L’ex consigliere agli Stati ticinesi è stato posto sotto una protezione di livello 4 (su una scala di 5) da FedPol, l’Ufficio federale di polizia. Secondo quanto ha spiegato lui stesso, la minaccia proverrebbe da cerchie vicine ai servizi segreti serbi, che avrebbero ingaggiato dei killer professionisti per assassinarlo e attribuire la responsabilità a dei Kosovari. I nazionalisti serbi non hanno mai accettato l’indipendenza del Kosovo, ottenuta in seguito all’intervento della Nato nel 1999. Apparentemente, un servizio statale serbo vorrebbe eliminare Dick Marty per screditare la controparte kosovara. L’ambasciata di Serbia in Svizzera contesta queste accuse.
In qualità di relatore speciale del Consiglio d’Europa, nel 2010 Dick Marty aveva pubblicato un rapporto sui presunti crimini di guerra commessi dalle milizie kosovare durante la guerra di indipendenza contro la Serbia. Nel 2020 le sue conclusioni sono state ampiamente riprese ed estese dal Procuratore del Tribunale speciale per il Kosovo all’Aja nel proprio atto di accusa contro il presidente Hashim Thaci.
Apparentemente, fino ad ora, il Ministero pubblico della Confederazione non ha inviato una rogatoria alle autorità giudiziarie serbe. Né il governo svizzero sembra aver intrapreso alcuna azione diplomatica efficace per migliorare la protezione del suo cittadino.
«È preciso dovere di uno Stato di diritto proteggere i suoi cittadini e ricorrere a tutti i mezzi giuridici e diplomatici per mettere fine a queste minacce», ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty International.
Oltre ai suoi ruoli ufficiali di Consigliere agli Stati PLR e di deputato al Consiglio d’Europa, Dick Marty è conosciuto in Svizzera quale difensore dei diritti umani di primo piano. Si è impegnato con Amnesty International ed è molto attivo nel comitato dell’iniziativa per multinazionali responsabili.
Le socie e i soci di Amnesty Svizzera sono preoccupati dalle minacce che pesano su Dick Marty ed esprimono solidarietà con questo difensore dei diritti umani. In una risoluzione adottata durante la loro Assemblea generale, chiedono al governo svizzero di impegnarsi con tutti i mezzi a disposizione per garantire la sua sicurezza.