Attraverso una serie di storie emblematiche, il rapporto spiega come le autorità di Mosca usino scappatoie legali e pretesti inventati per isolare ulteriormente i dissidenti, compresi coloro che hanno preso la parola contro l’invasione dell’Ucraina.
“Non si tratta di pratiche sporadiche da parte di poche mele marce, ma di una deliberata strategia del governo russo per isolare e ridurre al silenzio i dissidenti e infliggere ulteriori sofferenze a loro e alle loro famiglie. Ciò riguarda ogni forma di contatto: visite, telefonate e lettere”, ha dichiarato Natalia Prilutskaya, ricercatrice di Amnesty International sulla Russia.
Le visite in carcere e le telefonate vengono abitualmente negate durante la detenzione preventiva, spesso senza addurre alcuna ragione. In altri casi, i familiari vengono qualificati come “testimoni” nei processi contro i loro cari, vedendosi così impedito ogni contatto. Così, le famiglie possono non incontrare i loro cari in detenzione per mesi o addirittura per anni. Le autorità possono inoltre ritardare la consegna della corrispondenza o vietarla del tutto con determinate persone.
Un’altra tattica consiste nel trasferimento dei prigionieri, senza alcuna comunicazione, dai centri per la detenzione preventiva agli istituti di pena, proprio alla vigilia di una visita, che viene così cancellata. Questi trasferimenti richiedono un’autorizzazione giudiziaria da parte dello stesso tribunale che ha autorizzato la visita: ciò rende questa prassi ancora più cinica.
Un’ulteriore prassi ampiamente consolidata è il trasferimento arbitrario dei prigionieri in cella di punizione per violazioni dei regolamenti, spesso di poco conto se non del tutto inventate, poco prima di una visita. I prigionieri vengono così privati delle visite e delle telefonate per tutta la durata della punizione.
“Queste tattiche sono profondamente inumane. Le autorità non solo devastano le vite di coloro che hanno osato dissentire, imprigionandoli, ma privano anche i loro cari delle già poche possibilità di rimanere in contatto. Questa crudeltà deve terminare immediatamente e tutte le persone in carcere solo per aver esercitato i loro diritti alla libertà di espressione, di associazione e di protesta pacifica devono essere scarcerate”, ha commentato Prilutskaya.
Storie emblematiche
Oleg Orlov, difensore dei diritti umani e co-presidente di “Memorial”, è stato condannato nel febbraio del 2024 a due anni e mezzo di carcere per un articolo critico nei confronti delle autorità russe. Ad aprile sua moglie era stata autorizzata a visitarlo, ma poco prima è stato trasferito in un istituto di pena distante oltre 1000 chilometri da Mosca.
Aleksei Gorinov, un consigliere municipale di Mosca, è stato arrestato nell’aprile 2022 e condannato a sette anni di carcere per aver criticato la guerra della Russia contro l’Ucraina nel corso di una riunione del consiglio. Durante la pena, è stato ripetutamente posto in cella di punizione, per presunte infrazioni disciplinari, appena dopo che era stata autorizzata una visita. I familiari, recatisi all’istituto di pena, non hanno dunque potuto incontrarlo.
Vladimir Kara-Murza, oppositore politico arrestato nell’aprile del 2022 e condannato a 25 anni di carcere per una serie di accuse fabbricate, non può telefonare alla moglie e ai figli da 14 mesi.
“La cosa più difficile [qui in carcere] è essere separato dalla famiglia”, ha dichiarato in un’intervista diffusa attraverso il suo avvocato.
Aleksandra (Sasha) Skochilenko, un’artista di San Pietroburgo, è stata arrestata nell’aprile del 2022 a causa delle sue azioni contro la guerra e condannata a sette anni di carcere. Per un anno è stata isolata dalla sua fidanzata Sonya, che nel frattempo era stata qualificata come “testimone” nel processo.
“Dopo un anno, sono così felice di poter rivedere Sasha. Vorrei abbracciarla, ma non è possibile”, ha dichiarato Sonya ad Amnesty International.
Violazioni del diritto internazionale
Il diritto dei detenuti di mantenere contatti col mondo esterno è sancito dagli standard internazionali sui diritti umani. Negare i contatti con le famiglie è una violazione di tali standard e può costituire un trattamento o punizione crudele, inumana o degradante. In alcuni casi può trattarsi di sparizione forzata.
Amnesty International sollecita le autorità russe a scarcerare immediatamente e senza condizioni tutte le persone imprigionate solo per aver esercitato i loro diritti alla libertà di protesta pacifica, di espressione e di associazione. Le autorità russe devono assicurare che tutte le persone condannate o in detenzione preventiva possano mantenere contatti regolari con le loro famiglie ed emendare la legislazione in modo da impedire dinieghi arbitrari di tali contatti. Infine, le autorità russe devono indagare su tutte le violazioni dei diritti umani commesse in tale contesto e portare i responsabili di fronte alla giustizia.