"Scegliendo il modello 'No vuol dire No' il Consiglio di Stato consolida l'idea obsoleta che gli atti sessuali sono accettabili finché l'altra persona non dice di no. Si è persa un'occasione per proteggere in modo completo il diritto all'autodeterminazione sessuale e per stabilire finalmente che ogni atto sessuale richiede il reciproco consenso", afferma Cyrielle Huguenot, responsabile del settore Diritti delle donne di Amnesty Svizzera.
"La cosiddetta soluzione del rifiuto ("No vuol dire no") continua a rendere le vittime corresponsabili, poiché ci si aspetta che esprimano un rifiuto. La legge continua quindi erroneamente a indicare che la persona interessata ha la responsabilità di proteggersi dallo stupro. L'attenzione rimane troppo concentrata sulla vittima e sulla sua reazione a un atto sessuale indesiderato", afferma Cyrielle Huguenot.
"Il Parlamento dovrebbe finalmente sancire nel diritto un fatto che da tempo è realtà nella società e che viene applicato in un numero crescente di Paesi europei: il sesso senza consenso è stupro e deve essere punito di conseguenza!". In questi 12 Paesi europei il principio del consenso è già iscritto nella legge: Belgio, Regno Unito, Lussemburgo, Islanda, Malta, Svezia, Grecia, Cipro, Danimarca, Slovenia, Irlanda, Croazia. Recentemente, anche il Congresso dei Deputati in Spagna ha approvato la soluzione "Solo sì significa sì".
Insieme alle vittime di violenza sessuale e a migliaia di sostenitori, Amnesty International continuerà a fare campagna per la soluzione "Solo Sì significa Sì". "Ora chiediamo al Consiglio Nazionale di sostenere senza riserve la soluzione del consenso e di inviare così finalmente un chiaro segnale che la portata scioccante delle aggressioni sessuali e degli stupri in Svizzera non sarà più tollerata", afferma Cyrielle Huguenot.
In un solo mese, 25.000 persone hanno già chiesto al Parlamento di inserire la soluzione del consenso ("Solo Sì significa Sì") nel nuovo Codice penale sui reati sessuali. La petizione di Amnesty International, Operation Libero e altre organizzazioni continuerà a raccogliere firme anche dopo la sessione estiva del Parlamento e ha come obiettivo far capire ai parlamentari e alle parlamentari quali sono le aspettative della popolazione riguardo la nuova legge sui reati sessuali.
Per maggiori informazioni sul tema consultare questa pagina.