"La sentenza rappresenta un precedente necessario poiché riconosce sia i danni causati alle ricorrenti dal cambiamento climatico che l'incapacità del governo svizzero di ridurre le emissioni di gas serra per proteggere le ricorrenti in modo adeguato", ha dichiarato Mandi Mudarikwa, responsabile del settore Contenziosi strategici di Amnesty International. "Non rispettare la sentenza invierebbe un segnale disastroso agli Stati europei, indicando che possono scegliere quali sentenze rispettare."
"Non esiste un modello "à la carte" riguardo le sentenze vincolanti della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Il cambiamento climatico è una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Il Consiglio degli Stati deve respingere questa pericolosa mozione e attuare la sentenza intensificando gli sforzi per combattere il cambiamento climatico".
Contesto
Le Commissioni degli affari giuridici del Consiglio Nazionale e del Consiglio degli Stati hanno presentato una mozione chiedendo di non dare seguito alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Corte EDU) contro la Svizzera nella causa intentata dalle Anziane per il clima.
Nella causa Anziane per il clima e altri contro la Svizzera, un gruppo che rappresenta più di 2.500 donne anziane svizzere ha sostenuto che l'incapacità del loro governo di mitigare adeguatamente il riscaldamento globale viola i loro diritti umani alla salute e alla vita e le espone al rischio di morire durante le canicole.
Il diritto ad un ambiente pulito, sano e sostenibile è stato universalmente riconosciuto dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022. Amnesty International fa parte di una coalizione che chiede l'adozione di un protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea sui Diritti Umani incentrato sul Diritto ad un ambiente sano, che contribuirebbe a rafforzare e chiarire la giurisprudenza della Corte EDU sulla protezione dell'ambiente, incluso il cambiamento climatico.