«Mentre il secondo mandato di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti accentua gli attacchi contro i diritti fondamentali e le istituzioni internazionali che dovrebbero garantirli, le persone socie della Sezione svizzera di Amnesty International hanno chiesto una risposta ferma e organizzata», ha dichiarato Alexandra Karle, direttrice di Amnesty Svizzera.
Forte della sua storia umanitaria, del suo ruolo di paese ospitante delle principali istituzioni internazionali e del suo posto nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite fino al 2027, la Svizzera ha un ruolo importante da svolgere. Nella prima risoluzione adottata durante l'Assemblea generale di Baden, le persone parte di Amnesty International Svizzera si impegnano a esortare il Consiglio federale a proteggere attivamente le istituzioni multilaterali minacciate, a garantire il rispetto del diritto internazionale e a integrare in modo coerente i diritti umani nelle sue politiche nazionali, economiche e commerciali.
«La crisi a Gaza è emblematica delle sfide attuali per il diritto internazionale. Un genocidio si sta consumando sotto i nostri occhi e il mondo rimane in silenzio. La popolazione palestinese subisce una forma di punizione collettiva, è in preda alla fame e oggetto di espulsioni di massa. Si tratta di una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario. Questi orrori devono finire!», sottolinea Alexandra Karle.
Mobilitarsi contro le regressioni
Di fronte all'ascesa degli autoritarismi, che favoriscono l'emergere di discorsi e politiche contrari ai diritti umani, le persone socie di Amnesty Svizzera ricordano che la resistenza è possibile. Sempre nella prima risoluzione, esprimono il desiderio di riunire tutte le persone che rifiutano questa evoluzione e desiderano agire per una società più libera, giusta, inclusiva e solidale. Attraverso l'informazione, la sensibilizzazione e la mobilitazione, Amnesty si impegna a federare un movimento forte e portatore di speranza.
Manifestare è un diritto, non un privilegio
Quando le libertà fondamentali sono minacciate in molte parti del mondo, il diritto di manifestare pacificamente deve essere pienamente garantito in Svizzera. Troppo spesso le autorità cantonali e comunali trattano le manifestazioni come problemi di sicurezza piuttosto che come il legittimo esercizio di un diritto umano.
Per questo motivo, nella seconda risoluzione adottata durante l’Assemblea generale, socie e soci di Amnesty Svizzera chiedono alle autorità responsabili di facilitare l'organizzazione di manifestazioni pacifiche, semplificando le procedure amministrative ed eliminando i costi associati, garantendo al contempo che durante i propri interventi le forze dell'ordine agiscano in modo proporzionato e rispettoso dei diritti umani.
«La libertà di espressione e di riunione pacifica è un pilastro essenziale dello Stato di diritto e un test cruciale dell'impegno reale della Svizzera a favore dei diritti umani», conclude Alexandra Karle.