© Novikov Aleksey /shutterstock.com
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Cina La Svizzera deve esigere il rispetto dei diritti umani

Comunicato stampa, 25 novembre 2021, Berna – Contatto media
Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis si reca in Cina per una visita di alto livello. Questo viaggio avviene poco dopo che la Svizzera ha ritirato il proprio sostegno a una dichiarazione congiunta di condanna dei crimini nello Xinjang sottoscritta da 43 stati membri all'Assemblea Generale dell'ONU.

"Le questioni commerciali strategiche e i buoni uffici della Svizzera per i colloqui tra gli Stati Uniti e la Cina non devono portare a un atteggiamento timorato sui diritti umani. Amnesty International si aspetta che nel corso della sua visita il ministro degli Esteri svizzero faccia costantemente pressione per il rispetto dei diritti umani e che comunichi sulle preoccupazioni della Svizzera riguardo il grave disprezzo del governo cinese nei loro confronti anche pubblicamente", ha dichiarato Michael Ineichen, responsabile advocacy di Amnesty International Svizzera.

La Strategia Cina adottata dal Consiglio federale afferma esplicitamente: «Determinante per garantire l’effettivo impatto dell’impegno per i diritti umani nei confronti della Cina è la difesa coerente e costante di queste preoccupazioni a tutti i livelli e negli organismi multilaterali.» A fine ottobre, nell’ambito di una commissione per i diritti umani dell’Assemblea generale dell’ONU un gruppo di 43 stati - tra cui alcuni paesi europei - ha condannato la repressione degli Uiguri. Sorprendentemente la Svizzera, che aveva ripetutamente appoggiato le dichiarazioni del gruppo sulle azioni di Pechino nello Xinjiang, non ha firmato la dichiarazione. Dettaglio importante: poco prima si era tenuto a Zurigo il primo incontro di alto livello tra gli Stati Uniti e la Cina. Poi il ministro degli Esteri Cassis ha annunciato il proprio viaggio in Cina.

"La Svizzera dovrebbe esigere l'accesso immediato alla regione per poter condurre un'inchiesta indipendente sulle gravi violazioni die diritti umani nello Xinjiang. Questo deve valere anche per giornalisti e ricercatori indipendenti e non si deve limitare allo Xinjiang. È inoltre necessario permettere di accedere ai campi d’internamento e alle prigioni in altre parti della Cina", ha affermato Michael Ineichen. "Inoltre il consigliere federale Cassis dovrebbe esigere da parte dei funzionari di alto livello il rilascio di tutte le persone ingiustamente detenute e la fine dei campi di internamento".

Riguardo la crescente repressione a Hong Kong, Amnesty International si aspetta che il ministro degli Esteri svizzero ribadisca ai propri interlocutori le preoccupazioni già espresse in precedenza dal DFAE sul rapido indebolimento della società civile e sul deterioramento della libertà di espressione attraverso la "Legge sulla sicurezza nazionale".