Estrazione di cobalto, un minerale utilizzato nelle batteria al litio – vicino al Lago Malo (Repubblica democratica del Congo) nel 2017. ©Amnesty International
Estrazione di cobalto, un minerale utilizzato nelle batteria al litio – vicino al Lago Malo (Repubblica democratica del Congo) nel 2017. ©Amnesty International

Responsabilità delle imprese Sanare l'industria delle batterie - Amnesty International presenta una lista di principi

Comunicato stampa, 4 febbraio 2021, Londra/Lugano – Contatto media
Garantire catene di approvvigionamento pulite e verdi per la produzione di batterie deve essere una priorità per le aziende e i governi nella fase di ripresa dopo la pandemia. Lo afferma Amnesty International, nel pubblicare una serie di principi per garantire che la produzione di batterie al litio - che alimentano veicoli elettrici e molti dispositivi elettronici, e che sono essenziali nella lotta contro il cambiamento climatico - non sia legata a violazioni dei diritti umani o danni ambientali.

Una precedente ricerca di Amnesty ha rivelato come il cobalto estratto da bambini nella Repubblica Democratica del Congo potrebbe entrare nelle catene di approvvigionamento di alcuni dei più grandi marchi di elettronica e di veicoli elettronici al mondo. In Sud America sono state raccolte prove secondo le quali l'estrazione del litio presenta rischi per le risorse idriche delle popolazioni indigene e ai fragili ecosistemi. Nel frattempo, la crescente domanda di tecnologie "verdi" per le batterie pone nuovi rischi per l'ambiente, tra cui l'inquinamento delle aree minerarie, i danni ai fondali oceanici e l'aumento dei rifiuti dovuto a una progettazione inefficiente.

"Mentre tecnologie come i veicoli elettrici sono determinanti per permettere al mondo di allontanarsi dai combustibili fossili, la rivoluzione delle batterie rappresenta dei rischi per i diritti umani e il pianeta. Questo è un momento cruciale, e dobbiamo ripensare il modo in cui le nostre economie e industrie agiscono - mentre l'incubo a occhi aperti della pandemia continua, abbiamo l'opportunità di costruire un futuro più giusto e sostenibile", ha dichiarato Danièle Gosteli-Hauser, responsabile Economia e Diritti Umani per Amnesty International Svizzera.

"Chiediamo alle aziende attive in tutte le fasi della catena di approvvigionamento delle batterie di dare il proprio contributo per garantire che stiano veramente alimentando il cambiamento. I diritti umani devono essere al centro delle loro operazioni - questo potrebbe significare rendere le catene di fornitura più trasparenti, fornire risarcimenti laddove abbiano causato danni, o assicurare che le comunità indigene siano consultate sui progetti minerari che le riguardano.

"I governi devono fare da guida nel sostenere gli investimenti energetici e le soluzioni basate su una giusta transizione. Qualsiasi mancanza di rispetto per i diritti umani dovrebbe essere proibitiva per le aziende coinvolte nell'industria delle batterie - questo significa che i governi devono far rispettare le leggi di protezione ambientale, indagare sulle accuse di abuso, e rendere la due diligence sui diritti umani un obbligo legale. In Svizzera, quest'ultimo requisito è stato spazzato via nella votazione di novembre sull'iniziativa per le multinazionali responsabili, poiché mancava nella maggioranza dei cantoni. A un certo punto, però, anche la Svizzera dovrà adeguarsi alla scena internazionale,” afferma Gosteli-Hauser.

Alimentare il cambiamento

Nel documento, Powering Change: Principles for Businesses and Governments in the Battery Value Chain, Amnesty International stabilisce i principi chiave che governi e aziende dovrebbero rispettare per evitare di causare, contribuire o essere direttamente collegati a violazioni dei diritti umani e danni ambientali. Almeno 27 organizzazioni per i diritti umani e l'ambiente hanno sottoscritto questi principi.

I principi si applicano a tutte le imprese coinvolte nel settore, compreso il settore finanziario, che sta sostenendo una vasta espansione dell'energia verde e della tecnologia delle batterie attraverso grandi fondi "ESG". 

Amnesty International invita i produttori a progettare le batterie con l’obiettivo di ottenere la massima efficienza delle risorse, includendo innovazioni per utilizzare meno materiali e minerali, e a lavorare per ottenere, in modo sicuro, il 100% di contenuto riciclato nelle batterie.

Il briefing evidenzia anche i pericoli dell'estrazione nei fondali marini e invita le aziende e i governi a sostenere proattivamente una moratoria su questa pratica. 

Amnesty International chiede inoltre ai governi e alle imprese di lavorare con i difensori dei diritti ambientali e le comunità indigene, assicurando che siano consultati e adeguatamente informati sulle operazioni pianificate e sui potenziali rischi. 

"Le imprese dovrebbero trattare i difensori dei diritti ambientali e umani come alleati, non come avversari", ha dichiarato Danièle Gosteli-Hauser, "Mettere gli interessi aziendali al di sopra della protezione dei diritti umani e dell'ambiente è stato il modo di procedere per troppo tempo.  Il risultato è una scioccante disuguaglianza globale, un devastante cambiamento climatico e un flusso apparentemente infinito di cattive notizie sul futuro. Non deve essere così - dobbiamo assicurarci che le nuove tecnologie ci mettano tutti sulla strada per un futuro migliore".