© Kiana Hayeri / Amnesty International
© Kiana Hayeri / Amnesty International

Afghanistan I Talebani distruggono la vita di donne e ragazze – nuova indagine

Comunicato stampa, 27 luglio 2022, Londra/Lugano – Contatto media
Le vite delle donne e delle ragazze in Afghanistan è stata devastata dalla stretta dei Talebani sui loro diritti umani, ha dichiarato Amnesty International in un nuovo rapporto pubblicato il 27 luglio 2022.

Da quando hanno preso il controllo del Paese nell'agosto 2021, i Talebani hanno violato i diritti delle donne e delle ragazze all'istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento; hanno decimato il sistema di protezione e di sostegno per chi fugge dalla violenza domestica; hanno detenuto donne e ragazze per violazioni minori di norme discriminatorie; e hanno contribuito a un'impennata dei tassi di matrimonio infantile, precoce e forzato in Afghanistan.

Il rapporto, “Death in slow motion: Women and Girls Under Taliban Rule”, rivela anche come le donne che hanno protestato pacificamente contro queste regole oppressive siano state minacciate, arrestate, detenute, torturate e soggette a sparizioni forzate.

"A poco meno di un anno dalla presa di potere dei Talebani in Afghanistan, le loro politiche radicali stanno privando milioni di donne e ragazze del diritto di condurre una vita sicura, libera e appagante", ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International.

" Considerate nel loro insieme, queste politiche formano un sistema di repressione che discrimina le donne e le ragazze in quasi tutti gli aspetti della loro vita. Ogni dettaglio della vita quotidiana - se vanno a scuola, se e come lavorano, se e come escono di casa - è controllato e fortemente limitato.

"Questa repressione soffocante contro la popolazione femminile dell'Afghanistan aumenta di giorno in giorno. La comunità internazionale deve chiedere con urgenza ai Talebani di rispettare e proteggere i diritti delle donne e delle ragazze".

Amnesty International chiede ai Talebani di attuare importanti cambiamenti di politica e di adottare misure per sostenere i diritti delle donne e delle ragazze. I governi e le organizzazioni internazionali, compresi tutti gli Stati membri dell'ONU e il Consiglio di Sicurezza, devono sviluppare e implementare con urgenza una strategia solida e coordinata che faccia pressione sui Talebani affinché mettano in atto questi cambiamenti.

I ricercatori di Amnesty International hanno visitato l'Afghanistan nel marzo 2022. L'indagine completa è stata condotta dal settembre 2021 al giugno 2022 e comprende interviste a 90 donne e 11 ragazze afghane, di età compresa tra i 14 e i 74 anni, residenti in 20 delle 34 province dell'Afghanistan.

Detenzione e tortura di manifestanti pacifici

Da quando hanno preso il controllo dell'Afghanistan nell'agosto 2021, i Talebani sono le autorità de facto del Paese. Nonostante inizialmente si fossero impegnati pubblicamente a sostenere i diritti delle donne e delle ragazze, i Talebani hanno introdotto politiche di discriminazione sistematica che violano i loro diritti.

Le donne e le ragazze in tutto l'Afghanistan hanno reagito a questa repressione con un'ondata di proteste. In risposta, i Talebani hanno preso di mira le manifestanti con molestie e abusi, arresti e detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e torture fisiche e psicologiche.

Amnesty International ha intervistato una manifestante che è stata arrestata e detenuta per diversi giorni nel 2022. Descrivendo il trattamento subìto durante la detenzione, ha detto ad Amnesty International: "[Le guardie talebane] continuavano a venire nella mia stanza e a mostrarmi le foto della mia famiglia. Continuavano a ripetere... 'Possiamo ucciderli, tutti, e tu non potrai fare nulla... Non piangere, non fare scenate. Dopo aver protestato, avresti dovuto aspettarti giorni come questo'".

