Mondo La FIFA deve fermare il processo di candidatura per i Mondiali di calcio del 2034 e esigere una strategia credibile in materia di diritti umani per il torneo del 2030

Comunicato stampa, 11 novembre 2024, Londra/Berna – Contatto media
La FIFA dovrebbe fermare il processo di selezione dell'Arabia Saudita come sede dei Mondiali di calcio maschili del 2034 a meno che non vengano annunciate importanti riforme relative ai diritti umani prima del voto dei membri dell’associazione, il mese prossimo. Lo dichiarano oggi Amnesty International e Sport & Rights Alliance (SRA), che chiedono inoltre alla FIFA di subordinare l'assegnazione dei Mondiali del 2030 a Marocco, Portogallo e Spagna allo sviluppo di una strategia per i diritti umani molto più credibile.

In un nuovo rapporto, High Stakes Bids: Dangerously Flawed Human Rights Strategies for the 2030 and 2034 FIFA World Cups, Amnesty International e la SRA analizzano le strategie per i diritti umani proposte da Marocco, Portogallo e Spagna per il torneo del 2030 e dall'Arabia Saudita per l'evento del 2034. Il rapporto conclude che nessuna delle due candidature ha delineato adeguatamente il modo in cui rispetterà gli standard sui diritti umani richiesti dalla Fifa nei suoi regolamenti di candidatura, né si è consultata in modo significativo con le organizzazioni per i diritti umani. Inoltre, le organizzazioni ritengono che i rischi in Arabia Saudita siano talmente elevati che ospitare il torneo in quel paese porterebbe probabilmente a gravi e diffuse violazioni dei diritti.

“L'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2034 all'Arabia Saudita senza ottenere garanzie credibili di riforma avrà un costo umano reale e prevedibile. I tifosi saranno discriminati, i residenti saranno sfrattati con la forza, i lavoratori migranti saranno sfruttati e molti moriranno. La FIFA deve fermare il processo fino a quando non ci saranno adeguate tutele dei diritti umani per evitare di peggiorare una situazione già disastrosa”, ha dichiarato Steve Cockburn, responsabile Diritti del lavoro e sport di Amnesty International.

“La FIFA deve inoltre esigere strategie molto più credibili e impegni vincolanti per prevenire le violazioni dei diritti umani in relazione ai Mondiali di calcio del 2030. Marocco, Portogallo e Spagna non hanno ancora spiegato adeguatamente come giocatori e tifosi saranno protetti da abusi discriminatori, quali misure saranno adottate per prevenire l'uso eccessivo della forza di polizia o come saranno salvaguardati i diritti abitativi dei residenti.”

Nel giugno 2024, Amnesty International e l'SRA hanno pubblicato un rapporto di 91 pagine che illustra i rischi per i diritti umani connessi ai Mondiali del 2030 e del 2034.

Il dossier di candidatura dell'Arabia Saudita per il 2034

Il “Bid Book” dell'Arabia Saudita per i Mondiali di calcio del 2034 delinea piani ambiziosi per la costruzione o la ristrutturazione di 11 stadi, oltre 185.000 camere d'albergo aggiuntive e grandi progetti infrastrutturali, dai collegamenti di trasporto alle nuove città.

“Per realizzare le sue ambizioni di Coppa del Mondo, l'Arabia Saudita avrà bisogno di un gran numero di lavoratori migranti, eppure non c'è alcun impegno a riformare lo sfruttante sistema di sponsorizzazione ‘Kafala’ vigente nel Paese, a stabilire un salario minimo per i non cittadini, a permettere loro di iscriversi ai sindacati o a introdurre nuove misure per prevenire la morte dei lavoratori”, ha dichiarato Steve Cockburn.

“La strategia per i diritti umani dell'Arabia Saudita non affronta la grave repressione della libertà di parola da parte del governo e la continua incarcerazione di persone che sono state condannate a decenni di carcere solo per essersi espresse, il che suggerisce che non c'è un impegno serio per le riforme”.

Nonostante gli enormi progetti infrastrutturali previsti, la strategia per i diritti umani della candidatura non prevede nuove misure per proteggere o risarcire le persone dagli sfratti forzati. La strategia non affronta nemmeno la discriminazione contro le donne, la criminalizzazione delle relazioni extraconiugali e omosessuali e non prevede misure o impegni per proteggere i tifosi e i residenti LGBTI da abusi o arresti.

Rischi per i diritti umani della Coppa del Mondo 2030

Marocco, Portogallo e Spagna hanno proposto di ospitare le partite in 20 stadi di 17 città, oltre a tre partite in Uruguay, Paraguay e Argentina. I piani includono un nuovo stadio da 115.000 posti fuori Casablanca, in Marocco, e nuovi collegamenti di trasporto.

