : Unlawful attacks and mass displacement in north-west Syria" ( Nessun luogo è sicuro per noi: Attacchi illegali e sfollamenti di massa nella Siria nord-occidentale), descrive 18 casi - la maggior parte dei quali in gennaio e febbraio 2020 - in cui le forze governative siriane e/o russe hanno preso di mira strutture sanitarie e scuole a Idlib, nella parte occidentale di Aleppo e a nord-ovest di Hama.

Di conseguenza, prima del cessate il fuoco del 5 marzo, a Idlib quasi un milione di persone - molte delle quali erano state ripetutamente sfollate - sono state nuovamente costrette a fuggire. Da lunghi mesi queste persone vivono in condizioni disastrose.

"Anche per gli standard della disastrosa crisi siriana, che dura ormai da nove anni, lo sfollamento e l'emergenza umanitaria scatenata dall'ultimo attacco a Idlib non ha precedenti. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu non deve tagliare l'ancora di salvezza rappresentata dagli aiuti umanitari transfrontalieri, mentre migliaia di vite umane sono in pericolo", ha detto Heba Morayef, direttrice per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty International.

"L'ultima offensiva è stata caratterizzata dalla messa in atto di un ripugnante modello di attacchi diffusi e sistematici volti a terrorizzare la popolazione civile. Nel frattempo, la Russia continua a fornire un supporto militare prezioso - anche effettuando direttamente attacchi aerei illegali - nonostante gli elementi che attestano che questo facilita i crimini di guerra e crimini contro l'umanità da parte dei militari siriani".

Le prove confermano i racconti dei testimoni

Nell’ambito delle ricerche per questo rapporto, Amnesty International ha intervistato 74 persone tra cui sfollati interni, insegnanti, medici e operatori umanitari. I resoconti dei testimoni sono stati corroborati da video e fotografie, oltre che da analisi di esperti di immagini satellitari, da rapporti di osservatori di volo a terra e da comunicazioni di volo dell'aviazione russa e siriana intercettate.

Queste registrazioni audio delle trasmissioni dalle cabine di pilotaggio degli aerei da guerra forniscono prove consistenti del coinvolgimento dell'esercito russo in almeno un attacco illegale che ha messo fuori uso un ospedale.

Attacchi agli ospedali

Secondo la Direzione sanitaria di Idlib, i raid siriani o russi hanno danneggiato o distrutto 10 strutture mediche a Idlib e Aleppo tra dicembre 2019 e febbraio 2020, uccidendo nove persone tra personale medico e altri. Decine di altre strutture mediche hanno dovuto chiudere completamente.

Amnesty International ha documentato attacchi che hanno portato alla chiusura di cinque ospedali in aree sotto il controllo di gruppi di opposizione armata.

Un medico sopravvissuto a uno di questi episodi - tre attacchi aerei russi che hanno colpito l'ospedale di al-Shami, ad Ariha, il 29 gennaio 2020 - ha detto ad Amnesty International che gli attacchi hanno distrutto almeno due edifici residenziali intorno all'ospedale, uccidendo 11 civili, tra cui un suo collega, e ferendone più di 30 altri.

"Mi sentivo così impotente. Il mio amico e collega morente, bambini e donne che urlavano fuori", ha detto, aggiungendo che "ci sono voluti due giorni alla protezione civile per rimuovere i corpi" dalle macerie.

Sulla base delle dichiarazioni dei testimoni e di altre informazioni credibili, in particolare degli osservatori di volo, Amnesty International ha concluso che questo attacco illegale è stato compiuto dalle forze russe.

Attacchi alle scuole

Secondo la Hurras Network (Rete siriana di protezione dell'infanzia), una ONG siriana, 28 scuole sono state colpite da attacchi aerei e terrestri nel gennaio e febbraio 2020. Dieci scuole sono state prese di mira in un solo giorno - il 25 febbraio - uccidendo nove civili.

Amnesty International ha indagato sugli attacchi a sei scuole in questo periodo: le forze siriane hanno utilizzato bombe-barile sganciate da aerei e munizioni a grappolo lanciate da terra contro due scuole, rispettivamente il 28 gennaio e il 25 febbraio.

