All’epoca dei crimini loro imputati, Shoigu era il ministro della Difesa della Russia; Gerasimov era il viceministro della Difesa e il capo di stato maggiore delle forze armate russe.
Secondo un comunicato stampa diffuso dalla Corte penale internazionale, vi sono “ragionevoli motivi per ritenere che i due sospetti siano responsabili degli attacchi missilistici lanciati sotto il loro comando contro le infrastrutture elettriche ucraine dal 10 ottobre 2022 almeno fino al 9 marzo 2023. In tale periodo, c’era stata un’intensa campagna di attacchi contro numerose centrali e sottostazioni elettriche, portata a termine dalle forze armate russe in molteplici località dell’Ucraina”.
“Mentre la Russia continua a lanciare attacchi missilistici che fanno a pezzi le infrastrutture civili ucraine, già in condizioni critiche, la Corte penale internazionale ha ancora una volta mostrato la volontà di portare di fronte alla giustizia i principali sospettati”, ha dichiarato Veronika Velch, direttrice di Amnesty International Ucraina.
“Questi mandati di cattura rappresentano un altro passo avanti cruciale verso la giustizia e contribuiscono a ripristinare la fiducia nei confronti della giustizia internazionale e delle istituzioni che la sostengono. Danno speranza alle vittime dell’aggressione russa contro l’Ucraina che i responsabili saranno chiamati a rispondere dei crimini commessi, non importa quanto alto sia il loro rango. Continueremo a far sì che tutte le persone incriminate dalla Corte penale internazionale vengano arrestate prima possibile e che vi sia giustizia in nome delle vittime”, ha aggiunto Velch.
“Per garantire che i mandati d’arresto della Corte penale internazionale siano eseguiti, occorre la cooperazione degli stati. Pertanto, la comunità internazionale deve intensificare i propri sforzi per assicurare che Shoigu e Gerasimov, insieme agli altri ricercati, tra i quali il presidente Vladimir Putin, siano immediatamente arrestati e consegnati alla Corte penale internazionale qualora dovessero lasciare il territorio russo”, ha concluso Velch.
Arrestare persone ricercate dalla Corte penale internazionale è un obbligo per 124 stati parti dello Statuto di Roma, così come per l’Ucraina, che ha accettato la giurisdizione della Corte penale internazionale per crimini commessi sul suo territorio dal 2014.
Il 20 ottobre 2022 Amnesty International aveva denunciato che gli attacchi russi avevano gravemente danneggiato il 40 per cento delle infrastrutture elettriche dell’Ucraina e che tali attacchi costituivano crimini di guerra.
Amnesty International sta documentando sin dal 2014 crimini di guerra e altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario che hanno avuto luogo in Ucraina.