Svizzera La Commissione degli affari giuridici è favorevole a "Solo sì significa sì".

Comunicato stampa, 21 ottobre 2022, Berna – Contatto media
La soluzione "Solo sì significa sì" è stata appena votata dalla maggioranza della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale e sostenuta da esponenti di tutti i partiti. Pronunciandosi a favore di una definizione progressista dello stupro, la Commissione risponde a una richiesta fondamentale delle vittime di violenza sessuale. Amnesty Svizzera esorta ora il Consiglio nazionale ad adottare la soluzione "Solo sì significa sì".

La scorsa primavera, il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati si sono pronunciati a favore di una soluzione "No significa no" nel diritto penale in materia di reati sessuali. Oggi la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale ha votato a favore di un codice penale più moderno. "Si tratta di una grande vittoria dopo anni di impegno da parte delle vittime di violenza sessuale, di numerose organizzazioni della società civile e di attiviste e attivisti per i diritti delle donne", afferma Cyrielle Huguenot, responsabile per i diritti delle donne di Amnesty Svizzera.

"La decisione odierna della Commissione giuridica dimostra che i parlamentari di tutti i partiti vogliono finalmente sancire nella legge ciò che da tempo è la norma in un numero crescente di Paesi europei: il sesso senza consenso è uno stupro e come tale deve essere punito". Il principio del consenso è già sancito dalla legge in oltre 14 Stati europei: Belgio, Regno Unito, Lussemburgo, Islanda, Malta, Svezia, Grecia, Cipro, Danimarca, Slovenia, Irlanda, Croazia, Finlandia e Spagna. Questi ultimi due Paesi hanno introdotto quest'anno il "Solo sì significa sì". Anche i Paesi Bassi stanno introducendo riforme in tal senso.

Amnesty International continuerà a impegnarsi al fianco delle vittime di violenza sessuale e con le migliaia di persone che le sostengono per garantire che la maggioranza del Parlamento adotti chiaramente la soluzione "Solo sì significa sì". "Il Consiglio nazionale dovrebbe ora schierarsi fermamente a favore della soluzione del consenso per inviare un chiaro segnale che l'autodeterminazione sessuale deve essere pienamente protetta e che le aggressioni sessuali, la cui diffusione in Svizzera è scioccante, non siano più tollerate", afferma Cyrielle Huguenot.

In una petizione in corso, 35.000 persone e 40 organizzazioni stanno già chiedendo al Parlamento di inserire la soluzione del consenso nel codice penale. La petizione di Amnesty International, Operazione Libero e altre organizzazioni è attiva fino alla sessione invernale. La petizione ha lo scopo di informare il Parlamento sulle aspettative dell'opinione pubblica in merito al nuovo diritto penale in materia di reati sessuali.