Il tribunale ha giudicato Navalny colpevole di “frode su larga scala” e “oltraggio alla corte” emettendo una condanna a nove anni di carcere. Secondo il verdetto, Navalny avrebbe sottratto alle organizzazioni da lui fondate donazioni per circa 25.000 dollari.
Amnesty International ha analizzato gli atti giudiziari, giungendo alla conclusione che si sia trattato di un procedimento politicamente motivato e basato sull’applicazione arbitraria di una legge usata per criminalizzare Navalny.
“Navalny rischia nove anni di carcere per aver denunciato la corruzione e l’abuso di potere. La sentenza era prevedibile ma è nondimeno sconvolgente. Il mondo non deve sottovalutarne il significato, nel contesto delle orribili violazioni dei diritti umani causate dall’aggressione russa all’Ucraina”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
“Dopo essere sopravvissuto a un tentato assassinio, Navalny è stato imprigionato e, in quella che possiamo definire una parodia della giustizia, la sua organizzazione è stata dichiarata estremista. In questo contesto di violazione delle norme interne, europee e internazionali, molte altre persone in Russia rischiano di subire la medesima ingiustizia. Plaudo al coraggio di Navalny che, anche di fronte alla prospettiva di passare anni dietro le sbarre, è rimasto fedele all’impegno di denunciare la corruzione e altri abusi di potere. In tribunale ha anche preso la parola per denunciare l’aggressione russa all’Ucraina e per questo rischia altre incriminazioni”, ha aggiunto Struthers.
Navalny può andare incontro a ulteriori rappresaglie da parte dello stato russo. Nel settembre 2021 è stato aperto un nuovo fascicolo contro di lui e i suoi associati per la falsa accusa di aver costituito “un’organizzazione estremista”, con riferimento sia alla Fondazione anticorruzione che alla Fondazione per la protezione dei diritti dei cittadini, entrambe dichiarate “estremiste” e messe fuorilegge nel giugno 2021.