Una panoramica di Axum mostra le aree principali della città. Le strutture danneggiate dai bombardamenti e dagli attacchi aerei sono indicate da marcatori arancioni. Le aree con detriti significativi, probabilmente a causa di saccheggi, sono indicate da marcatori gialli.©google
Una panoramica di Axum mostra le aree principali della città. Le strutture danneggiate dai bombardamenti e dagli attacchi aerei sono indicate da marcatori arancioni. Le aree con detriti significativi, probabilmente a causa di saccheggi, sono indicate da marcatori gialli. ©google

Etiopia/Eritrea Il massacro di centinaia di civili di Axum da parte dell’esercito eritreo può essere considerato un crimine contro l'umanità

Comunicato stampa, 26 febbraio 2021, Londra/Lugano – Contatto media
Il 28 e 29 novembre 20202, le truppe eritree che combattono nello stato etiope del Tigray hanno sistematicamente ucciso centinaia di civili disarmati nella città settentrionale di Axum. I militari hanno aperto il fuoco nelle strade e condotto incursioni casa per casa in un massacro che potrebbe equivalere a un crimine contro l'umanità. Lo afferma Amnesty International in un nuovo rapporto.

Amnesty International ha parlato con 41 sopravvissuti e testimoni - tra cui interviste di persona con rifugiati arrivati di recente nel Sudan orientale e interviste telefoniche con persone ad Axum - oltre ad altre 20 persone a conoscenza degli eventi. Essi hanno coerentemente descritto esecuzioni extragiudiziali, bombardamenti indiscriminati e saccheggi diffusi dopo che le truppe etiopi ed eritree hanno condotto un'offensiva per prendere il controllo della città durante il conflitto con il Tigray People's Liberation Front (TPLF), a metà novembre.

L'analisi delle immagini satellitari da parte del Crisis Evidence Lab corrobora i rapporti di bombardamenti indiscriminati e saccheggi di massa, oltre a identificare i segni di nuove sepolture di massa vicino a due chiese della città.

"Le prove sono convincenti e puntano a una conclusione agghiacciante. Le truppe etiopi ed eritree hanno compiuto molteplici crimini di guerra nell’offensiva per il controllo di Axum. Inoltre, le truppe eritree si sono scatenate e hanno sistematicamente ucciso centinaia di civili a sangue freddo, il che sembra costituire crimini contro l'umanità", ha dichiarato Deprose Muchena, direttore di Amnesty International per l'Africa orientale e meridionale.

"Questa atrocità è tra le peggiori documentate finora in questo conflitto. Oltre all'altissimo numero di morti, gli abitanti di Axum sono sprofondati in giorni di trauma collettivo tra violenze, lutti e sepolture di massa".

Le uccisioni di massa sono avvenute poco prima della celebrazione annuale del Axum Tsion Mariam, un'importante festa cristiana ortodossa etiope che si tiene il 30 novembre, aggravando il trauma e gettando un'ombra su un evento annuale che in genere attira molti pellegrini e turisti nella città sacra.

Offensiva militare su larga scala

Il 19 novembre 2020 le forze militari etiopi ed eritree hanno preso il controllo di Axum in un'offensiva su larga scala, uccidendo e dislocando i civili con bombardamenti e sparatorie indiscriminati.

Nei nove giorni seguenti, i militari eritrei hanno saccheggiato proprietà civili e portato a termine esecuzioni extragiudiziali.

I testimoni hanno potuto facilmente identificare le forze eritree. Queste infatti guidavano veicoli con targhe eritree, indossavano mimetiche e calzature usate dall'esercito eritreo e parlavano arabo o un dialetto tigrino non parlato in Etiopia. Alcuni portavano le cicatrici facciali rituali dei Ben Amir, un gruppo etnico assente in Etiopia. Infine, alcuni dei soldati non nascondevano la loro identità dicendo apertamente ai residenti di essere eritrei.

"Per strada c’erano solo cadaveri e persone che piangevano"

Secondo i testimoni, le truppe eritree hanno scatenato il peggio della violenza il 28-29 novembre. L'assalto è arrivato direttamente dopo che un piccolo gruppo di miliziani pro-TPLF ha attaccato la base dei soldati sulla montagna Mai Koho, la mattina del 28 novembre. I miliziani erano armati di fucili e sostenuti dai residenti che brandivano armi improvvisate, compresi bastoni, coltelli e pietre.

In un video registrato nelle prime ore della giornata da diversi punti ai piedi della montagna, si sentono spari continui che risuonano in tutta la città.

Un uomo di 22 anni che voleva portare cibo alla milizia ha raccontato ad Amnesty International: "I soldati eritrei erano addestrati, ma i giovani residenti non sapevano nemmeno come sparare... molti dei combattenti [locali] hanno iniziato a scappare, lasciando cadere le armi. I soldati eritrei sono entrati in città e hanno iniziato a uccidere a caso".

