2021
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Rapporto sulla pena di morte nel mondo 2020 Il Covid-19 non ferma il boia: alcuni paesi spietati continuano a condannare e mettere a morte
Le sfide senza precedenti presentate dalla pandemia di Covid-19 non sono state sufficienti per dissuadere 18 paesi dal ricorrere al boia nel 2020. È quanto afferma oggi Amnesty International nel presentare il proprio Rapporto annuale sulla pena di morte. Mentre c’è una tendenza globale verso il declino di questa pratica, alcuni paesi hanno continuato o perfino aumentato il ricorso alla pena capitale, mostrando un agghiacciante mancanza di rispetto per la vita umana in un momento storico in cui le attenzioni del mondo sono concentrate sul proteggere le persone da un virus mortale. -
Rapporto annuale Amnesty International 2020/2021 La pandemia ha conseguenze devastanti per i diritti umani
Le politiche di austerità che hanno eroso le infrastrutture pubbliche ed esacerbato le disuguaglianze hanno spianato la strada alla devastazione causata dal Covid-19. Parallelamente dei dirigenti hanno strumentalizzato la crisi sanitaria per rafforzare il proprio potere, mentre i meccanismi di cooperazione globale non funzionano in modo adeguato, in particolare per quel che riguarda l’accesso ai vaccini. -
Campi rifugiati sulle isole greche Città e comuni solidali: il Consiglio federale deve agire!
La situazione delle persone rifugiate in Grecia rimane disastrosa. #evacuareORA e Amnesty International esortano il Consiglio federale a dialogare con le città, i comuni e le parrocchie che ribadiscono oggi la propria disponibilità ad accogliere dei rifugiati provenienti dalle isole del mar Egeo, così da sviluppare dei programmi di accoglienza umanitaria. -
Agnès Callamard nominata nuova Segretaria generale di Amnesty International
Amnesty International ha annunciato oggi la nomina di Agnès Callamard, una delle maggiori esperte internazionali di diritti umani, a nuova Segretaria generale dell’organizzazione, con effetto da lunedì 29 marzo 2021. -
Votazione federale 13 giugno Una coalizione di ONG dice NO alla legge sulle misure di polizia
Un’ampia coalizione di organizzazione non governative svizzere lancia oggi la propria campagna contro la legge sulle misure di polizia (MPT), al centro di un referendum in votazione il 13 giugno prossimo. Le organizzazioni mettono in guardia contro il potere arbitrario che questa legge accorda alla polizia e la minaccia che la stessa fa pesare sullo Stato di diritto. -
Spazio media Rapporto annuale 2020/2021 sulla situazione dei diritti umani nel mondo
Su questa pagina riservata alla stampa trovate parte dei materiali messi a disposizione da Amnesty International in occasione della pubblicazione del proprio Rapporto Annuale 2020/2021 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. -
Mondiali di calcio in Qatar La FIFA deve agire!
In vista delle partite di qualificazione per la Coppa del mondo del Qatar del 2022, Amnesty International chiede alla Fifa di usare la propria influenza sulle autorità del Qatar per contribuire mettere fine agli abusi nei confronti dei lavoratori migranti. -
Cina I genitori di bambini uiguri scomparsi raccontano l’orrore della separazione
Le famiglie in esilio di bambini uiguri detenuti in "orfanotrofi" statali nella regione cinese dello Xinjiang hanno raccontato il tormento causato dalla separazione in una nuova ricerca di Amnesty International. -
Covid-19 L'accesso al vaccino deve avere la priorità sugli interessi delle aziende farmaceutiche!
Un numero importante di paesi non ha accesso ai vaccini anti Covid-19, i cui brevetti sono in mano ad alcuni gruppi farmaceutici. Il Consiglio federale deve impegnarsi in favore dell’accesso universale alle cure contro il Covid-19 e spingere le aziende farmaceutiche a operare in questo senso, nonostante questo sia contrario al loro modello di business. È quanto richiede una petizione promossa da Amnesty International e Public Eye lanciata oggi. -
Siria 10 anni dopo l’inizio della crisi, la giustizia è più importante che mai
In occasione del 15 marzo, decimo anniversario dell’inizio della crisi della Siria, Amnesty International ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza a superare la paralisi causata dall’esercizio del diritto di veto e a chiedere che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a rispondere delle loro azioni. -
Myanmar Un vasto arsenale di truppe dispiegato durante la violenta repressione delle manifestazioni.
