Zhang Zhan, Rinchen Tsultrin, Li Qiaochu, Ilham Tohti e Gao Zhisheng sono perseguiti per aver espresso le proprie opinioni.  © Adrien Stanziani
Zhang Zhan, Rinchen Tsultrin, Li Qiaochu, Ilham Tohti e Gao Zhisheng sono perseguiti per aver espresso le proprie opinioni. © Adrien Stanziani

Cina Il mondo sfrutti le Olimpiadi per esigere miglioramenti dei diritti umani

Comunicato stampa, 18 gennaio 2022, Londra/Lugano – Contatto media
Il mondo deve usare le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali di Pechino come un'opportunità per spingere verso miglioramenti dei diritti umani in Cina. Lo afferma Amnesty International in vista dei Giochi del prossimo mese.
  • - I giochi avvengono in un contesto di peggioramento della situazione dei diritti umani
  • - La comunità internazionale non deve essere complice dello sportwashing
  • - Il CIO dovrebbe meglio proteggere i diritti degli atleti dopo il caso Peng Shua

In occasione dei Giochi, che si apriranno il 4 febbraio, la capitale cinese accoglierà atleti, funzionari e diplomatici da tutto il mondo. Ma l'evento si svolgerà sullo sfondo di una miriade di violazioni dei diritti umani in corso nel paese.   

"I Giochi Olimpici di Pechino promettono di essere uno spettacolo sportivo memorabile. Ma il mondo che guarda non può ignorare volontariamente ciò che accade in Cina: gli avvocati e gli attivisti imprigionati per il loro lavoro pacifico; le persone sopravvissute a violenze sessuali punite per aver parlato; le migliaia di persone che si stima vengano messe a morte ogni anno; i gruppi etnici musulmani che affrontano sistematicamente l'internamento di massa, la tortura e la persecuzione", ha dichiarato Alkan Akad, ricercatore di Amnesty International sulla Cina.

"I Giochi non dovrebbero essere usati come distrazione dalla spaventosa situazione dei diritti umani in Cina. Al contrario, dovrebbero essere un'opportunità per spingere la Cina ad affrontare questi problemi".

Il CIO dovrebbe assicurarsi che le promesse siano mantenute

Prima di ospitare le Olimpiadi invernali, il governo cinese ha fatto una serie di promesse sui diritti umani, incluso il rispetto della libertà dei media, dei diritti dei lavoratori, riguardo gli sgomberi forzati e la garanzia di reali opportunità per manifestazioni pacifiche durante i Giochi.

Amnesty International chiede al Comitato olimpico internazionale (CIO) di mettere pienamente in atto e rendere pubbliche le proprie politiche e pratiche di due diligence sui diritti umani, prima e durante i Giochi.

"Il diritto alla libertà di espressione è sistematicamente violato in Cina. Ecco perché è fondamentale che il CIO e i vari Comitati Olimpici Nazionali presenti ai Giochi rispettino in modo adeguato il desiderio degli atleti e dei funzionari sportivi di parlare di diritti umani, anche su questioni considerate "sensibili" dalle autorità", ha dichiarato Alkan Akad.

"Il CIO deve anche insistere che il governo cinese mantenga la promessa di garantire la libertà dei media, compreso l'accesso illimitato a internet per i giornalisti cinesi e internazionali, e assicurare che le persone intenzionate a manifestare pacificamente durante i Giochi possano farlo".

Amnesty International esorta i rappresentanti del governo, compresi quelli che hanno in programma di partecipare ai Giochi olimpici, a mettere i diritti umani in cima all'agenda nelle loro discussioni con le autorità cinesi.

"Il mondo deve tenere conto delle lezioni dei Giochi di Pechino 2008, quando le promesse del governo cinese di migliorare i diritti umani non si sono mai concretizzate", ha detto Alkan Akad.

"Le Olimpiadi invernali di Pechino non devono essere lasciate passare come una semplice opportunità di sportwashing per le autorità cinesi, e la comunità internazionale non deve diventare complice di un esercizio di propaganda".

Attivisti pacifici detenuti in Cina

In vista dei Giochi, Amnesty International ha lanciato la sua campagna "Liberate i 5!" (accompagnata da una petizione ) evidenziando la situazione di cinque attivisti cinesi tra i molti detenuti per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione. Si tratta della citizen journalist Zhang Zhan, del professore uiguro Ilham Tohti, dell'attivista per i diritti del lavoro Li Qiaochu, dell'avvocato per i diritti umani Gao Zhisheng e del blogger tibetano Rinchen Tsultrim.

"L'ingiusta incarcerazione di questi cinque attivisti pacifici è emblematica dell'intolleranza da parte del governo cinese verso tutte le opinioni divergenti e la sua smania di punire il dissenso nei termini più duri possibili", ha affermato Alkan Akad.

"Se il governo cinese vuole usare le Olimpiadi come una vetrina per il paese, dovrebbe iniziare rilasciando tutti coloro che sono stati perseguiti o detenuti solo per aver esercitato pacificamente i propri diritti umani".

Gli atleti devono poter parlare liberamente

Il CIO si è impegnato - attraverso la sua iniziativa Safe Sport - a sostenere i diritti degli atleti e proteggerli da molestie e abusi "dentro e fuori dal campo". Tuttavia, la rigida "bolla" Covid-19 imposta a Pechino 2022 limiterà fortemente la libertà di movimento degli atleti, fatto che potrebbe rendere ancora più difficile per loro esercitare liberamente i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica.

Alla fine dello scorso anno, la tennista e tre volte olimpionica Peng Shuai ha accusato di violenza sessuale un ex vice premier cinese in un post sui social media, rapidamente censurato in Cina. Quando il riferimento a lei è stato cancellato da internet e lei è scomparsa dalle scene pubbliche, i colleghi giocatori e la Women's Tennis Association hanno espresso timori sul destino di Peng. Quasi tre settimane dopo che il suo post è stato censurato, il CIO ha risposto organizzando una videochiamata con Peng nel tentativo di alleviare le preoccupazioni sul suo benessere.

"Il CIO ha accettato rassicurazioni sul benessere di Peng Shuai senza verificare se abbia vissuto limitazioni alla sua libertà di espressione, libertà di movimento e diritto alla privacy, correndo così il rischio di mascherare possibili violazioni dei diritti umani di Peng Shuai", ha detto Alkan Akad.

Dopo pesanti critiche, a dicembre il CIO ha riconosciuto che "non possiamo dare garanzie e non conosciamo tutti i fatti". Hanno insistito che "tutti gli aspetti del caso vengono discussi con la parte cinese" e questo continuerà oltre i Giochi.

"Nel contesto delle severe restrizioni in atto a Pechino 2022, il CIO deve fare di più per mantenere la propria promessa di proteggere il diritto degli atleti di esprimere le proprie opinioni - e soprattutto per garantire di non essere complice in qualsiasi violazione dei diritti degli atleti", ha detto Alkan Akad.

 PETIZIONE: Libertà per i 5 campioni dei diritti umani

Nota 

Il 26 gennaio, attiviste e attivisti di Amnesty di tutto il mondo accenderanno una fiamma olimpica per i diritti umani. In questa giornata di azione, Amnesty raccoglierà firme per la petizione "Libertà per cinque campioni dei diritti umani". In Svizzera, le azioni avranno luogo dal 24 al 26 gennaio a Zurigo, Coira, Ginevra, Losanna e Berna.