“I talebani emanano leggi che limitano sempre più i diritti fondamentali di donne e ragazze in tutto il Paese. Per loro accesso all'istruzione è sempre più limitato, si vedono imporre rigidi codici di abbigliamento, sono detenute arbitrariamente e torturate, e ora è persino vietato loro di parlare in pubblico. I talebani però non sono in alcun modo chiamati a rispondere di queste gravi violazioni”, osserva Cyrielle Huguenot, responsabile del tema diritti delle donne di Amnesty International Svizzera.
A inizio settembre, la Svizzera ha riaperto un ufficio umanitario a Kabul, chiuso dopo la presa di potere dei talebani. A ottobre, inoltre, la Svizzera assumerà la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e quella dell’annuale dibattito sul tema “donne, pace e sicurezza”. Amnesty chiede quindi al Consiglio federale di utilizzare queste occasioni per sollecitare i talebani a rispettare e proteggere i diritti delle donne e delle ragazze, a porre fine alle persecuzioni basate sul genere e a consentire alle donne di partecipare pienamente alla vita sociale, politica e culturale.
Proprio in questi giorni sono in corso negoziati in seno al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l'adozione di una risoluzione sull'istituzione di un meccanismo internazionale indipendente per indagare sui crimini di diritto internazionale e sulle gravi violazioni dei diritti umani in Afghanistan. Amnesty International esorta la Svizzera a sostenere attivamente questa risoluzione.
All'ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite, diversi Stati hanno dichiarato l'intenzione di avviare un procedimento legale presso la Corte penale internazionale per le violazioni della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne in Afghanistan. Amnesty accoglie con favore questa iniziativa e invita il Consiglio federale a raddoppiare gli sforzi per garantire che il Consiglio di sicurezza dell'Onu mantenga il compromesso, indebolito negli ultimi mesi, sulla necessità di agire contro le violazioni dei diritti umani in Afghanistan.
“Chiediamo inoltre al Consiglio federale di facilitare la concessione di visti umanitari e di trovare soluzioni con i Cantoni e i Comuni per offrire luoghi di reinsediamento e protezione in Svizzera alle donne afghane particolarmente a rischio”, conclude Cyrielle Huguenot.