Le Università sono luoghi di riflessione, di costruzione e di trasmissione del sapere la cui missione è incoraggiare lo sviluppo della vita intellettuale e stimolare il dibattito all’interno della società. Inoltre, il diritto di manifestare pacificamente è un diritto umano fondamentale garantito a tutte le persone, compresi gli studenti e i membri del corpo docente.
Amnesty International raccomanda alle amministrazioni universitarie di non attuare risposte ostruzionistiche e repressive di fronte all’attuale mobilitazione legata alla situazione a Gaza.
"Chiediamo alle amministrazioni degli atenei di preservare e facilitare il diritto degli studenti a manifestare pacificamente e in tutta sicurezza nei propri campus universitari", ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty International Svizzera.
“Chi amministra le università dovrebbe ricorrere alle forze dell’ordine per disperdere le manifestazioni in corso nei campus solo come ultima spiaggia, ad esempio in caso di violenza diffusa o di incitamento alla violenza e alla discriminazione”, ha ricordato Alexandra Karle.
La polizia è chiamata ad agire in conformità con le norme internazionali dei diritti umani, al fine di facilitare il diritto di manifestare pacificamente. Una manifestazione può essere dispersa unicamente in casi eccezionali e in generale è opportuno lasciare che le riunioni prendano fine spontaneamente.
Di conseguenza, le autorità devono garantire che qualsiasi decisione di disperdere un assembramento sia presa solo come ultima ratio e in stretta conformità con i principi di necessità e proporzionalità, ovvero solo quando il livello o la minaccia di violenza è superiore al diritto delle persone di riunirsi.
"Chi manifesta pacificamente deve poter esprimere la propria opinione a portata di vista e di udito dei destinatari dei propri messaggi. Gruppi di studenti sono tanto più legittimati a farlo nei campus, in quanto le loro richieste riguardano direttamente i rettorati e le amministrazioni delle Università. Infine, la durata stessa di una manifestazione può essere parte del suo messaggio, e non un motivo per la sua dispersione", ha precisato Alexandra Karle.
Nessun invito all'odio
Amnesty International condanna con fermezza i discorsi di odio e la violenza contro le comunità ebraiche o palestinesi, anche quando sono commessi con il pretesto di una manifestazione. Le autorità hanno la responsabilità di trattare gli episodi documentati di odio antisemita e di odio antiarabo e islamofobico. Tuttavia, le azioni di poche persone non devono essere utilizzate per screditare le manifestazioni in generale, o come pretesto per mettere fine a un dissenso legittimo e pacifico, o per impedire a chi manifesta di esprimersi.