L'intervento della polizia durante una manifetazione a sostegno di Aleksei Navalny, 21 aprile 2021. © Olga Maltseva/Contributor
L'intervento della polizia durante una manifetazione a sostegno di Aleksei Navalny, 21 aprile 2021. © Olga Maltseva/Contributor

Russia Giornalisti e osservatori indipendenti ridotti al silenzio

Comunicato stampa, 24 novembre 2022, Londra/Lugano – Contatto media
Le autorità russe hanno sviluppato un sofisticato sistema di restrizioni e severe rappresaglie per reprimere le proteste pubbliche che si estende fino alla soppressione di qualsiasi resoconto delle stesse da parte di giornalisti e osservatori indipendenti. Le restrizioni sono aumentate dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022, e la repressione senza limiti del movimento contro la guerra praticamente impedisce ogni forma di protesta pubblica e qualsiasi condivisione di informazioni su di esse. Lo dichiara Amnesty International nel presentare un nuovo rap-porto.

Il rapporto, Russia: Russia: “You will be arrested anyway”: Reprisals against Monitors and Media Workers Reporting from Protests, documenta decine di casi di ostacoli illegali imposti al lavoro dei giornalisti e degli osservatori in relazione a pubbliche proteste. Tra questi arresti arbitrari, uso della forza, detenzioni e multe salate.

"Constatiamo che le autorità russe non solo sono determinate a prevenire e a penalizzare severamente qualsiasi protesta, per quanto pacifica, ma anche a ridurre al minimo la consapevolezza dell'opinione pubblica", ha dichiarato Natalia Prilutskaya, ricercatrice di Amnesty International per la Russia. 

"Fin dall'inizio della presidenza di Vladimir Putin, nel 2000, le autorità russe hanno gradualmente limitato il diritto alla protesta pacifica e hanno sempre più penalizzato coloro che cercano di esercitarlo, rendendo la Russia una zona praticamente priva di proteste. Nel febbraio 2022, decine di migliaia di persone hanno sfidato la prospettiva di multe esorbitanti e di carcere e sono scese in piazza nelle città russe per protestare contro l'invasione dell'Ucraina. Le autorità hanno risposto emettendo le più severe pene disponibili contro molti partecipanti. La polizia ha usato la forza brutale contro gli operatori dei media e coloro che osservavano e riferivano in modo indipendente sulle proteste.

"Le autorità hanno usato lo stesso approccio un anno prima, in occasione delle proteste a sostegno del leader dell'opposizione ingiustamente incarcerato, Aleksei Navalny. Negando al pubblico qualsiasi conoscenza delle proteste e ostacolando il loro monitoraggio, il Cremlino sta cercando di sradicare qualsiasi espressione pubblica di malcontento".

Nuovi pericoli per i media indipendenti per sopprimere le notizie e le proteste contro la guerra 

Nel corso degli ultimi anni, le autorità russe hanno creato un sistema legislativo che limita la libertà di espressione ed aumenta notevolmente i rischi che corrono gli osservatori, i giornalisti e gli altri operatori dei media che riferiscono sulle assemblee pubbliche.

La legge impone ai giornalisti che partecipano alle proteste di indossare "credenziali chiaramente visibili di un rappresentante dei mass media". 

Tuttavia, la polizia ha fatto sempre più richieste aggiuntive, tra cui la richiesta di "lettere di incarico redazionale" o di passaporti da parte degli operatori dei media che seguono le assemblee pubbliche. Le autorità hanno avvertito i lavoratori dei media di non "partecipare" alle prossime proteste e hanno arrestato arbitrariamente i giornalisti prima, durante e dopo le manifestazioni di cui hanno riferito. In molti casi, gli arresti sono stati eseguiti con una forza eccessiva e illegale, che potrebbe equivalere a tortura e altri maltrattamenti.

"Oltre alle gravi restrizioni legislative sulla libertà dei media già imposte dallo Stato, la polizia agisce sempre più spesso arbitrariamente per impedire ai giornalisti e agli altri operatori dei media di informare il pubblico sulle proteste", ha dichiarato Natalia Prilutskaya.

Secondo l'Unione indipendente dei giornalisti e dei lavoratori dei media (chiusa per ordine del tribunale nel settembre 2022), almeno 16 reporter sono stati arrestati nel giro di una settimana dopo le proteste di massa scoppiate il 23 gennaio 2021 contro l'incarcerazione di Aleksei Navalny. Sette membri dello staff del Comitato contro la Tortura, un'importante ONG russa per i diritti umani, sono stati arrestati arbitrariamente, in alcuni casi con la forza, mentre monitoravano le proteste. In molti di questi e altri casi, gli operatori dei media e gli osservatori delle proteste sono stati processati per "partecipazione a un'assemblea pubblica non autorizzata" e sono stati multati o condannati a periodi di 10 giorni o più lunghi di cosiddetta detenzione amministrativa.  

