Alexandra Karle, Direttrice di Amnesty Svizzera, commenta:
"Questa mozione è un attacco ai nostri diritti, che sono garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) e che possiamo rivendicare attraverso denunce individuali alla CEDU. La volontà della Svizzera di ignorare una sentenza della CEDU invierebbe un segnale devastante agli Stati europei: che non si sente più vincolata dalla Convenzione e dalle sentenze della Corte - o solo quando fa comodo alla maggioranza del Parlamento o del Governo".
"Questo attacco allo strumento centrale di protezione dei diritti umani in Europa avviene proprio quando il diritto internazionale è sottoposto a forti pressioni internazionali. Le Commissioni degli affari giuridici del Parlamento stanno giocando con il fuoco - e stanno ignorando la volontà popolare: in occasione della votazione del 2018 sulla cosiddetta "Iniziativa per l'autodeterminazione", il 66,3% dei votanti svizzeri e tutti i Cantoni hanno espresso un chiaro impegno nei confronti della CEDU. Chiediamo pertanto al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati di respingere questa pericolosa dichiarazione contro la CEDU".