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Svizzera Un gruppo di esperti del Consiglio d'Europa critica la definizione di stupro

Comunicato stampa, 15 novembre 2022, Berna – Contatto media
Nel suo primo rapporto sulla Svizzera, il Gruppo di esperti del Consiglio d'Europa sulla violenza contro le donne e la violenza domestica (GREVIO) critica la definizione di stupro applicata nel Codice penale svizzero. Il GREVIO accoglie con favore la riforma in corso, ma mette in guardia dai punti deboli della soluzione "No vuol dire No".

"Il rapporto della commissione del Consiglio d'Europa pubblicato oggi mostra che l'attuale definizione di stupro in uso in Svizzera è problematica e non soddisfa i requisiti della Convenzione di Istanbul. Il GREVIO riconosce i miglioramenti apportati dalla riforma prevista, ma gli esperti ritengono che la soluzione "No vuol dire No", sostenuta dal Consiglio degli Stati a giugno, sia inadeguata", ha dichiarato Cyrielle Huguenot, responsabile per i diritti delle donne di Amnesty Svizzera.

Il primo rapporto di valutazione del GREVIO sulla Svizzera analizza nel dettaglio l'attuazione delle disposizioni della Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa. Il documento riconosce i passi compiuti dalla Svizzera per adempiere agli obblighi previsti dal trattato, ma evidenzia anche le aree in cui sono necessari ulteriori progressi, in particolare riguardo la raccolta di dati sulle violenze sessuali e domestiche, che rimane oggi insufficiente, e rispetto alla disparità di accesso a servizi di aiuto e consiglio per le vittime nei diversi cantoni.

GREVIO critica il fatto che la revisione dei reati di stupro e violenza sessuale li definisca come atti sessuali "contro la volontà della vittima", una definizione non sia pienamente in linea con la Convenzione di Istanbul. Il gruppo di esperti ha criticato il fatto che "le procedure penali si concentrano sempre sugli atti della vittima invece che su quelli della persona accusata", fatto che "crea uno spazio per gli stereotipi di genere e i miti riguardo lo stupro". L'articolo 36 della Convenzione di Istanbul afferma che "il consenso deve essere dato volontariamente" e che qualsiasi atto sessuale non consensuale deve essere considerato reato.

Il GREVIO aveva già evidenziato le debolezze della soluzione "No vuol dire No" in ottobre, nel proprio rapporto sulla situazione in Germania. Nel 2016 la Germania ha introdotto il cosiddetto "principio dell’opposizione" nel diritto penale sessuale: affinché un reato sia punibile secondo la legge tedesca, la vittima deve esprimere la mancanza di un consenso. Nel caso in cui la vittima rimane passiva, e quindi non da il proprio consenso, questa definizione potrebbe impedire il ricorso alla giustizia, avverte il gruppo di esperti.

Il 31 ottobre, anche il Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) ha criticato la soluzione "No vuol dire No" favorita dal Consiglio degli Stati in quanto "non conforme agli standard internazionali dei diritti umani", in quanto non definisce il reato di stupro sulla base della mancanza di consenso.

Il Consiglio nazionale dovrebbe pronunciarsi sulla revisione del Codice penale in materia di reati sessuali il 5 dicembre. Amnesty International chiede ai parlamentari di ascoltare le richieste delle vittime e della popolazione svizzera e di tenere conto delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa e delle Nazioni Unite. "È tempo che il Parlamento adotti una definizione contemporanea di stupro e che si schieri fermamente a favore della soluzione 'Solo Sì significa Sì'", ha dichiarato Cyrielle Huguenot.

In una petizione in corso, promossa da Amnesty International e Operazione Libero, 40 000 persone e 50 organizzazioni chiedono al Parlamento di inserire la soluzione del consenso ("Solo sì significa sì") nella nuova legislazione sui reati sessuali. La petizione sarà consegnata poco prima dell'inizio della sessione invernale, il 21 novembre, a Berna (in allegato l'invito ai media).