Amnesty International ha indagato su quattro episodi emblematici – tre a ottobre e uno a novembre del 2023 – in cui le forze israeliane hanno ucciso 20 palestinesi, tra i quali sette minorenni. I ricercatori dell’organizzazione per i diritti umani hanno intervistato da remoto 12 persone – dieci delle quali testimoni oculari, primi soccorritori e abitanti – mentre il suo Crisis Evidence Lab ha verificato 19 video e quattro fotografie.
Dalle ricerche di Amnesty International è emerso che le forze israeliane hanno ostacolato i soccorsi alle persone ferite e in pericolo di vita e hanno attaccato coloro che cercavano di assisterle, compreso personale paramedico.
Negli ultimi mesi le forze israeliane hanno aumentato il numero delle incursioni nella Cisgiordania occupata e la tensione è salita alle stelle. Recentemente, sono entrate in un ospedale camuffate da personale sanitario.
Nel 2023, nella Cisgiordania occupata, sono stati uccisi almeno 507 palestinesi, tra i quali almeno 81 minorenni: secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, è stato il più alto numero di vittime da quando, nel 2005, è iniziata la raccolta di questi dati.
“Sotto la copertura degli incessanti bombardamenti e dei crimini di atrocità che compivano nella Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno scatenato una brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, fatta di uccisioni illegali e di un agghiacciante disprezzo per le vite dei palestinesi. Queste uccisioni illegali rappresentano un’evidente violazione del diritto internazionale dei diritti umani e sono commesse impunemente nel contesto del regime istituzionale israeliano di sistematica oppressione e dominazione sui palestinesi”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche globali di Amnesty International.
“I casi su cui abbiamo indagato forniscono una prova drammatica delle conseguenze mortali dell’uso illegale della forza da parte di Israele contro i palestinesi della Cisgiordania occupata. Le autorità israeliane, compreso il sistema giudiziario, hanno rivelato la loro vergognosa mancanza di volontà di assicurare giustizia alle vittime palestinesi. In questo clima di pressoché totale impunità occorre che si attivi un sistema di giustizia internazionale degno di questo nome. Il procuratore della Corte penale internazionale deve indagare su queste uccisioni e questi ferimenti considerandoli crimini di guerra, di omicidio volontario e inflizione intenzionale di grave sofferenza o gravi danni. Questa situazione rappresenta un banco di prova per la legittimazione e la reputazione della Corte. Non può permettersi di fallire”, ha aggiunto Guevara-Rosas.
Tra il 7 ottobre e il 31 dicembre 2023 i palestinesi uccisi sono stati 299, il 50 per cento in più rispetto ai primi nove mesi dell’anno. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, dal 1° al 29 gennaio 2024 sono stati uccisi almeno altri 61 palestinesi, tra i quali 13 minorenni.
Il 26 novembre Amnesty International ha chiesto informazioni sui quattro episodi indagati al portavoce dell’esercito israeliano e al comandante del distretto di Gerusalemme, senza finora ricevere alcuna risposta. L’organizzazione per i diritti umani continua a svolgere ricerche su altri casi di uso eccessivo della forza durante operazioni militari, come i ripetuti raid e attacchi a Jenin e Tulkarem, nel nord della Cisgiordania occupata.
L’uso della forza eccessiva e spesso letale per stroncare le proteste e rafforzare il sistema di apartheid contro i palestinesi è ampiamente documentato e costituisce un modello storico di uccisioni illegali commesse con impunità.