Dall'Argentina al Benin, dall'Irlanda alla Francia, i difensori visionari dei diritti umani hanno fatto grandi passi avanti verso il riconoscimento ufficiale del diritto all'aborto. Le dimostrazioni delle donne contro i Talebani in Afghanistan, la campagna "Donna. Vita. Libertà" in Iran e l'"Onda Verde" in America Latina testimoniano lo straordinario coraggio di coloro che si battono per i diritti sessuali e riproduttivi.
Oggi, però, il mondo è anche testimone di un' ondata di iniziative volte ad ostacolare questi progressi, a far retrocedere le vittorie faticosamente ottenute e a promuovere misure e leggi che priveranno milioni di persone dei loro diritti sessuali e riproduttivi.
La campagna 1.000 modi per sostenere i diritti dell'aborto di Amnesty International, lanciata lunedì 24 giugno 2024 su tutti i social network dell'organizzazione, offre modi coinvolgenti ed efficaci per partecipare agli sforzi in atto nel mondo per resistere all'erosione dei diritti e proteggere i diritti dell'aborto.
"In diversi Paesi, tra cui Ghana, Polonia, Venezuela e Stati Uniti, medici, infermieri, educatori e altri che difendono i diritti dell'aborto e forniscono servizi essenziali e vitali sono sotto attacco da ogni parte. Subiscono intimidazioni, denigrazioni, stigmatizzazioni e procedimenti giudiziari ingiusti. Eppure continuano a difendere il nostro diritto universale alla dignità nelle aree più intime della sessualità e della riproduzione. Noi dobbiamo mostrare loro il nostro forte sostegno e la nostra solidarietà", ha dichiarato la Segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard.
"La campagna di Amnesty International per i diritti all'aborto offre una piattaforma per aiutare le persone di tutto il mondo ad esprimere chiaramente e pubblicamente il proprio sostegno a questa causa nel modo che preferiscono: collaborando con amici e familiari su TikTok, sondando una cerchia di amici, firmando una petizione... Si tratta di metodi semplici e orientati all'azione che, se combinati, contribuiranno a rendere più visibile l'ampio ma spesso ignorato sostegno mondiale ai diritti dell'aborto. Unendoci in modo chiaro e visibile, possiamo rendere molto più difficile per chi ha il potere ignorare le nostre richieste".
Due anni fa, il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rovesciato la sentenza Roe contro Wade, che garantiva il diritto costituzionale all'aborto.
"Di fronte all'intensificarsi della retorica antiabortista e alle misure e leggi antiabortiste che stanno prendendo piede in alcuni Paesi, dobbiamo resistere. La nostra solidarietà e il nostro sostegno devono essere palpabili, inequivocabili e visibili, sia per coloro che hanno bisogno di cure abortive sia per coloro che le forniscono, spesso in ambienti ostili", ha dichiarato Agnès Callamard.
Nell'ultimo anno, Amnesty International ha presentato una serie di rapporti sui diritti all'aborto nel mondo, tra cui la depenalizzazione dell'aborto in Marocco, le barriere all'accesso all'aborto in Irlanda del Nord e la necessità di riconoscere e proteggere coloro che difendono i diritti all'aborto.
Amnesty ha recentemente pubblicato una ricerca che mostra come i social media negli Stati Uniti stiano sempre più cancellando o bloccando i post legati all'aborto.