«Gli strumenti preventivi impiegati per lottare contro le attività terroristiche sono stati costantemente rafforzati negli ultimi anni e sono sufficienti per lottare contro le minacce eventuali. Delle azioni che si collegano a delle eventuali future infrazioni terroristiche sono già represse dal diritto penale», ha sottolineato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty International Svizzera.
L’arsenale di misure di polizia previsto dalle MPT rafforza la possibilità di agire a monte di qualsiasi infrazione commessa in base a degli indizi. La legge proposta include in particolare gli arresti domiciliari a partire dai 15 anni, il divieto di contatto e il divieto di perimetro dai 12 anni. Con l’eccezione degli arresti domiciliari, pronunciati da un giudice, queste misure saranno ordinate al di fuori di qualsiasi controllo giudiziario e al di fuori della procedura penale.
«Contrarie alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, queste pene privative della libertà pronunciate preventivamente limitano fortemente i diritti fondamentali e ampliano i poteri arbitrari della polizia. Sono inoltre estremamente problematiche dal punto di vista dell’interesse superiore del bambino, ancorato nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia», si legge nella risoluzione adottata dalle attiviste e dagli attivisti di Amnesty Svizzera.
Amnesty International si era già espressa con forza contro il progetto di legge sulle misure di polizia, in votazione il 13 giugno 2021, durante il processo di consultazione e i dibattiti parlamentari. La MPT è anche stata criticata con termini forti da numerosi esperti nazionali e internazionali di diritto e diritti umani.
Con la risoluzione adottata durante la sua Assemblea generale, Amnesty Svizzera si impegna a diffondere i propri argomenti contro la legge con una coalizione di altre ONG, e a convincere elettrici ed elettori a votare “no” a questa legge arbitraria.
Accesso universale ai trattamenti contro il Covid-19
«Mentre il governo degli Stati Uniti ha annunciato il proprio sostegno alla deroga dei brevetti sui vaccini contro il Covid-19, la posizione della Svizzera sul mantenimento dei diritti sulla produzione dei vaccini non è più difendibile. È ora che il nostro paese dia priorità alla salute di tutte e tutti e ai diritti umani, invece che ai profitti delle aziende private», ha sottolineato Alexandra Karle.
«Ora la Svizzera deve unirsi agli sforzi esistenti a livello internazionale per salvare un importante numero di vite nel mondo intero, e sostenere la sospensione della proprietà intellettuale sui vaccini contro il Covid-19, facendo inoltre in modo che le aziende condividano le proprie conoscenze così che questi vaccini possano essere prodotti nelle quantità e al ritmo necessari.»
Con una risoluzione adottata durante la propria Assemblea generale, Amnesty Svizzera si impegna a sostenere le proposte per permettere un accesso universale alle cure contro il Covid-19 davanti al Consiglio federale. Per fare questo si appoggia in particolare sulla sua petizione, un lavoro di comunicazione, di informazione e lobbying in partenariato con l’ONG Public Eye.
«Al termine della propria Assemblea generale, Amnesty International Svizzera si impegna con convinzione sui temi cruciali attuali: l’accesso al vaccino contro il Covid-19 e la legislazione anti-terrorismo, le cui misure più arbitrarie devono essere modificate», ha concluso Alexandra Karle.
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