I sistemi di riconoscimento facciale si diffondono ovunque in Europa. Attualmente la Svizzera non si è dotata di dispositivi legali per impedire questo sistema di sorveglianza nonostante il suo impiego rappresenti una grave minaccia per i diritti umani. Un’alleanza della società civile che include Amnesty International Svizzera, AlgorithmWatch Svizzera e Digitale Gesellschaft chiede quindi un divieto del riconoscimento facciale automatizzato e della sorveglianza biometrica di massa.
Il riconoscimento facciale automatizzato è incompatibile con il pieno esercizio dei diritti fondamentali quali la libertà di espressione e di riunione. Non ha il suo posto in una società libera e democratica.
«Se sappiamo di poter essere identificati ogni volta che ci troviamo nello spazio pubblico non oseremo più, in determinate circostanze, esprimere liberamente la nostra opinione, partecipare a una manifestazione o frequentare luoghi che possono rivelare la nostra appartenenza religiosa o il nostro orientamento sessuale. Il riconoscimento facciale nello spazio pubblico limita i nostri diritti fondamentali in modo sproporzionato», spiega Angela Müller, responsabile del settore Policy & Advocacy per AlgorithmWatch Svizzera.
Insieme, nel novembre 2021, le tre organizzazioni hanno lanciato una petizione che chiede il divieto di questi sistemi di sorveglianza. Questa petizione ha ottenuto un ampio sostegno: oltre 10 000 persone auspicano che il riconoscimento facciale automatizzato sia messo al bando nello spazio pubblico delle città svizzere. Ora sta alle città rispondere alla richiesta die firmatari. L’alleanza ha inoltre trasmesso la petizione agli esecutivi delle venti più grandi città della Svizzera e ai capoluoghi cantonali che non rientrano in questa categoria. A Zurigo e Losanna, dove persone parte die legislativi comunali avevano depositato degli interventi in questo senso lo scorso novembre, la petizione è stata consegnata direttamente alle autorità cittadine.
Il sindaco Grégoire Junod ha ricevuto la petizione lunedì 16 maggio a nome della Città di Losanna, mentre mercoledì 18 maggio il testo è stato consegnato al municipale di Zurigo Daniel Leupi.
«È importante che i legislatori comunali agiscano contro le violazioni dei diritti fondamentali causati dall’uso del riconoscimento facciale e dalla sorveglianza biometrica di massa nello spazio pubblico», ha dichiarato Erik Schönenberger, direttore di Digitale Gesellschaft.
La petizione esprime chiaramente il desiderio di avere una legislazione che renda impossibile la sorveglianza biometrica di massa. Un divieto nello spazio pubblico delle città svizzere è solo una prima tappa.
«Viste le gravi conseguenze del riconoscimento facciale automatizzato in termini di diritti umani, un divieto generalizzato è indispensabile per proteggere le persone da una sorveglianza biometrica di massa, che si trovino a Losanna o Basilea», precisa Lukas Hafner, responsabile del settore Tecnologia e Diritti umani per Amnesty International Svizzera. Dopo la prima tappa rappresentata dalla consegna della petizione, l’alleanza studia le prossime azioni da intraprendere per contrastare la minaccia dell’introduzione progressiva della sorveglianza biometrica di massa.
Il comunicato di lancio della petizione in italiano
Sito Internet e petizione : stop-reconnaissancefaciale.ch
Presa di posizione : stop-reconnaissancefaciale.ch/papier-de-position