Un insegnante ha detto ad Amnesty International:

"Una bomba a grappolo è esplosa vicino ai miei piedi, facendo saltare via la carne... Il dolore era insopportabile. Ho sentito il calore, come se mi bruciassero i piedi. Due studenti camminavano davanti a me. Uno è morto sul colpo e l'altro, miracolosamente, è sopravvissuto. Sono sicuro che era una munizione a grappolo perché ho sentito diverse esplosioni. Conosco molto bene il suono di un attacco con munizioni a grappolo, si sente una serie di piccole esplosioni. Come se dal cielo piovessero frammenti al posto dell'acqua".

Amnesty International ha identificato questi frammenti come residui di un razzo 220mm 9M27K da 220mm, fabbricato in Russia e trasferito all'esercito siriano. Contiene munizioni a grappolo 9N210 o 9N235, vietate dal diritto internazionale.

Civili presi di mira deliberatamente

Gli incidenti documentati nel rapporto esemplificano come le forze siriane e russe continuino a colpire deliberatamente i civili e obiettivi civili. Si tratta di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, che impone alle parti in guerra di distinguere tra obiettivi e combattenti militari, e civili e strutture civili, e di attaccare solo i primi. Si tratta anche di crimini di guerra: chi li ordina o li commette è penalmente responsabile. Oltre all'immunità da attacchi derivanti dal loro status di civili o strutture civili, gli ospedali e altre strutture mediche, gli operatori sanitari e i bambini sono anche l’oggetto di speciali protezioni nell’ambito dei conflitti armati.

Inoltre, molte delle strutture mediche prese di mira erano in una lista che l'ONU aveva precedentemente condiviso con le forze della Coalizione russa, turca e statunitense in Siria per designare chiaramente quali siti non devono essere attaccati.

Dislocamento sconcertante e condizioni di vita disastrose

L'ultimo assalto contro Idlib ha costretto quasi un milione di persone - oltre l'80% delle quali donne e bambini - a fuggire verso le zone vicine al confine turco, tra dicembre 2019 e marzo 2020.

Una donna che ha tre figli e la cui famiglia è stata costretta a trasferirsi due volte negli ultimi otto mesi ha detto ad Amnesty International: "Mia figlia, che è in prima elementare, ha sempre paura... Mi ha chiesto [dopo che siamo stati sfollati]: "Perché Dio non ci uccide? Nessun posto è sicuro per noi"".

Isolati in uno spazio che si restringe continuamente, questi civili continuano a subire condizioni di vita intollerabili in un contesto di risposta umanitaria insufficiente. Un aiuto tempestivo e duraturo è più che mai necessario.

L'ancora di salvezza dell'aiuto umanitario è minacciata

Nel luglio 2014, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità una risoluzione che autorizza gli aiuti transfrontalieri nella Siria nord-occidentale e in altre parti del Paese in mano a gruppi armati dell'opposizione, senza richiedere il consenso del governo siriano. Da allora la risoluzione è stata più volte prorogata - anche se con estrema difficoltà negli ultimi anni e con una riduzione del campo di applicazione nel gennaio 2020. La sua scadenza è prevista per il 10 luglio.

La Siria e i suoi alleati stanno cercando di porre fine a questo accordo e di convogliare invece gli aiuti attraverso Damasco. Questo renderebbe molto difficile per l'Onu e i suoi partner umanitari fornire aiuti tempestivi e duraturi. Il governo ha cercato regolarmente di limitare le operazioni di aiuto creando ostacoli burocratici. Ha anche creato una "lista nera" e perseguitato gli operatori umanitari associati alle aree controllate dall'opposizione. Gruppi armati come Hay'at Tahrir al-Sham hanno anche impedito alle organizzazioni umanitarie di fare il proprio lavoro in modo efficace.  

"I funzionari delle Nazioni Unite hanno già definito Idlib una "storia dell'orrore" umanitaria. Questo non farà che peggiorare, a meno che il Consiglio di Sicurezza non veda oltre gli stratagemmi politici e sostenga il prezioso legame rappresentato dagli aiuti umanitari transfrontalieri", ha dichiarato Heba Morayef.