È possibile aderire all'appello cliccando qui.
Signore e Signori responsabili politici,
Seguiamo con grande preoccupazione l'attuale dibattito politico in Svizzera sulla Corte europea dei Diritti dell'Uomo (Corte EDU).
La Corte EDU è l'istituzione internazionale più importante per la tutela dei diritti umani, nel mondo e in Svizzera. L'effetto di protezione di questo sistema si basa sul fatto che le sentenze della Corte sono vincolanti. La Corte EDU rafforza i nostri diritti e ci protegge dalle azioni arbitrarie dello Stato.
Oggi, questo sistema di protezione è sotto attacco politico da parte del nostro Parlamento. Indignati per una decisione della Corte EDU che politicamente non è gradita a tutti, un numero spaventoso di rappresentanti eletti è pronto a minare questa importante istituzione per la salvaguardia dei diritti umani e, di conseguenza, dei diritti delle cittadine e dei cittadini svizzeri.
Il messaggio trasmesso è essenzialmente populista. Pretende di preoccuparsi della legittimità pubblica della Corte, ma è proprio questa legittimità che compromette. Affermando di sostenere la separazione dei poteri, la viola conferendo al Parlamento il ruolo di tribunale della Corte. Trasforma in un tabù quello che è comunque il compito principale della Corte EDU: essere custode e ispirazione dei nostri diritti umani.
Il fatto che le sentenze della Corte non siano gradite a tutti i politici non solo è comprensibile, ma va al cuore della questione: se nel Paese da cui provengono i querelanti tutto fosse fatto correttamente in termini di diritti umani non ci sarebbero sentenze. La Corte EDU non esiste per compiacere i parlamenti e i governi. Esiste affinché le cittadine e i cittadini di questi Paesi possano far valere i propri diritti umani in un luogo il più possibile indipendente.
La Corte EDU non è in conflitto con la democrazia diretta svizzera - al contrario. Per vivere insieme in pace dobbiamo stabilire regole comuni. Questa è l'idea su cui si fonda il nostro Paese, questa è l'idea su cui si basa il diritto internazionale. Un quadro in cui i diritti umani siano validi per tutte le persone, e possano essere applicati a nuove sfide come il cambiamento climatico, è un prerequisito per il dibattito vivace e polifonico che è alla base di una democrazia funzionante. I rappresentanti politici devono quindi prestare ancora più attenzione e agire in modo responsabile.
L'attuale controversia indebolisce la Corte e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU), di cui è la custode. Indebolisce le cittadine e i cittadini dei 46 Stati membri della Convenzione. Si tratta di un'acquiescenza nei confronti degli oppositori radicali alla protezione dei diritti umani internazionali e normalizza la loro richiesta, già sollevata, di denunciare la CEDU. In un momento in cui i diritti umani sono sotto pressione e dovrebbero essere rafforzati, la reazione politica fa il gioco di coloro che vogliono indebolirli. Autocrati, politici autoritari e populisti in tutta Europa utilizzeranno con gusto questa Dichiarazione contro i diritti umani nella propria sfera di influenza.
Chiediamo pertanto al Parlamento e al Consiglio federale di agire in modo responsabile. Nel 2018, il 66,2% del popolo svizzero ha chiaramente respinto l'iniziativa "per l'autodeterminazione", diretta contro la CEDU. La maggioranza della popolazione sostiene questa importante istituzione per i diritti umani. Ci auguriamo che i politici facciano lo stesso.