In tutto il Myanmar si assiste a un crescente impiego da parte dell'esercito del paese di tattiche e armi sempre più letali - viste normalmente sul campo di battaglia - contro manifestanti pacifici e passanti. Lo rivela una nuova ricerca condotta da Amnesty International. -
Svizzera/8 marzo Un gruppo di vittime chiede una ridefinizione dello stupro nel diritto penale
Un gruppo di donne che hanno subito delle violenze sessuali vuole convincere il Consiglio federale e il Parlamento che qualsiasi rapporto sessuali non consensuale debba in futuro essere considerato dalla legge come uno stupro. Il loro obiettivo è far ascoltare la voce delle vittime di violenza sessuale nell’ambito dell’attuale revisione del diritto penale in materia di reati sessuali. -
Svizzera «Mettiamo fine alle discriminazioni nei confronti della comunità musulmana!»
Cyrielle Huguenot, responsabile diritti delle donne per Amnesty International Svizzera, commenta il sì di stretta misura (secondo le proiezioni) all’iniziativa per il divieto della dissimulazione del volto: -
Etiopia/Eritrea Il massacro di centinaia di civili di Axum da parte dell’esercito eritreo può essere considerato un crimine contro l'umanità
Il 28 e 29 novembre 20202, le truppe eritree che combattono nello stato etiope del Tigray hanno sistematicamente ucciso centinaia di civili disarmati nella città settentrionale di Axum. I militari hanno aperto il fuoco nelle strade e condotto incursioni casa per casa in un massacro che potrebbe equivalere a un crimine contro l'umanità. Lo afferma Amnesty International in un nuovo rapporto. -
Bielorussia L'intensificarsi della repressione minaccia la scena culturale
La vibrante scena culturale bielorussa è soffocata dalla brutale repressione del dissenso, con le autorità che arrestano e torturano arbitrariamente artisti, musicisti, scrittori e attori e costringono altri a lasciare il proprio lavoro. -
Myanmar Prove video dimostrano l'uso da parte della polizia di mitragliatrici contro manifestanti pacifici
Una giovane donna è stata colpita alla testa dalle forze di sicurezza del Myanmar durante le proteste. È quanto ha confermato Amnesty International dopo aver esaminato i filmati che mostrano l'attacco. Questa prova contraddice anche le affermazioni dei militari del Myanmar, secondo cui gli agenti di sicurezza non portavano armi letali. -
Arabia Saudita - Diritti delle donne Finalmente libera Loujain al-Hathloul - Amnesty: “Ora nessun’altra misura punitiva”
Loujain al-Hathloul, la coraggiosa difensora dei diritti delle donne saudita, è tornata in libertà il 10 febbraio dopo oltre 1000 giorni di carcere. -
Svizzera: Divieto di dissimulare il viso Un'iniziativa inutile e discriminatoria nei confronti delle donne musulmane
Amnesty International si oppone fermamente al divieto di dissimulare il volto, sul quale i votanti si esprimeranno il 7 marzo. Questa iniziativa usa le donne per diffondere una visione stereotipata dell'Islam, fomentare le paure e introdurre una nuova legge distruttiva della libertà che viola i diritti umani delle minoranze. -
Responsabilità delle imprese Sanare l'industria delle batterie - Amnesty International presenta una lista di principi
Garantire catene di approvvigionamento pulite e verdi per la produzione di batterie deve essere una priorità per le aziende e i governi nella fase di ripresa dopo la pandemia. Lo afferma Amnesty International, nel pubblicare una serie di principi per garantire che la produzione di batterie al litio - che alimentano veicoli elettrici e molti dispositivi elettronici, e che sono essenziali nella lotta contro il cambiamento climatico - non sia legata a violazioni dei diritti umani o danni ambientali. -
Russia Navalny condannato a due anni e otto mesi, agli arresti numerosi suoi sostenitori
Il 2 febbraio il tribunale distrettuale di Simonovsky District Court, in sessione all’interno della sede del tribunale di Mosca, ha condannato Aleksei Navalny a due anni e otto mesi di colonia penale.
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