Sopravvissuti e testimoni hanno detto che, a partire dalle 16 circa del 28 novembre, le forze eritree hanno sparato deliberatamente e gratuitamente sui civili.

Secondo i residenti, le vittime non erano armate e molti stavano scappando dai soldati quando sono stati colpiti. Un uomo che si è nascosto in un edificio in costruzione ha detto di aver visto un gruppo di sei soldati eritrei uccidere un vicino con una mitragliatrice pesante montata su un veicolo, lungo la strada vicino al Mana Hotel: "Era in piedi. Penso che fosse confuso. Erano probabilmente a circa 10 metri da lui. Gli hanno sparato in testa".

Un residente maschio di 21 anni ha detto: "Ho visto molte persone morte in strada. Anche la famiglia di mio zio. Sei membri della sua famiglia sono stati uccisi. Così tante persone sono state uccise".

Le uccisioni hanno lasciato le strade e le piazze acciottolate di Axum cosparse di corpi. Un uomo che era scappato dalla città vi ha fatto ritorno di notte, quando la sparatoria si era fermata. "Per strada c’erano solo cadaveri e persone che piangevano", ha detto.

Il 29 novembre, i soldati eritrei hanno sparato a chiunque cercasse di spostare i corpi delle persone uccise.

I soldati hanno anche continuato a fare incursioni casa per casa, cacciando e uccidendo uomini adulti, così come alcuni ragazzi adolescenti e un numero minore di donne. Un uomo ha detto di aver guardato dalla finestra, il 29 novembre, e di aver visto nella strada fuori casa i corpi di sei uomini uccisi. Ha detto che i soldati li hanno allineati, per poi sparare loro da dietro, con una mitragliatrice leggera così da ucciderne diversi alla volta con un solo proiettile.

Gli intervistati hanno nominato decine di persone che conoscevano e che sono state uccise, e Amnesty International ha raccolto i nomi di più di 240 vittime. L'organizzazione non è stata in grado di verificare in modo indipendente il bilancio complessivo delle vittime, ma le testimonianze coerenti e le prove che confermano la realtà rendono plausibile che centinaia di residenti siano stati uccisi.

Seppellire i morti

La maggior parte delle sepolture ha avuto luogo il 30 novembre, ma il processo di raccolta e sepoltura è durato diversi giorni.

Molti residenti hanno detto di essersi offerti volontari per spostare i corpi sui carri, in gruppi da cinque a dieci alla volta; uno ha detto di aver trasportato 45 corpi. I residenti stimano che diverse centinaia di persone siano state sepolte all'indomani del massacro, e hanno partecipato ai funerali in diverse chiese dove sono state sepolte decine di persone. Centinaia di persone sono state sepolte al più grande funerale, tenutosi nel complesso che comprende la chiesa Arba'etu Ensessa e la chiesa Axum Tsion St Mariam.

Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha geolocalizzato un video che mostra persone che trasportano un uomo morto su una barella in Da'Ero Ela Plaza (14.129918, 38.717113), verso la chiesa Arba'etu Ensessa. Immagini satellitari ad alta risoluzione del 13 dicembre mostrano terra scavata di recente coerente con nuove tombe intorno alle chiese Arba'etu Ensessa e Abune Aregawi.

Intimidazioni e saccheggi

Nei giorni successivi alle sepolture, l'esercito eritreo ha radunato centinaia di residenti in diverse parti della città. Hanno picchiato alcuni degli uomini, minacciandoli di una nuova serie di uccisioni per vendetta in caso di resistenza.

I residenti di Axum hanno assistito a un aumento dei saccheggi da parte dell'esercito eritreo durante questo periodo. Ad essere presi di mira sono stati negozi, edifici pubblici tra cui un ospedale, e case private. Beni di lusso e veicoli sono stati ampiamente saccheggiati, così come medicine, mobili, articoli per la casa, cibo e bevande.

Il diritto internazionale umanitario (le leggi della guerra) proibisce di prendere deliberatamente di mira i civili, gli attacchi indiscriminati, e il saccheggio. Le violazioni di queste regole costituiscono crimini di guerra. Le uccisioni illegali avvenute nel corso di un attacco diffuso o sistematico contro una popolazione civile sono crimini contro l'umanità.

"È urgente che sia avviata un'indagine guidata dalle Nazioni Unite sulle gravi violazioni avvenute ad Axum. I sospettati di possibili di crimini di guerra o di crimini contro l'umanità devono essere perseguiti nell’ambito di processi equi; le vittime e le loro famiglie devono ricevere un giusto indennizzo", ha dichiarato Deprose Muchena.

"Ripetiamo la nostra richiesta al governo etiope di garantire un accesso illimitato e senza ostacoli in tutto il Tigray alle organizzazioni umanitarie, dei diritti umani e dei media".