©Fabienne Bühler
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Svizzera/8 marzo Un gruppo di vittime chiede una ridefinizione dello stupro nel diritto penale

Comunicato stampa, 8 marzo 2021, Berna/Lugano – Contatto media
Un gruppo di donne che hanno subito delle violenze sessuali vuole convincere il Consiglio federale e il Parlamento che qualsiasi rapporto sessuali non consensuale debba in futuro essere considerato dalla legge come uno stupro. Il loro obiettivo è far ascoltare la voce delle vittime di violenza sessuale nell’ambito dell’attuale revisione del diritto penale in materia di reati sessuali.

“Le donne che hanno avuto un rapporto sessuale contro la propria volontà non vengono prese sul serio nell’attuale progetto di legge. Ci aspettiamo che le persone toccate vengano ascoltate dalla classe politica durante la redazione della nuova legge sulle infrazioni sessuali”, chiede Morena Diaz. Ha reso pubblico uno stupro che ha subito nel 2020, incoraggiando numerose altre donne a raccontare le proprie storie e a denunciare l’ingiustizia subita.

Mancato riconoscimento della realtà delle violenze sessuali

“Mentre l’atto è in corso, le persone che subiscono uno stupro cadono spesso in uno stato di choc o paralisi. Di conseguenza non si possono difendere fisicamente. Questo “congelamento” (conosciuto anche con il termine inglese freezing) è una reazione normale alla violenza, riconosciuta come tale dagli esperti”, ha dichiarato Morena Diaz. “Secondo l’attuale progetto di legge questi casi dovrebbero però al massimo essere classificati come “aggressioni sessuali” e non come stupri. Questo progetto è un affronto alle vittime: ignora le prove scientifiche e disconosce la realtà delle violenze sessuali.”

Cindy Kronenberg, un’altra donna del gruppo di vittime, dichiara: “Poiché la legge attuale esige la forza, la minaccia o la pressione psicologica quali elementi costitutivi di uno stupro, ci si aspetta implicitamente dalla vittima che si difenda e si assuma il rischio di subire altre ferite. Numerose vittime che non lo hanno potuto fare al momento dell’aggressione si sentano abbandonate dalla polizia e dalla giustizia, se non perfino considerate in parte responsabili dell’infrazione. Ora vogliamo rivolgerci alla classe politica per far sì che finalmente nella legge si sancisca chiaramente che: un rapporto sessuale senza reciproco consenso è stupro”.

Sonia Grimm è impegnata da diversi anni, nella Svizzera romanda, per permettere alle vittime di uscire dal ciclo della violenza domestica: “Un certo numero di stupri avvengono nell’ambito di un matrimonio e sono ancora troppo spesso taciuti dalle vittime. La legge deve inviare un segnale chiaro: “Poco importa dove, come o per mano di chi: una relazione sessuale senza consenso è sempre uno stupro e non deve essere tollerata””, ha dichiarato Sonia Grimm.

“Voglio finalmente parlare del consenso, e non solo della violenza che ho subito”, dichiara Jorinde Wiese, attivista per una sessualità positiva. Si è espressa sui social media e ha partecipato al documentario della SRF “Violentata, ma non vittima”. “Dobbiamo suscitare un cambiamento di mentalità nella società. Molte persone hanno talmente interiorizzato i miti che circondano lo stupro e la responsabilizzazione delle vittime che ad oggi cercano la colpa nel campo delle vittime. Le vittime spesso provano un tale senso di vergogna da rimanere in silenzio per anni e si accusano di quanto accaduto. La colpevolezza e la vergogna non ci appartengono. Voglio mettere fine alla violenza.”

Le donne toccate vogliono essere ascoltate

Grazie a degli scambi con i decisori politici e a delle azioni di sensibilizzazione nello spazio pubblico il gruppo di vittime vorrebbe suscitare un cambiamento di mentalità a livello politico e di società. Le donne criticano il progetto di legge attuale perché definisce la penetrazione vaginale, anale e orale senza consenso come “aggressione sessuale” invece che come “stupro” e la punisce in modo nettamente più clemente.

“Una violenza sessuale può avvenire con o senza coercizione” ha dichiarato Cindy Kronenberg, “In entrambi i casi si tratta di un’esperienza traumatizzante con delle gravi conseguenze per la vittima. È falso affermare che l’assenza di costrizione è meno grave.”

Per poter garantire una vera giustizia alle vittime di violenza sessuale, Amnesty International chiede al Parlamento di definire tutte le forme di penetrazione sessuale senza reciproco consenso come stupro. Le infrazioni dell’articolo 189 (coazione sessuale) e dell’articolo 190 (stupro) dovrebbero venir modificare di conseguenza.

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