Un sito di addestramento in Sud Sudan visitato dai ricercatori di Amnesty International. ©AI
Un sito di addestramento in Sud Sudan visitato dai ricercatori di Amnesty International. ©AI

Sud Sudan Il Consiglio di sicurezza dell’ONU deve rafforzare l’embargo sulle armi

Comunicato stampa, 30 aprile 2020, Londra/Lugano – Contatto media
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deve rinnovare e rafforzare l'applicazione dell'embargo sulle armi contro il Sud Sudan. Lo ha affermato oggi Amnesty International, esponendo nuove prove secondo le quali diverse forze di sicurezza stanno violando l'embargo e nascondendo le armi. Il mese prossimo il Consiglio di Sicurezza voterà una risoluzione per il rinnovo dell'embargo, che scade il 31 maggio 2020.

- Amnesty International ha visitato 12 campi militari in Sud Sudan

- Le visite sul posto e le immagini satellitari rivelano che diverse forze armate violano l'embargo sulle armi

- Le ricerche rivelano l’esistenza di depositi di armi nascosti

- Documentati anche il ricorso ai bambini soldato e l'occultamento e la sottrazione illecita di armi

All'inizio di quest'anno, gli investigatori dell'organizzazione hanno avuto accesso a 12 siti di addestramento e accantonamento militare in tutto il paese. Si tratta di siti gestiti da membri di forze precedentemente opposte, tra cui le Forze di difesa popolare del Sud Sudan (South Sudan People’s Defence Forces - SSPDF), l'Esercito di liberazione del popolo sudanese in Opposizione (Sudan People’s Liberation Army-In Opposition - SPLA-IO) e la South Sudan Opposition Alliance (SSOA), nonché forze della polizia, dei vigili del fuoco e del servizio di protezione della fauna selvatica.

Amnesty International ha scoperto prove di nuove importazioni di armi leggere e munizioni, di occultamento illecito di armi e di diversione di veicoli corazzati per usi militari non approvati dalle licenze per il trasferimento di armi. I resoconti del governo e delle ex forze dell'opposizione sulle disposizioni di sicurezza hanno attivamente ingannato gli osservatori dell'Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD), dimostrando l'urgente necessità di una verifica meticolosa e indipendente.

"L'Unione Africana si è fissata come obiettivo per il 2020 di "far tacere le armi" nel continente. Questo, secondo quanto dichiarato, comprende l'adozione di misure per prevenire le violazioni dell'embargo ONU sulle armi. Il prolungamento dell'embargo sul Sud Sudan è quindi un passo cruciale. Dal 2013 queste armi sono state usate per commettere orribili violazioni dei diritti umani e crimini di guerra", ha dichiarato Deprose Muchena, direttore di Amnesty International per l'Africa orientale e meridionale.

Prove di violazioni dell'embargo ONU sulle armi

L’embargo è entrato in forza nel luglio 2018. La maggior parte delle centinaia di fucili e altre armi di piccolo calibro che gli investigatori di Amnesty International hanno visto in mano ai soldati risalgono a prima del 2018. Tuttavia, le guardie del corpo di importanti generali del governo e delle truppe dell'opposizione, che hanno un accesso privilegiato alle armi di recente acquisizione, avevano armi provenienti dall'Europa dell’Est che non sono state documentate in precedenza in Sud Sudan. Amnesty presume che queste armi siano state importate in violazione dell'attuale embargo sulle armi.

Amnesty International è entrata in possesso di fotografie che dimostrano che il servizio di sicurezza nazionale (NSS) possiede munizioni cinesi, che molto probabilmente ha ottenuto illegalmente. Anche i pezzi di ricambio per gli elicotteri d'attacco dell'MI-24 delle forze governative devono essere entrati nel Paese allo stesso modo. Gli elicotteri sono stati usati anche per commettere violazioni dei diritti umani e per uccidere i civili.

Armi nascoste e bambini soldato

Nell'accordo di risoluzione del conflitto del settembre 2018, le parti in conflitto avevano concordato di formare un esercito congiunto unendo truppe nemiche e di deporre tutte le armi in campi sotto sorveglianza indipendente.

In nessuno dei 12 campi militari che Amnesty ha visitato c'erano prove di un processo di disarmo in corso. L'accesso per le ispezioni ufficiali dell'IGAD è stato accuratamente orchestrato o impedito dal governo: in un caso, gli ispettori sono stati addirittura arrestati, maltrattati e derubati dall'Agenzia nazionale di intelligence.

In almeno due dei campi visitati, Amnesty International ha rilevato anche la presenza di bambini soldato. L'Unicef stima che, a fine luglio 2019, erano almeno 19 000 i bambini attivi nei gruppi armati del Sud Sudan. Nel febbraio 2020 solo poche decine di bambini presenti nei campi militari erano stati rilasciati. Nonostante esista un piano d'azione del governo per combattere la violenza contro i bambini, È necessario fare di più contro questi crimini. I responsabili devono essere consegnati alla giustizia.