I rischi per i diritti umani evidenziati da Amnesty International e dalla SRA nel rapporto di giugno 2024 includono l'uso eccessivo della forza della polizia contro le folle in tutti e tre i Paesi, l'uso improprio di proiettili di gomma, nonché le restrizioni alla libertà di espressione e di riunione e la persistenza di abusi razzisti, sessisti e omofobici all'interno del calcio.

Il rapporto ha anche evidenziato il rischio di ridurre la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili per i residenti delle città ospitanti in Portogallo e Spagna e di sfratti forzati in Marocco. In Marocco, inoltre, le relazioni extraconiugali e quelle tra persone dello stesso sesso sono entrambe criminalizzate.

Le strategie per i diritti umani presentate dalle tre Federazioni calcistiche, tuttavia, non hanno assunto impegni chiari per affrontare adeguatamente la maggior parte dei rischi identificati da Amnesty International e dalla SRA, e si sono basate su una consultazione limitata.

“Marocco, Portogallo e Spagna devono prendere molto più seriamente le loro responsabilità in materia di diritti umani”, ha dichiarato Steve Cockburn. “La Coppa del Mondo 2030 potrebbe offrire l'opportunità di rafforzare le tutele dei diritti umani in tutti e tre i Paesi, ma solo se i governi e le associazioni calcistiche saranno disposti a lavorare a stretto contatto con i tifosi, le organizzazioni per i diritti umani, i sindacati e altri gruppi interessati”.

Il processo imperfetto della FIFA

La FIFA ha introdotto per la prima volta i criteri relativi ai diritti umani nel suo processo di selezione per i Mondiali di calcio maschili del 2026, in seguito alle controversie sulla selezione di Russia e Qatar per il 2018 e il 2022.

Nell'ottobre del 2023, la FIFA ha confermato che le candidature per i Mondiali del 2030 e del 2034 dovranno nuovamente dimostrare il rispetto di una serie di standard sui diritti umani, tra cui i diritti del lavoro, la libertà di espressione e la discriminazione, e che questi requisiti saranno “obblighi pienamente vincolanti”. Tuttavia, la FIFA ha gravemente compromesso la propria capacità di fare pressioni sulle riforme in materia di diritti umani, portando avanti un processo con una sola candidatura per ogni torneo. Nell'ottobre 2024, la FIFA ha anche annunciato che le Federazioni calcistiche non potranno votare per ciascuna candidatura separatamente, ma dovranno approvare o respingere le due candidature come un unico pacchetto.

La FIFA sembra addirittura aver contribuito a spianare la strada alla debole strategia dell'Arabia Saudita in materia di diritti umani, accettando di limitare fortemente la portata di una valutazione dei rischi per i diritti umani condotta dallo studio legale AS&H Clifford Chance, che ha omesso questioni fondamentali in materia di diritti, tra cui la libertà di espressione, la discriminazione LGBTI e gli sfratti forzati. La FIFA non ha risposto alla richiesta di Amnesty International di confermare su quali basi lo abbia fatto, mentre Clifford Chance ha risposto solo dicendo che sarebbe stato “inappropriato” commentare ulteriormente.

“La FIFA sostiene da tempo di includere gli standard dei diritti umani nella selezione delle sedi della Coppa del Mondo e nella realizzazione dei suoi tornei di punta. A meno che la FIFA non sia onesta riguardo all'entità e alla gravità dei rischi che si prospettano e non agisca per prevenirli, sarà chiaro che il suo impegno per i diritti umani è una finzione”, ha dichiarato Andrea Florence, direttore della Sports and Rights Alliance.

“La FIFA è stato il primo organismo sportivo globale a introdurre criteri per i diritti umani nel suo processo di selezione per un mega-evento sportivo; quindi sarebbe scioccante vedere l'organizzazione che ora si disfa completamente di questi principi a favore dei suoi profitti”.

Il contesto

Nel prossimo mese, la FIFA dovrà presentare al suo consiglio esecutivo, il FIFA Council, la propria valutazione delle strategie per i diritti umani di entrambe le candidature. Se approvate dal Consiglio della FIFA, le 211 Associazioni calcistiche nazionali si riuniranno l'11 dicembre per un Congresso straordinario online per votare l'approvazione delle candidature.

La Sport & Rights Alliance include Amnesty International, The Army of Survivors, Committee to Protect Journalists, Football Supporters Europe, Human Rights Watch, ILGA World (The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), International Trade Union Confederation, World Players Association, UNI Global Union.

 

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