Matrimonio per tutt* Un diritto umano garantito dalla Costituzione!

Comunicato stampa, 23 agosto 2021, Berna/Lugano – Contatto media
Il 26 settembre, il popolo svizzero si pronuncerà sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Insieme al Comitato nazionale per “Matrimonio per tutt*”, anche Amnesty International si mobilita in favore di un chiaro “Sì”. Il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito dai patti internazionali sui diritti umani e dalla Costituzione svizzera.

"Il riconoscimento legale dell'amore tra persone dello stesso sesso manda un segnale importante di tolleranza e uguaglianza a tutta la società. Nei paesi che hanno già introdotto il “matrimonio per tutt*” i pregiudizi e le aggressioni contro le persone LGBTIQ+ sono diminuite", ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty Svizzera.

Nel dicembre 2020, il Parlamento ha accettato di garantire l'accesso al matrimonio alle coppie dello stesso sesso. La revisione del Codice civile prevista da entrambe le camere concede alle persone omosessuali il diritto di sposarsi, facilita la naturalizzazione del partner e l'adozione congiunta, così come l'uso della donazione di sperma per le coppie di donne lesbiche. Un comitato trasversale, composto principalmente da rappresentanti di UDF e UDC, si oppone a questo progetto e ha lanciato un referendum. Il popolo svizzero si esprimerà il 26 settembre. In caso di approvazione, la Svizzera sarebbe il 29° paese - uno degli ultimi in Europa - a introdurre il matrimonio per tutt* su scala nazionale.

Il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (art. 23), dalla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (art. 12) e dalla Costituzione federale svizzera (art. 14). In Svizzera, tuttavia, le coppie dello stesso sesso non hanno ancora la possibilità di sposarsi.

Dal 2007, in Svizzera le coppie dello stesso sesso possono stipulare un'unione registrata. Anche se la misura riconosce legalmente l'impegno delle coppie dello stesso sesso, rimane una forma di "matrimonio di serie B". Il Consiglio dei diritti umani dell'ONU ha evidenziato le carenze dei partenariati registrati nell’Esame periodico universale (EPU) della Svizzera (raccomandazione 147.34).

Disuguaglianza dei diritti

Le unioni registrate comportano un'esposizione costante delle persone coinvolte: questo stato civile documenta e rende pubblico l'orientamento sessuale di una persona. A differenza delle coppie sposate, le persone in unione domestica registrata non hanno diritto alla cittadinanza svizzera o alla naturalizzazione semplificata. Ci sono quindi ulteriori ostacoli alla convivenza di coppie bi-nazionali dello stesso sesso.

Alle coppie dello stesso sesso è negato l'accesso alla medicina riproduttiva o all'adozione - ad eccezione dell'adozione di un/a figliastro/a. L'introduzione del matrimonio per tutt* in Svizzera permetterebbe alle coppie sposate di adottare per creare una famiglia e alle coppie di donne di rivolgersi alle banche del seme. Le coppie dello stesso sesso e i loro figli sono meno protetti dalla legislazione attuale. La genitorialità originaria della coppia è legata al matrimonio. Tuttavia, nel caso di un matrimonio lesbico, dalla nascita entrambe le donne saranno riconosciute come genitrici del bambino. Questa direttiva mette al centro l'interesse del bambino, poiché i bambini sono legalmente protetti in caso di morte di un genitore.

"Accordare diritti come il diritto di sposarsi o di creare una famiglia è un primo, atteso, passo verso l'uguaglianza. Non è accettabile che in Svizzera ci siano persone discriminate a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere!", ha concluso Alexandra Karle.

Maggiori informazioni