La Direttiva relativa al Dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD), che stabilisce le norme in materia di diritti umani per le grandi aziende che operano nell'Unione Europea, entrerà in vigore nei prossimi giorni, obbligando gli Stati membri a tradurla nelle proprie legislazioni nazionali.
"Questo è un momento decisivo per i diritti umani e la responsabilità delle imprese. L'UE stabilisce una norma vincolante per una condotta aziendale responsabile nel più grande mercato unico al mondo. Questo importante passo avanti invia un messaggio a tutte le aziende, ovunque: sono tenute a rispettare i diritti fondamentali", ha dichiarato Danièle Gosteli Hauser, responsabile Economia e diritti umani per Amnesty Svizzera.
Questa legislazione storica obbligherà le grandi aziende che operano nell'UE a valutare i rischi per i diritti umani e l'ambiente associati alle proprie attività e alla propria catena di approvvigionamento, anche al di fuori dell'Europa, e ad adottare misure per porvi rimedio.
“Questa legislazione permetterà di proteggere più efficacemente le persone dalle violazioni dei diritti umani. Le vittime di abusi causati o facilitati da aziende che operano nell'UE o dai loro fornitori avranno un migliore accesso ai meccanismi di tutela legale attraverso i tribunali in Europa. Se attuato con fermezza, questo testo permetterà, ad esempio, di impedire l'uso del lavoro minorile o del lavoro forzato", ha affermato Danièle Gosteli Hauser.
La legislazione ha un ampio sostegno da parte di molte aziende europee, le quali riconoscono che la protezione dei diritti umani non è solo una loro responsabilità, ma anche un vantaggio in termini di sostenibilità della loro attività. Alcuni studi dimostrano come le aziende che garantiscono i diritti fondamentali siano più stabili finanziariamente rispetto alle concorrenti.
La Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese dovrebbe incoraggiare tutti i Paesi ad adottare una solida legislazione in materia economia e diritti umani. Ora deve essere attuata dagli Stati membri dell'UE.
"Questo voto dell'Unione Europea invia un chiaro segnale alla Svizzera: deve assolutamente recuperare il ritardo altrimenti sarà l’unico paese in Europa senza una legge efficace in materia di responsabilità aziendale multinazionale. Anche in Svizzera abbiamo bisogno di una legge forte e coerente che obblighi le multinazionali a rispettare i diritti umani e l'ambiente, e a rispondere in caso di abusi", afferma Danièle Gosteli Hauser.
"Durante la campagna in vista della votazione sull’Iniziativa per multinazionali responsabili, nel 2020, il Consiglio federale aveva ripetutamente ribadito la volontà di agire "in modo coordinato a livello internazionale", e che le aziende svizzere dovrebbero essere messe "sullo stesso piano" delle aziende dell'UE. Ora è il momento di dimostrare che queste non sono solo parole vuote. Il controprogetto all'Iniziativa per multinazionali responsabili, che si concentra principalmente sull'obbligo di rendicontazione, è ben lontano dai requisiti europei".
Complemento di informazione
Il Consiglio dell'Unione Europea ha votato oggi a favore della Direttiva sul Dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Gli Stati membri hanno ora due anni di tempo per recepire la direttiva nella legislazione nazionale. Questa si applicherà alle aziende con sede nell'UE con una media di oltre 1.000 dipendenti e un fatturato netto globale superiore a 450 milioni di euro.
In Svizzera l'Iniziativa per multinazionali responsabili, sottoposta a votazione popolare nel novembre 2020, è stata accettata dal 50,7% della popolazione ma non ha ottenuto la maggioranza nei Cantoni. Il controprogetto alibi del Consiglio federale, entrato in vigore nel 2021, si concentra principalmente sugli obblighi di rendicontazione delle aziende e limita il loro dovere di diligenza a due settori: il lavoro minorile e i minerali dei conflitti. Inoltre, le imprese non sono chiamate a rendere conto di danni alle persone o all’ambiente.
Nel dicembre 2022, la Coalizione svizzera per multinazionali responsabili, di cui Amnesty International è parte, ha presentato al Consiglio federale una petizione sostenuta da 217.509 firme con la quale si chiedeva alla Svizzera di sviluppare una legislazione efficace. La richiesta è rimasta inascoltata. A fine di novembre 2023, anche diversi attori economici hanno sottolineato la necessità che la Svizzera abbia regole armonizzate con l'UE, criticando anche il Consiglio federale che si concentra su adattare il dovere di presentare rendiconti. Lo scorso novembre, la Coalizione svizzera per multinazionali responsabili ha annunciato l'intenzione di preparare una nuova iniziativa popolare federale per garantire che la Svizzera agisca rapidamente ora che le regole europee sono state adottate.