Il totale dei manifestanti arrestati dal 23 gennaio ha superato gli 8000. I centri di detenzione sono così sovraffollati che oltre 100 persone sono state trasferite nei centri di espulsione per cittadini stranieri.
Come in occasione del 23 gennaio, prima delle proteste le autorità hanno arrestato decine di attivisti dell’opposizione e della Fondazione anti-corruzione di Navalny: tra questi il fratello di Navalny, Oleg; l’avvocato della Fondazione, Lyubov Sobol; il capo del quartier generale di Navalny a Mosca, Oleg Stepanov; la cantante del gruppo punk Pussy Riot, Maria Alyokhina; la presidente dell’Alleanza dei sindacati dei medici, Anastasia Vasilyeva.
Queste persone dovranno rimanere in carcere fino al 23 marzo per violazione delle norme sanitarie ed epidemiologiche, ai sensi dell’articolo 236 del codice penale.
“Il Cremlino ha intrapreso una guerra contro i diritti umani, stroncando le richieste di libertà e cambiamento che si levano dalle manifestazioni. Questo disperato tentativo di ridurre al silenzio il dissenso deve cessare“, ha dichiarato Natalia Zviagina, direttrice dell’ufficio di Amnesty International di Mosca.
“Chiediamo che tutti i manifestanti e gli attivisti arrestati per aver preso parte alle manifestazioni pacifiche siano rilasciati immediatamente e senza condizioni“, ha aggunto Zviagina.