Oltre 100 paesi sostengono già la richiesta di una deroga temporanea a determinate regole internazionali in materia di proprietà intellettuale sottoposte dall’India e dall’Africa del Sud al WTO/OMC. Un gruppo di paesi – tra i quali la Svizzera – ha però respinto la proposta di una deroga dell’Accordo TRIPS (Trade-related Aspects of Intellectual Property Agreement, Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio). Questo accordo garantisce alle aziende farmaceutiche dei diritti ampliati di protezione della proprietà intellettuale.
Alla vigilia di una riunione cruciale al WTO, il 4 febbraio prossimo, Amnesty International e Public Eye chiedono al Consiglio federale di levare l’opposizione a una deroga temporanea alle regole internazionali in materia di proprietà intellettuale. Questa eccezione è essenziale poiché permetterebbe ad altre aziende di produrre e distribuire il vaccino e i medicamenti contro il Covid-19 nel mondo intero. Se la deroga fosse accettata, ogni Stato membro del WTO potrebbe decidere, se lo desidera, di non tenere in considerazione i brevetti riguardo i test diagnostici, i trattamenti o i vaccini contro il Covid-19 per la durata della pandemia.
“Questa deroga permetterebbe un importante guadagno di tempo, ma anche una libertà d’azione per moltiplicare la produzione di mezzi di lotta contro il Coronavirus, rispondendo ai bisogni locali o regionali che attualmente sono scoperti. Le restrizioni imposte dall’Accordo TRIPS lo impediscono,” sottolinea Patrick Durisch, responsabile Politica Salute a Public Eye. “Un’impresa locale con il know-how necessario sarebbe autorizzata a produrre test, vaccini o medicamenti senza dover negoziare a lungo per una licenza.”
La Svizzera si oppone a questa deroga, con il pretesto che la proprietà intellettuale non è un ostacolo e che esistono già dei meccanismi, come la licenza obbligatoria, per derogarvi nei paesi a basso reddito. “Questi meccanismi sono chiaramente insufficienti per garantire un accesso rapido ed equo ai mezzi di lotta al Covid-19. Hanno una portata limitata e richiedono tempi troppo lunghi considerata l’urgenza sanitaria internazionale,” spiega Patrick Durisch.
“Sostenere la deroga temporanea all’Accordo TRIPS è una tappa importante per rispondere agli obblighi degli Stati in materia di diritto alla salute e di diritti umani,” sostiene Pablo Cruchon, responsabile della campagna per Amnesty Svizzera. “I governi hanno l’obbligo di vegliare affinché tutti i paesi condividano i benefici della ricerca scientifica e abbiano accesso ai prodotti e ai trattamenti medici necessari per lottare contro il Covid-19.”
Complemento d’informazione: nazionalismo vaccinale su scala planetaria
Alcuni paesi ricchi, tra i quali la Svizzera, firmano accordi bilaterali per garantire l’acquisto di miliardi di dosi di vaccino per la propria popolazione. Di conseguenza altri paesi più poveri dovranno attendere diversi mesi, se non anni, prima di ottenere un approvvigionamento in vaccini. Nella situazione attuale, circa 70 paesi non potranno vaccinare più di una persona su 10 quest’anno. Questo “nazionalismo vaccinale” da parte dei paesi ricchi, esacerbato dalla produzione mondiale insufficiente causata dai monopoli, mina gli sforzi globali per garantire una disponibilità sufficiente e una distribuzione equa dei vaccini a livello mondiale. Questo è il frutto di un sistema che privilegia l’esclusività della fabbricazione da parte di grandi gruppi farmaceutici, invece che una produzione decentralizzata e moltiplicata.
Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha recentemente pubblicato una dichiarazione congiunta che saluta la proposta di deroga ad alcuni aspetti dell’Accordo TRIPS. Ritiene che le regole attualmente in vigore rischiano di avere degli effetti negativi sul prezzo e la disponibilità dei prodotti medici. Anche numerose organizzazioni internazionali e l’OMS sostengono questa deroga temporanea considerata l’emergenza sanitaria globale.