Ha anche descritto di essere stata picchiata violentemente: "Hanno chiuso la porta. Hanno iniziato a urlarmi contro... [Un membro dei Talebani] ha detto: 'Brutta donna... l'America non ci dà i soldi a causa di voi puttane'... Poi mi ha dato un calcio. Era così forte che mi ha ferito la schiena, e mi ha dato anche un calcio al mento... Sento ancora il dolore alla bocca. Mi fa male ogni volta che voglio parlare".

Due donne hanno raccontato che, a seguito della pubblicazione sui social media di fotografie delle ferite riportate da una manifestante, i Talebani hanno sviluppato una nuova strategia per impedire loro di mostrare pubblicamente le loro ferite.

Una delle donne ha detto ad Amnesty International: "Siamo state picchiate sul seno e tra le gambe. Ci hanno fatto questo così che non mostreremo le ferite al mondo. Un soldato che camminava accanto a me mi ha colpito sul seno e mi ha detto: 'Posso ucciderti in questo momento e nessuno dirà nulla'. Questo accadeva ogni volta che uscivamo: venivamo insultate - fisicamente, verbalmente ed emotivamente".

Le manifestanti detenute non hanno avuto accesso adeguato a cibo, acqua, ventilazione, prodotti sanitari e assistenza sanitaria. Per ottenere il rilascio, le donne sono state costrette a firmare accordi in base ai quali loro e i loro familiari non avrebbero più protestato, né parlato pubblicamente delle loro esperienze di detenzione.

Arresto e detenzione arbitrari, anche per 'corruzione morale'.

Secondo quattro informatori provenienti da centri di detenzione gestiti dai Talebani, questi ultimi hanno sempre più spesso arrestato e detenuto donne e ragazze per violazioni minori delle loro politiche discriminatorie, come la regola di non apparire in pubblico senza un mahram [accompagnatore maschile] o con un uomo che non si qualifica come mahram. Le persone arrestate sono solitamente accusate dell'ambiguo 'reato' di 'corruzione morale'.

Un membro del personale del carcere ha spiegato: "A volte portano via i ragazzi e le ragazze dai caffé... [Oppure] se vedono una donna che non è con un mahram, possono arrestarla... Prima questo tipo di casi non erano presenti in carcere... Il numero aumenta ogni mese".

Una studentessa universitaria, detenuta nel 2022, ha raccontato ad Amnesty International di essere stata minacciata e picchiata dopo essere stata arrestata con accuse legate alle restrizioni sul mahram.

Ha raccontato che i talebani "hanno iniziato a darmi scosse elettriche... sulla spalla, sul viso, sul collo, ovunque potessero... Mi chiamavano prostituta [e] puttana... Quello che teneva la pistola ha detto: 'Ti ucciderò e nessuno potrà trovare il tuo corpo'".

Gli informatori hanno detto che le sopravvissute alla violenza di genere, che in precedenza vivevano in rifugi o che hanno tentato di fuggire dagli abusi dopo la presa di potere dei Talebani, sono ora imprigionate in centri di detenzione. Un impiegato ha detto: "Alcune sono arrivate avvicinandosi ai Talebani stessi e chiedendo: "Dov'è il vostro rifugio?" [I Talebani] non avevano un posto, quindi sono finite in prigione".

Queste donne e ragazze sono state sottoposte a isolamento, percosse e altre forme di tortura, e costrette a sopportare condizioni disumane, tra cui il sovraffollamento e l'accesso inadeguato a cibo, acqua e riscaldamento nei mesi invernali.

Matrimonio infantile, precoce e forzato

Secondo la ricerca di Amnesty International - corroborata da organizzazioni nazionali e internazionali che operano in Afghanistan, da attivisti locali e da altri esperti - sotto il governo talebano i tassi di matrimoni infantili, precoci e forzati in Afghanistan stanno aumentando. I principali fattori causali dell'aumento includono la crisi economica e umanitaria, la mancanza di prospettive educative e professionali per le donne e le ragazze, le famiglie che costringono le donne e le ragazze a sposare i membri dei Talebani e i membri dei Talebani che costringono le donne e le ragazze a sposarli.