Le rappresaglie contro gli osservatori pubblici e gli operatori dei media si sono ulteriormente intensificate dopo l'invasione dell'Ucraina. Il 4 marzo 2022, è stata adottata una nuova legislazione che limita ulteriormente il diritto alla libertà di espressione. Al momento della stesura del presente documento, le autorità hanno avviato un procedimento penale contro almeno nove giornalisti e blogger in base al reato, introdotto a marzo, di "diffusione di informazioni false sulle Forze Armate russe" (articolo 207.3 del Codice Penale). Alcuni media e giornalisti sono stati sanzionati anche in base a un altro nuovo 'reato', quello di 'screditare' le Forze Armate russe dispiegate all'estero (Articolo 20.3.3 del Codice dei Reati Amministrativi), dopo aver condiviso informazioni sulla guerra in Ucraina.

Secondo la nuova legislazione, un resoconto dei media contenente qualsiasi messaggio contro la guerra è diventato un possibile motivo di persecuzione. Nel giugno e luglio 2022, Vechernie Vedomosti, un media indipendente di Ekaterinburg e il suo editore, Guzel Aitukova, sono stati multati per 450.000 rubli (7.240 dollari) per la pubblicazione di una foto parzialmente sfocata di adesivi contro la guerra e di altre immagini che si opponevano all'invasione.

In altri due casi, diversi membri dei team giornalistici di Dovod, un media online indipendente di Vladimir, e di Pskovskaya Guberniya, un giornale di Pskov, sono stati presi di mira per la loro copertura delle proteste contro la guerra.

Il 5 marzo, la polizia ha perquisito le case del caporedattore di Dovod, Kirill Ishutin, e di altri tre giornalisti - tra cui il diciassettenne Evgeny Sautin - presumibilmente in qualità di testimoni nell'ambito di un'indagine penale per "vandalismo" in relazione all'apparizione di graffiti contro la guerra su un ponte locale, che Dovod è stato il primo a segnalare. Lo stesso giorno, la polizia e gli agenti speciali antisommossa hanno fatto irruzione nell'ufficio di Psskaya Gubernia, effettuato una perquisizione e confiscato computer, telefoni e altre attrezzature, nell'ambito di un procedimento amministrativo relativo al "reato" di "discredito" delle Forze Armate russe dispiegate all'estero, che era stato introdotto nella legge un giorno prima. Secondo una denuncia anonima, il giornale avrebbe invitato a proteste di massa nella sua newsletter via e-mail. Il giorno successivo, Psskaya Gubernia ha annunciato di aver dovuto sospendere le proprie attività fino a nuovo avviso.

Gli attacchi incessanti alla stampa libera rea di aver riferito dell'invasione russa dell'Ucraina e riguardo le attività del movimento contro la guerra hanno portato all'esodo di centinaia di giornalisti dalla Russia. Il canale televisivo indipendente TV Rain e il giornale Novaya Gazeta sono tra i media costretti a interrompere il proprio lavoro. La stazione radio Ekho Moskvy, che fungeva da piattaforma per alcune delle voci più critiche in Russia, è stata chiusa dalle autorità. I rispettivi team hanno dovuto cercare nuovi modi di lavorare per informare il pubblico russo. 

Necessità di un cambiamento e di un maggiore controllo da parte della comunità internazionale

Le terribili pratiche che prendono di mira manifestanti pacifici, giornalisti e osservatori indipendenti devono terminare immediatamente. Le leggi russe repressive, che limitano la libertà di espressione, devono essere abolite.

"Finché il governo russo sarà in grado di soffocare i diritti e le libertà all'interno del Paese e rimarrà sulla strada dell'autoisolamento, continueranno questi spaventosi abusi su larga scala, compreso il crimine di aggressione contro l'Ucraina", ha dichiarato Natalia Prilutskaya.

"È necessario un controllo attento ed efficace da parte della comunità internazionale. In tempi bui come questi, è fondamentale tendere una mano alla società civile russa assediata e ai media indipendenti, per aiutare coloro che monitorano e denunciano gli abusi che avvengono all'interno del Paese e per raccontarli al mondo".