L'assegnazione agli arresti domiciliari sarebbe possibile sulla base di semplici sospetti riguardo quanto la persona potrebbe fare in futuro. © LFO62 / shutterstock.com
L'assegnazione agli arresti domiciliari sarebbe possibile sulla base di semplici sospetti riguardo quanto la persona potrebbe fare in futuro. © LFO62 / shutterstock.com

Svizzera Leggi drastiche per combattere il terrorismo

Comunicato stampa, 14 gennaio 2020, Berna/Lugano – Contatto media
I progetti di legge antiterrorismo, che concedono enormi poteri alla polizia per fermare i "potenziali terroristi" - compresi i bambini a partire dai 12 anni - devono essere respinti. Lo ha dichiarato Amnesty International alla vigilia di un'importante sessione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati, prevista giovedì 16 gennaio 2020.

La legislazione antiterrorismo proposta consentirebbe di emettere mandati per limitare la libertà di movimento, di espressione e di associazione, nonché il diritto alla vita privata e familiare e il diritto al lavoro. Questi provvedimenti potrebbero essere presi basandosi unicamente su vaghi sospetti secondo cui le persone toccate potrebbero - in futuro - rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. La legislazione darebbe anche enormi poteri alla polizia - tra cui quello di mettere le persone agli arresti domiciliari, di imporre divieti di viaggio e di sottoporre a sorveglianza elettronica - senza quasi fornire una protezione contro gli abusi.

"Se la polizia ritiene che un individuo rappresenti una minaccia, deve indagare e, se necessario, accusare la persona sospettata e processarla nell'ambito di un processo equo. È così che funziona il diritto penale!" ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty International sui diritti umani e l'antiterrorismo in Europa.

Il potere conferito alle autorità di limitare fortemente le libertà individuali non in base alle azioni compiute, ma a partire da un’ipotesi su quanto la persona potrebbe fare in futuro, apre la porta agli abusi. Inoltre queste misure, alcune delle quali applicabili a bambini a partire dai 12 anni, non sono accompagnate da sufficienti misure di salvaguardia, il che potrebbe portare ad un’attuazione arbitraria e discriminatoria.

La proposta di Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo prevede, tra l'altro, la possibilità degli arresti domiciliari che - allo stato attuale del progetto - potrebbero essere rinnovati a tempo indeterminato. Gli arresti domiciliari potrebbero essere ordinati nei confronti di minori a partire dai 15 anni di età; tutte le altre misure sarebbero applicabili a partire dai 12 anni di età.

Secondo il disegno di legge, l'Ufficio federale di polizia (Fedpol) avrebbe un ampio potere discrezionale di emettere mandati amministrativi. Nella maggior parte dei casi non ci sarebbe bisogno di una decisione giudiziaria preventiva: la Fedpol potrebbe basare la propria decisione su semplici sospetti secondo i quali una persona potrebbe un giorno rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. Questa soglia è troppo bassa per garantire la sicurezza del diritto e potrebbe sfociare in misure arbitrarie.

Un così ampio potere discrezionale, unito alla quasi totale assenza di garanzie procedurali - come il diritto a un'udienza in contraddittorio davanti a un tribunale che consenta di contestare la ragionevolezza del sospetto e garantisca l'accesso ai documenti necessari per contestare la legittimità del provvedimento ordinato - svantaggerebbe chiaramente la persona oggetto di un mandato. Il disegno di legge viola così il principio secondo cui tutti gli indagati devono poter rispondere alle accuse che li riguardano a "parità di condizioni".

"Le norme internazionali sui diritti umani richiedono agli Stati di adottare misure adeguate per proteggere i propri cittadini dagli attacchi terroristici contro la popolazione civile, così da poter garantire la sicurezza e l'incolumità di coloro che vivono nel loro territorio. Tuttavia, le misure antiterrorismo devono sempre rispettare lo Stato di diritto e i diritti umani. Anche se la minaccia rappresentata dagli attacchi terroristici contro i cittadini è reale e deve essere combattuta con determinazione, il ruolo dei governi deve essere quello di garantire a tutti la sicurezza necessaria per godere dei propri diritti, e non di limitarli in nome della sicurezza", ha detto Alain Bovard, giurista della Sezione Svizzera di Amnesty International.

"Privare le persone delle loro libertà mettendole agli arresti domiciliari, senza dar loro la possibilità di contestare questa decisione attraverso un processo equo, è una chiara violazione degli obblighi della Svizzera in materia di diritti umani. Inoltre, i bambini non dovrebbero mai essere detenuti in tali circostanze. Il Parlamento svizzero deve revocare la propria decisione e astenersi dal conferire poteri così ampi alla polizia.”

Contesto

Il 16 gennaio rappresenta un momento cruciale nel processo parlamentare di elaborazione della nuova legislazione antiterrorismo. La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati esaminerà il progetto per la prima volta e sarà chiamata a formulare le proprie raccomandazioni.

Insieme alla Piattaforma svizzera delle ONG per i diritti umani - una coalizione di oltre 80 organizzazioni non governative - la Sezione svizzera di Amnesty International si è espressa con forza contro la nuova legislazione antiterrorismo proposta dal governo.

Qui è disponibile un documento che illustra la presa di posizione nel dettaglio