Dick Marty è un sostenitore di lunga data di Amnesty: qui a Berna nel 2009.  © AICH
Dick Marty è un sostenitore di lunga data di Amnesty: qui a Berna nel 2009. © AICH

Assemblea generale di Amnesty Svizzera 2022 La Svizzera deve fare tutto il possibile per eliminare la minaccia che pesa su Dick Marty

Comunicato stampa, 13 maggio 2022, Berna/Lugano – Contatto media
Dick Marty vive da quasi 18 mesi sotto stretta sorveglianza da parte della polizia. Il motivo è una minaccia alla sua sicurezza che sembra essere legata al suo passato ruolo quale relatore del Consiglio di Europa. Riuniti in Assemblea generale virtuale il 12 maggio 2022, le socie e i soci di Amnesty Svizzera esprimono la propria solidarietà a Dick Marty e chiedono al governo svizzero di mobilitare tutti i mezzi diplomatici e giuridici di cui dispone per eliminare la minaccia che pesa su di lui.

L’ex consigliere agli Stati ticinesi è stato posto sotto una protezione di livello 4 (su una scala di 5) da FedPol, l’Ufficio federale di polizia. Secondo quanto ha spiegato lui stesso, la minaccia proverrebbe da cerchie vicine ai servizi segreti serbi, che avrebbero ingaggiato dei killer professionisti per assassinarlo e attribuire la responsabilità a dei Kosovari. I nazionalisti serbi non hanno mai accettato l’indipendenza del Kosovo, ottenuta in seguito all’intervento della Nato nel 1999. Apparentemente, un servizio statale serbo vorrebbe eliminare Dick Marty per screditare la controparte kosovara. L’ambasciata di Serbia in Svizzera contesta queste accuse.

In qualità di relatore speciale del Consiglio d’Europa, nel 2010 Dick Marty aveva pubblicato un rapporto sui presunti crimini di guerra commessi dalle milizie kosovare durante la guerra di indipendenza contro la Serbia. Nel 2020 le sue conclusioni sono state ampiamente riprese ed estese dal Procuratore del Tribunale speciale per il Kosovo all’Aja nel proprio atto di accusa contro il presidente Hashim Thaci. 

Apparentemente, fino ad ora, il Ministero pubblico della Confederazione non ha inviato una rogatoria alle autorità giudiziarie serbe. Né il governo svizzero sembra aver intrapreso alcuna azione diplomatica efficace per migliorare la protezione del suo cittadino.

«È preciso dovere di uno Stato di diritto proteggere i suoi cittadini e ricorrere a tutti i mezzi giuridici e diplomatici per mettere fine a queste minacce», ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty International.

Oltre ai suoi ruoli ufficiali di Consigliere agli Stati PLR e di deputato al Consiglio d’Europa, Dick Marty è conosciuto in Svizzera quale difensore dei diritti umani di primo piano. Si è impegnato con Amnesty International ed è molto attivo nel comitato dell’iniziativa per multinazionali responsabili.

Le socie e i soci di Amnesty Svizzera sono preoccupati dalle minacce che pesano su Dick Marty ed esprimono solidarietà con questo difensore dei diritti umani. In una risoluzione adottata durante la loro Assemblea generale, chiedono al governo svizzero di impegnarsi con tutti i mezzi a disposizione per garantire la sua sicurezza.