La Svizzera e la Cina hanno ripreso oggi il dialogo bilaterale sui diritti umani. Questo era stato sospeso nel 2019 dalla Cina a seguito delle preoccupazioni espresse dal nostro Paese sui diritti umani in Cina nel contesto delle discussioni alle Nazioni Unite. Il Governo svizzero aveva rivolto un invito a 5 ONG svizzere indipendenti per i diritti umani, nonché a rappresentanti uiguri e tibetani, per uno scam-bio con la delegazione cinese sulla questione dei diritti umani in Cina e in Svizzera. L'invito è stato successivamente ritirato a seguito di quello che appare come un veto cinese.
"Le nostre organizzazioni condannano fermamente il rifiuto da parte della Cina di incontrare questi cinque gruppi per i diritti umani nell'ambito del dialogo con la Cina sul tema", ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty Svizzera.
"La Cina utilizza i dialoghi bilaterali per presentarsi come 'attore costruttivo' in materia di diritti umani. Rifiutando di incontrare la società civile indipendente, il governo cinese ha rifiutato una rara opportunità di dimostrare che è pronto per conversazioni difficili con gli attori che criticano il suo operato in materia di diritti umani", ha dichiarato Raphael Viana David del International Service for Human Rights.
"I dialoghi bilaterali sui diritti umani, che siano tra Svizzera e Cina o qualsiasi altra combinazione di Stati, non dovrebbero mai essere fini a sé stessi. Il loro valore dovrebbe essere misurato in termini di progressi concreti che sono in grado di realizzare nel campo dei diritti umani", ha affermato Thomas Büchli della Società Amicizia svizzero-tibetana.
"Per garantire un impegno significativo nei futuri dialoghi sui diritti umani, è essenziale che la Svizzera valuti in modo indipendente la sua efficacia in tali discussioni e dimostri un impatto concreto. Questo dovrebbe includere parametri di riferimento chiari, come una valutazione dell'attuazione delle raccomandazioni delle Nazioni Unite in materia di diritti umani", ha affermato Rizwana Ilham dell'Associa-zione Uiguri Svizzera.
L'iniziativa del Governo svizzero di includere i rappresentanti della società civile è un passo positivo. Tuttavia, se verranno organizzati dialoghi futuri, una partecipazione significativa della società civile indipendente avrebbe maggiori probabilità di garantire la libertà di espressione.
Informazioni complementari
Le organizzazioni inizialmente invitate a partecipare ad uno scambio nell'ambito del dialogo Svizzera-Cina sui diritti umani includevano Amnesty International, l‘International Service for Human Rights, la Società per i Popoli Minacciati, la Società Svizzera per l'Amicizia Tibetana e l'Associazione Uiguri Svizzera.
Amnesty International avrebbe approfittato di questa occasione per affrontare le priorità in termini di diritti umani secondo la sua prospettiva:
- I dati sull'uso della pena di morte in Cina continuano ad essere classificati come segreto di Stato, fatto che rende impossibile una verifica indipendente. In Cina, la pena di morte rimane applicabile a 46 reati, compresi i reati non letali che non soddisfano la soglia dei "crimini più gravi" secondo la legge e gli standard internazionali.
- La situazione relativa alla libertà di riunione pacifica è peggiorata drasticamente a Hong Kong dopo l'approvazione della Legge sulla Sicurezza Nazionale (NSL), nel 2020. Le autorità utilizzano sempre più spesso le accuse di "sedizione" risalenti all'epoca coloniale per colpire l'attivismo pacifico. L'avvo-cato e attivista Chow Hang-Tung, uno degli attivisti accusati ai sensi della NSL, è stato preso di mira per aver commemorato pacificamente l'anniversario della repressione di Tiananmen. Nel maggio 2023, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha concluso che la detenzione di Chow Hang-Tung era arbitraria e contraria al Patto internazionale sui diritti civili e politici.
- I difensori dei diritti umani continuano ad assistere alla limitazione del loro campo d'azione in Cina. Le autorità cinesi hanno recentemente intensificato la repressione della libertà di espressione. L'avvo-cato per i diritti umani Chang Weiping e l'attivista femminista Li Qiaochu sono stati entrambi arrestati dopo aver denunciato atti di tortura commessi dalle autorità cinesi. L'8 giugno 2023, Chang Weiping è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere per "sovversione del potere statale", a seguito di un processo tenutosi a porte chiuse nel luglio 2022.