Rapporto annuale sulla pena di morte 2022 Rapporto annuale sulla pena di morte 2022

Rapporto annuale sulla pena di morte 2022 Record di esecuzioni: il numero più alto degli ultimi cinque anni

Comunicato stampa, 16 maggio 2023, Londra/Lugano – Contatto media
Nel 2022 il numero di esecuzioni registrate ha raggiunto la cifra più alta degli ultimi cinque anni. Il ricorso al boia è stato particolarmente elevato in Medio Oriente e Nord Africa, afferma Amnesty International nel pubblicare il proprio Rapporto annuale sulla pena di morte.

Lo scorso anno 883 persone sono state messe a morte in 20 paesi, con un aumento del 53% rispetto al 2021. Questo picco di esecuzioni, che non include le migliaia che si ritiene siano avvenute in Cina, è da attribuire in particolare ai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, dove si è passati da 520 esecuzioni nel 2021 a 825 nel 2022.

"I paesi della regione del Medio Oriente e del Nord Africa hanno violato il diritto internazionale, aumentando le esecuzioni nel 2022 e mostrando un insensibile disprezzo per la vita umana. Il numero di persone private della vita è aumentato drammaticamente in tutta la regione; l'Arabia Saudita ha messo a morte ben 81 persone in un solo giorno. Più recentemente, nel disperato tentativo di porre fine alla rivolta popolare, l'Iran ha messo a morte delle persone semplicemente per aver esercitato il proprio diritto di protestare", ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International.

Il 90% delle esecuzioni note al di fuori della Cina sono avvenute in tre paesi della regione. Le esecuzioni registrate in Iran sono salite da 314 nel 2021 a 576 nel 2022; le cifre sono triplicate in Arabia Saudita, da 65 nel 2021 a 196 nel 2022 - il massimo registrato da Amnesty in 30 anni - mentre l'Egitto ha portato al patibolo 24 persone.

Il ricorso alla pena capitale è rimasto avvolto nel segreto in diversi paesi, tra cui la Cina, la Corea del Nord e il Vietnam - paesi che notoriamente fanno ampiamente ricorso al boia - il che significa che la vera cifra globale è molto più alta. Sebbene non si conosca il numero preciso delle persone uccise in Cina, è chiaro che il paese è rimasto il più prolifico boia al mondo, davanti a Iran, Arabia Saudita, Egitto e Stati Uniti.

Cinque paesi hanno ripreso le esecuzioni

Le esecuzioni sono riprese in cinque paesi nel 2022 - Afghanistan, Kuwait, Myanmar, Stato della Palestina e Singapore - mentre un aumento delle esecuzioni è stato registrato anche per l'Iran (da 314 a 576), l'Arabia Saudita (da 65 a 196) e gli Stati Uniti (da 11 a 18).

Il numero registrato di persone messe a morte per reati legati alle sostanze stupefacenti è più che raddoppiato nel 2022 rispetto all’anno precedente. Le esecuzioni per reati legati alle droghe violano il diritto internazionale sui diritti umani, secondo il quale le esecuzioni dovrebbero essere eseguite solo per i 'crimini più gravi', ossia quelli che comportano un'uccisione intenzionale. Queste esecuzioni sono state registrate in Cina, Arabia Saudita (57), Iran (255) e Singapore (11), e ammontano al 37% delle esecuzioni totali registrate a livello globale dall'organizzazione. È probabile che le esecuzioni per reati legati alle sostanze stupefacenti siano avvenute in Vietnam, ma queste cifre rimangono un segreto di Stato.

"Salta all’occhio come quasi il 40% di tutte le esecuzioni recensite siano in relazione a reati per droga. È importante notare che spesso sono le persone provenienti da ambienti svantaggiati ad essere colpite in modo sproporzionato da questa punizione disumana", ha dichiarato Agnès Callamard. "È tempo che i governi e le Nazioni Unite aumentino la pressione sui responsabili di queste palesi violazioni dei diritti umani e garantiscano l'introduzione di garanzie internazionali".

Mentre le esecuzioni sono aumentate, il numero totale di condanne a morte registrate è rimasto essenzialmente lo stesso, con una leggera diminuzione da 2052 nel 2021 a 2016 nel 2022.

Un barlume di speranza

In questo scenario desolante, c'è un barlume di speranza: sei paesi hanno abolito la pena di morte completamente o parzialmente.

Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Sierra Leone e Repubblica Centrafricana hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, mentre la Guinea Equatoriale e lo Zambia hanno abolito la pena di morte solo per i reati ordinari.

A dicembre 2022, 112 paesi avevano abolito la pena di morte per tutti i reati e nove Paesi avevano abolito la pena di morte solo per i reati ordinari.

Lo slancio positivo è proseguito con l'adozione da parte della Liberia e del Ghana di misure legislative per l'abolizione della pena di morte, mentre le autorità dello Sri Lanka e delle Maldive hanno dichiarato che non ricorreranno all'esecuzione delle sentenze capitali. Anche il Parlamento malese ha presentato proposte di legge per l'abolizione della pena di morte obbligatoria.

"Mentre molti paesi continuano a relegare la pena di morte nella pattumiera della storia, è tempo che altri seguano l'esempio. Le azioni brutali di paesi come l'Iran, l'Arabia Saudita, la Cina, la Corea del Nord e il Vietnam sono ora decisamente in minoranza. Questi paesi dovrebbero urgentemente mettersi al passo con i tempi, proteggere i diritti umani, rendere giustizia e non dare la morte", ha dichiarato Agnès Callamard.

"Con 125 Stati membri delle Nazioni Unite - più che mai - che chiedono una moratoria sulle esecuzioni, Amnesty International non si è mai sentita così fiduciosa che questa punizione ripugnante possa essere relegata negli annali della storia. Ma i tragici dati del 2022 ci ricordano che non possiamo dormire sugli allori. Continueremo a fare campagna fino a quando la pena di morte non sarà abolita in tutto il mondo".