Gli attacchi aerei sono stati lanciati in rappresaglia all'attacco del 7 ottobre da parte di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi di Gaza che hanno lanciato razzi indiscriminati e inviato combattenti nel sud di Israele, con l’uccisione di oltre 1.200 persone e almeno 2.700 feriti. Questi gruppi armati hanno preso decine di persone in ostaggio, inclusi molti civili.
"Le autorità israeliane devono ripristinare immediatamente la fornitura di elettricità a Gaza, sospendere le ulteriori restrizioni imposte a seguito dell'ordine del Ministro della Difesa del 9 ottobre 2023 e revocare il blocco illegale imposto sulla Striscia di Gaza da 16 anni. La punizione collettiva della popolazione civile di Gaza è un crimine di guerra, crudele e disumano. In quanto potenza occupante, Israele ha il chiaro obbligo, ai sensi del diritto internazionale, di garantire che i bisogni fondamentali della popolazione civile di Gaza siano soddisfatti", ha dichiarato la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard.
Il blackout ha gettato la Striscia di Gaza nell'oscurità e aggraverà una catastrofe umanitaria già in atto. Limiterà maggiormente le comunicazioni e l'accesso a Internet. L'interruzione dell'energia elettrica avrà un grave impatto sui servizi essenziali, sull'accesso all'acqua potabile e causerà un disastro a livello di salute pubblica, lasciando gli ospedali di Gaza, già in condizioni catastrofiche, senza attrezzature mediche vitali proprio quando i medici stanno lottando per curare migliaia di persone rimaste ferite gravemente negli attacchi israeliani. Questa situazione metterà inoltre in pericolo la vita dei pazienti degli ospedali, comprese le persone affette da patologie croniche o in terapia intensiva, neonati inclusi.
Un ministro israeliano ha dichiarato oggi che le autorità non ripristineranno l'energia elettrica né permetteranno l'accesso all'acqua o al carburante finché Hamas non rilascerà gli ostaggi. Questa è una conferma esplicita che queste misure sono state attuate per punire i civili di Gaza per le azioni dei gruppi armati palestinesi. Amnesty ricorda che i civili palestinesi non sono responsabili dei crimini di Hamas e degli altri gruppi armati palestinesi e che Israele non deve, in virtù del diritto internazionale, farli soffrire per atti in cui non hanno alcun ruolo e che non possono controllare.
"Le orribili uccisioni di massa di civili israeliani e altre gravi violazioni da parte dei gruppi armati palestinesi non esimono Israele dal rispettare i propri obblighi di rispettare il diritto internazionale umanitario e di proteggere i civili. La punizione collettiva dei civili a Gaza non porterà giustizia alle vittime dei crimini di guerra commessi da Hamas e da altri gruppi armati né sicurezza ai civili in Israele", ha dichiarato Agnès Callamard.
Amnesty International è anche preoccupata per i ripetuti attacchi al valico di frontiera di Rafah. Chiede a Israele di facilitare la creazione di corridoi umanitari per la consegna di aiuti umanitari a Gaza e di consentire un passaggio sicuro ai feriti e ai civili che desiderano fuggire dal conflitto armato. Esorta la comunità internazionale a lavorare per un accordo sui corridoi umanitari.
Le autorità israeliane devono astenersi dal commettere attacchi illegali che uccidono o feriscono i civili e distruggono case e infrastrutture civili. I funzionari israeliani devono astenersi dall'incitare alla violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, e garantire la sicurezza di tutti i civili che vivono sotto il suo controllo. Tutti i gruppi armati palestinesi a Gaza devono rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi civili.
Amnesty International sta attualmente indagando sugli attacchi aerei israeliani a Gaza, tra cui l'attacco aereo contro un edificio residenziale nel quartiere di al-Zeitoun, che ha ucciso 15 membri della stessa famiglia, tra cui sette bambini - cinque fratelli e i loro due cugini, oltre agli anziani nonni; la distruzione di Burj Palestine, un grattacielo nel quartiere di al-Rimal a Gaza; e il bombardamento di una strada affollata del mercato nel campo profughi di Jabalia, che ha ucciso almeno 69 persone, tra cui almeno 15 bambini.
Amnesty International chiede a Israele e ai gruppi armati palestinesi di prendere tutte le precauzioni possibili per risparmiare i civili, in linea con i loro obblighi di diritto internazionale umanitario.
Questo documento fa parte di una serie di pubblicazioni di Amnesty International sull'escalation di violenza e violazioni dei diritti umani in Israele, a Gaza e in altre zone dei Territori palestinesi occupati. Amnesty International ha pubblicato le sue prime conclusioni sui crimini di guerra commessi da Hamas e dai gruppi armati palestinesi, tra cui esecuzioni sommarie di massa, presa di ostaggi e lancio di razzi intrinsecamente indiscriminati. Poiché continuano a emergere prove delle violazioni commesse nel sud di Israele, Amnesty International continuerà le proprie indagini per determinare l'intera portata dei crimini di diritto internazionale commessi.
Il contesto
Dal 2007, Israele ha imposto un blocco aereo, terrestre e navale sulla Striscia di Gaza, una punizione collettiva contro l'intera popolazione. Gli attuali combattimenti sono la sesta grande operazione militare che Israele e i gruppi armati con base a Gaza hanno condotto da allora. Il 9 ottobre il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato un "assedio totale su Gaza... Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente gas - è tutto chiuso", come parte della rappresaglia israeliana dopo l'attacco di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi che ha ucciso almeno 1.200 persone.
A giugno, Amnesty International ha pubblicato la propria indagine sull'offensiva del maggio 2023 sulla Striscia di Gaza, constatando che Israele ha distrutto illegalmente abitazioni palestinesi, spesso senza necessità militari, compiendo così una forma di punizione collettiva contro la popolazione civile.
In un rapporto pubblicato nel febbraio 2022, Amnesty International ha evidenziato come le forze israeliane abbiano commesso a Gaza (così come in Cisgiordania e in Israele) atti proibiti dallo Statuto della Corte penale internazionale e dalla Convenzione sull'apartheid, come parte di un sistemico e massiccio attacco contro la popolazione civile con l'obiettivo di mantenere un sistema di oppressione e dominio sui palestinesi, costituente il crimine contro l'umanità dell'apartheid.
I precedenti rapporti di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani e i crimini di diritto internazionale commessi durante i combattimenti tra Israele e i gruppi armati palestinesi possono essere letti qui.
Nota
Amnesty International è un’organizzazione imparziale per i diritti umani che cerca di assicurare che tutte le parti coinvolte in un conflitto armato rispettino il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani. Di conseguenza, Amnesty International indagherà sulle azioni delle forze israeliane a Gaza per determinare se esse rispettino il diritto internazionale umanitario, comprese le norme che chiedono di prendere tutte le precauzioni per ridurre al minimo i danni alla popolazione civile e alle strutture civili e di evitare attacchi e forme di punizione collettiva contro i civili. Amnesty International continuerà a osservare le attività di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi.