"La Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati ha fatto un passo nella giusta direzione. Ha ampliato il modello detto 'No vuol dire no' (soluzione del rifiuto) per includere l’aspetto del freezing (congelamento): è punibile chi sfrutta lo stato di choc della vittima. Non è però certo che questo includa tutti i casi in cui la vittima non può esprimere chiaramente il proprio rifiuto – che sia per paura, per la sorpresa o perché si sente sopraffatta", ha dichiarato Cyrielle Huguenot, responsabile delle campagne sui diritti delle donne di Amnesty Svizzera.
"Fin dall’inizio chiediamo che la legge non preveda un rifiuto attivo da parte delle persone toccare e che non attribuisca loro una parte di responsabilità implicita in caso di aggressione," ha proseguito Cyrielle Huguenot.
"Continuiamo a ritenere che il modello del consenso sia la soluzione migliore per il nuovo Codice penale in materia di reati sessuali. Alla base della soluzione del rifiuto c’è un atteggiamento superato: il sesso è un bene al quale si ha diritto finché la persona non si oppone. La soluzione del consenso chiarisce inequivocabilmente che i rapporti sessuali sono leciti solo se tutte le parti coinvolte sono d'accordo.", afferma Cyrielle Huguenot.
"Solo un ampio dibattito mostrerà se la soluzione proposta dalla Commissione degli affari giuridici può convincere la maggioranza in Parlamento e rispondere alle aspettative della popolazione. La questione è troppo importante per venir decisa in un gremio ristretto. Attualmente però non c’è ancora un progetto di legge specifico che possa permettere un dibattito pubblico aperto e trasparente".
"Chiediamo al Consiglio degli Stati di esprimersi a favore di una riforma del Codice penale in materia di reati sessuali moderna e orientata al futuro, che risponda in particolare alle aspettative delle donne e delle giovani generazioni", ha dichiarato Cyrielle Huguenot. "Oggi il modello 'Solo sì significa sì' è visto dalle vittime e dalla maggioranza della popolazione come la soluzione che meglio garantisce la protezione dalla violenza sessuale. La maggioranza delle donne e dei parlamentari più giovani vuole chiaramente che nel diritto sia sancita la soluzione basata sul consenso. Al Consiglio Nazionale, il 75% delle donne e ben oltre la metà dei deputati sotto i 50 anni hanno votato per la soluzione del consenso".