Intorno alle 12.15 di giovedì 3 marzo, la piccola piazza pubblica all’incrocio dalle vie Viacheslava Chornovola e Kruhova di Chernihiv è stata colpita da più bombe che hanno ucciso i civili e fortemente danneggiato gli edifici circostanti.
Sulla base di nuove interviste, della verifica e dell’analisi di prove video, il Crisis Response team di Amnesty International ha concluso che si è molto probabilmente trattato di un attacco aereo russo in cui sono state utilizzate almeno otto bombe non guidate, note come 'bombe a caduta libera'.
"L'attacco aereo che ha colpito le strade di Chernihiv scuote le coscienze. Si è trattato di un attacco spietato e indiscriminato contro le persone che svolgevano attività quotidiane, nelle loro case, in strada e nei negozi", ha dichiarato Joanne Mariner, responsabile del Crisis Response team di Amnesty International.
"Questo scioccante attacco è uno di quelli con più vittime verificatisi finora. Il procuratore del Tribunale penale internazionale deve investigare su questo raid aereo come crimine di guerra. I responsabili di questi crimini devono risponderne davanti alla giustizia, mentre le vittime e le loro famiglie devono ricevere piena riparazione".
L'amministrazione regionale di Chernihiv ha riferito che 47 persone (38 uomini e nove donne) sono state uccise nell'attacco. Un filmato verificato dell'attacco mostra otto munizioni che vengono sganciate a rapida distanza e cadute in fila, come è tipico in un bombardamento.
Amnesty International non è stata in grado di identificare un obiettivo militare legittimo nel luogo dell'attacco o nelle sue vicinanze. Le immagini satellitari del 28 febbraio mostrano una fila di persone fuori dall'edificio colpito dall'attacco. In base a queste immagini e alle testimonianze raccolte, Amnesty International ritiene che la maggior parte delle vittime fosse in fila per il cibo quando i missili hanno colpito.
Tutto distrutto
Quando le bombe sono cadute, Alina, una studentessa di 21 anni, era a casa con la sua famiglia, nella vicina via Ivana Bohuna. Ha raccontato ad Amnesty International: "Ho sentito un ronzio molto, molto forte, e il nostro palazzo ha tremato. Era come se stessero gonfiando il nostro appartamento... E poi, dopo due secondi, ho sentito le finestre esplodere, cadendo nel cortile. Il palazzo ha oscillato tantissimo; ho pensato che le mura sarebbero crollate. Quando ho sentito il ronzio, ho chiamato mia nonna nel corridoio con me. Ci siamo sdraiate a terra: probabilmente è questo che ci ha salvate".
I genitori di Alina erano in strada quando è avvenuta l'esplosione, e sono sopravvissuti all'attacco. Alina ha aggiunto: "In [un vicino] edificio giallo, c'era una fila per il pane, ed è lì che volevano andare... Non ricordo se mia madre o mio padre, ma uno di loro ha detto, 'No la fila è troppo lunga, andiamocene'. E così se ne sono andati. Le persone che erano in quella fila non ci sono più".
Yulia Matvienko era a casa con i suoi figli, sempre in via Ivana Bohuna, quando è avvenuto l'attacco. Ha subito una ferita alla testa e ha raccontato ad Amnesty International: "Stavo camminando lungo il corridoio e non ero nemmeno arrivata in cucina quando sono stata improvvisamente assordata - non ho capito cosa stesse succedendo. Tutto ha cominciato improvvisamente a sgretolarsi e a cadere. I bambini urlavano. Per alcuni secondi il tempo si è fermato. Poi ho tirato su i bambini delle macerie. Ero piena di sangue, e li ho portati fuori. Erano tutti sporchi con il mio sangue, ma loro neanche un graffio: un miracolo Era tutto distrutto, non è rimasta una sola finestra, alcuni balconi sono caduti giù."
Le riprese di una telecamera di sorveglianza mostrano le munizioni che cadono e si sente il suono compatibile con un aeromobile a bassa quota, coerente con la tattica di un attacco di questo tipo. Sganciare bombe prive di guida in aree popolate viola il divieto di attacchi indiscriminati. Queste bombe hanno effetti ad ampio raggio e sono molto meno accurate delle munizioni di precisione.
Verifiche del Crisis Evidence Lab
Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha verificato i filmati delle conseguenze dell'attacco che mostrano danni agli edifici e corpi in strada. Anche nei filmati del Servizio di emergenza dello stato di Ucraina mostrano i danni e le operazioni di soccorso.
Altri video verificati delle conseguenze del raid mostrano una distruzione diffusa e almeno un cratere tipico di una bomba, compatibili con l'impatto di una munizione di circa 500 kg.
Altri contenuti verificati da un secondo attacco aereo altrove in Ucraina mostrano una bomba inesplosa FAB-500 M62 che viene rimossa dalle forze della difesa civile. Inoltre, un video ufficiale pubblicato dall'esercito russo il 6 marzo mostra il decollo di un aereo Su-34 Fullback caricato con otto bombe FAB-500, indicativo del tipico assetto da battaglia nelle operazioni russe correnti.
"Tutti gli Stati dovrebbero cooperare con il Tribunale penale internazionale e con la nuova Commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per contribuire ad assicurare alla giustizia chi ha commesso gravi violazioni e crimini, come questo attacco. Le vittime di questo conflitto devono avere giustizia", ha dichiarato Joanne Mariner.
Amnesty International ha in precedenza chiesto che il diritto internazionale umanitario e il diritto die diritti umani sia rispettato da tutte le parti coinvolte nel conflitto in Ucraina.