Stephanie Sinclair, direttrice di Too Young to Wed, un'organizzazione che si occupa di matrimoni infantili, precoci e forzati, ha spiegato: "In Afghanistan, è in corso una tempesta perfetta per il matrimonio infantile. C'è un governo patriarcale, la guerra, la povertà, la siccità, le ragazze non scolarizzate - con tutti questi fattori combinati... sapevamo che il matrimonio infantile sarebbe salito alle stelle".

Khorsheed*, una 35enne di una provincia centrale dell'Afghanistan, ha raccontato ad Amnesty International che, nel settembre 2021, la crisi economica l'ha costretta a far sposare la figlia 13enne con un vicino di casa di 30 anni, in cambio di un 'prezzo della sposa' di 60.000 afghani (circa 670 dollari). Ha detto che dopo il matrimonio di sua figlia, si è sentita sollevata e ha aggiunto: "Non avrà più fame".

Khorsheed ha detto che stava anche considerando di far sposare la figlia di 10 anni, ma era riluttante a farlo perché sperava che questa figlia potesse provvedere alla famiglia in futuro. Ha spiegato: "Volevo che studiasse di più. Che fosse in grado di leggere e scrivere, di parlare inglese e di guadagnare... Ho la speranza che questa figlia diventi qualcosa e che sostenga la famiglia. Naturalmente, se non aprono la scuola, dovrò darla in sposa".

Mancanza di accesso all'istruzione

I Talebani continuano a bloccare l'istruzione per la maggior parte delle ragazze della scuola secondaria. Il loro ritorno a scuola, previsto per il 23 marzo 2022, è stato di breve durata. Più tardi, il giorno stesso, i Talebani hanno rimandato a casa le ragazze, adducendo un "problema tecnico" legato alle loro uniformi. Quattro mesi dopo, i Talebani continuano a negare alle ragazze l'accesso all'istruzione.

Fatima*, una 25enne insegnante di scuola superiore della provincia di Nangarhar, ha dichiarato ad Amnesty International: "Queste ragazze volevano solo avere un futuro, e ora non vedono alcun futuro davanti a loro".

A livello universitario, le molestie dei Talebani nei confronti delle studentesse - così come le restrizioni sul comportamento, l'abbigliamento e le opportunità degli studenti - hanno creato un ambiente insicuro in cui le studentesse sono sistematicamente svantaggiate. Molte studentesse hanno smesso di frequentare o hanno deciso di non iscriversi affatto all'università.

Brishna*, una studentessa di 21 anni dell'Università di Kabul, ha raccontato ad Amnesty International: "[Le] guardie fuori dall'università ci urlano contro e ci dicono: 'Aggiustati i vestiti, la sciarpa... Perché i vostri piedi sono visibili?"... [Il] capo del nostro dipartimento è venuto nella nostra classe e ci ha detto: 'Fate attenzione - possiamo proteggervi solo quando siete all'interno dell'edificio della facoltà... Se i Talebani cercano di farvi del male o di molestarvi, non saremo in grado di fermarli'".

Responsabilità della comunità internazionale

Amnesty International chiede alla comunità internazionale di imporre ai Talebani delle conseguenze per la loro condotta, come sanzioni mirate o divieti di viaggio applicati attraverso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, o di utilizzare altre forme di leva che possano responsabilizzare i Talebani per il loro trattamento delle donne e delle ragazze senza danneggiare il popolo afghano.

"I Talebani stanno deliberatamente privando milioni di donne e ragazze dei loro diritti umani e le sottopongono a discriminazioni sistematiche", ha dichiarato Agnès Callamard, "Se la comunità internazionale non agisce, abbandonerà le donne e le ragazze in Afghanistan e minerà i diritti umani ovunque".

Nota per i redattori: *I nomi sono stati modificati per proteggere le identità.